Addio Compare Pietro, che giorno triste che è questo. Nemmeno ti ho salutato stavolta. Impaurito dall’averti visto alcune settimane fa emaciato e pallido. Una tristezza infinita che blocca ogni desiderio di chiedere e informarmi della tua salute. Nemmeno consapevole che il male progrediva e stava lasciando su di te la sua perversa, indomabile, accanita voracità. Anni di lotta dura che ti hanno sfiancato, nonostante la tua propensione a sdrammatizzare perché sei fatto così, da buon sassarese, a riderci sopra anche del peggiore dei nemici.
Stamattina il tuo cuore ha deciso di non battere più, troppo accanimento subito anche per chi da piccolo è abituato a non mollare nella sofferenza. L’ultimo scambio di messaggi tra di noi, dove ti invitavo a continuare a crederci, perché da me solo incoraggiamento potevi ricevere. Tu hai vissuto anche il mio dramma e a tua volta non ti sei fatto mancare nulla. Esiste un legame sottile ma profondo che unisce le persone che patiscono.
Addio Compare Pietro
Pietro Manunta, avevi solo 55 anni, e tanta voglia di vivere e di godere la vita. Una facilità estrema, tipica dei sassaresi, a relazionarsi con tutti. Ironico ma sempre nel rispetto di tutti. L’amico che tutti vorrebbero avere a fianco. Marco, mio figlio, lo scelse come padrino di cresima. Pietro era sempre presente, elegante e sobrio ma sempre circondato da tanti amici. Bancario da piccolo, appena diplomato entra nel Banco di Sardegna dove raggiunge anche compiti di responsabilità, abile e capace nel lavoro così come sempre disponibile con la genete che lo apprezzava per gentilezza e modi affabili.
Un doppio legame con la moglie, Letizia, già madrina di battesimo del mio primo figlio. Compari che tutti vorremmo avere vicini.
Compare Pietro, era buono, e ci volevamo bene davvero. Mancherà troppo, lo so già, come lo sanno coloro che lo hanno conosciuto.
Addio, sperando che la profonda traccia che hai lasciato, diventi memoria e ricordo di quello che hai sempre saputo coltivare. Con amore e amicizia vera.