Agostino Pintus, noto Tino. Si spegne a 67 anni la sua intelligente ironia.

Scompare l'ex direttore del DIRSS, Dipartimento per la ricerca e lo sviluppo del sughero, da qualche anno in pensione

Agostino Pintus, per tutti Tino, aveva 67 anni, ed era affetto da diversi anni da una grave patologia cardiaca. Si è spento nel pomeriggio di oggi, 18 giugno. Nonostante il vano tentativo in extremis di salvargli la vita a Olbia, dove si era recato dopo un attacco cardiaco.

Un grande rimpianto e un dolore immenso per me e per tutti i suoi colleghi dell’Ente che ha sempre chiamato col suo vecchio nome “Stazione Sperimentale del Sughero”, nonostante quella antica dicitura era scomparsa già dal 2005, con l’avvento del riformatore Soru. Oggi si chiama Agris, l’agenzia nella quale è confluita la ex Stazione e si parla di dipartimento legato al sughero e alla ricerca in campo forestale, chimico e tecnologico. Una nuova realtà che ad Agostino era sempre parsa indigesta. Lui era tenacemente attaccato a tempi lontani, quando nel lontano 1986, entrò a lavorare in un Ente autonomo, vivace e dinamico.

Una carriera folgorante che, dopo 20 anni, lo vide arrivare lassù in cima, alla direzione scientifica e amministrativa della nuova realtà, ossia il Dipartimento per la ricerca e lo sviluppo in campo sughericolo. Una persona speciale, alla quale tutti ci siamo abituati da subito. Il legame familiare che seppe trasmettere a tutto il personale, lo poneva al centro del comando con facilità e semplicità. L’impostazione che applicò, quando raggiunse la vetta della dirigenza, era quella di lasciare piena responsabilità ai dipendenti, consci che il momento che l’agenzia attraversava, così come l’economia sarda, non erano favorevoli al rilancio di un settore chiave per l’economia del territorio.

Agostino Pintus, ironia e intelligenza di un uomo che amava il calcio e la sua Inter

Mai una parola di troppo, mai un rimprovero, sempre una intelligente ironia per dirimere controversie o impostare piani di lavoro comuni a tutti i dipendenti. Uomo di raffinata intelligenza, ex sportivo che vantava anche la casacca prestigiosa dell’ U.S. Tempio negli anni ’70, legato alla sua famiglia, la madre e un fratello, tantissimi amici e quel malinconico carattere che nascondeva dietro i suoi immancabili baffoni. Agostino, amava lo sport tutto ma si perdeva dietro le vicende della sua Inter, la squadra che, sembra quasi una fatalità, quest’anno gli aveva regalato lo scudetto dopo tanto tempo. Legato fino a qualche anno fa anche al Tempio Calcio, in cui ha svolto per anni un intenso lavoro  di segreteria, Agostino era quel che si dice “un brav’uomo”, rispettoso quanto taciturno, ma anche molto  simpatico e divertente quando riuscivi a farti raccontare qualche aneddoto.

«Alcune sue uscite – ricorda Franco Pampiro, per anni collega e oggi dirigente del Dipartimento- erano fulminanti e troppo divertenti. Un giorno eravamo insieme a Milano per una riunione tecnica e la sera tornando in hotel, dopo cena, ci imbattemmo in un paio di prostitute. Tino, con la sua tipica flemma, la sottile ironia che lo caratterizzava, disse “Ecco la Milano che lavora”».

Tutti i colleghi si stringono attorno alla madre e al fratello Gian Mario, consapevoli che questa perdita rappresenti per tutti noi,  allargandoci alla comunità, un dolore immenso. Un  supporto scientifico che viene a mancare, con un bagaglio di esperienza in un settore chiave per l’economia del nostro territorio, è una grave perdita anche da questo punto di vista.

Agostino Pintus, dopo anni di assenza dal lavoro, da qualche tempo era in pensione.

Agostino mancava dal lavoro da diversi anni. Un brutto problema al cuore lo aveva dissuaso dal proseguire. La malattia, purtroppo, nonostante le cure infinite e la sua meticolosa propensione a mettersi a disposizione della scienza medica, non è servita a far funzionare al meglio il suo cuore che, con gli anni, è peggiorato. Sino a stasera, quando un ultimo fatale attacco se lo è portato via.

«Credo che Agostino, Tino per tutti noi, sia l’esempio migliore che si ha la fortuna di conoscere nella vita» – dice Adriana, ricercatrice . «Mai una sola parola fuori posto e sempre tanta dedizione al lavoro. Con me, ma con tutti gli altri dipendenti, è sempre stato umano e disponibile all’ascolto e alla risoluzione dei problemi di lavoro»

La facoltà di ascoltare, una delle tante virtù di Agostino, ha fatto si che fosse amato davvero da tutti, nessuno escluso. Si rimpiange la sua facilità ad aggiustare le controversie ma anche la sua estrema empatia che  metteva sia lui, ma anche gli altri, al riparo da conseguenze e malumori. Agostino, non era sposato, né aveva figli e in questi ultimi anni, lontano dal lavoro, si era chiuso nel silenzio. Raramente aveva comunicato con colleghi e faceva mancare notizie di se.

«Oggi che non ci sei più, caro Tino, a nome mio personale ma anche di tutti gli altri, ti vorrei  dire questo. La tua bontà d’animo, l’umanità e l’ascolto, il fatto che mai una volta hai alzato la voce, o usato armi punitive contro chicchessia, sono stati esempi di grandezza e di altissima levatura morale. Ci mancherà tutto di te, compreso quel faccione che esprimeva malinconia ma anche tantissima intelligenza. Perché, caro Agostino, per essere grandi uomini non servono titoli o attestati. Bastano umiltà, intelligenza e capacità ad ascoltare il prossimo. E tu eri tutto questo. Fa buon viaggio Agostino».

Su questo articolo, riporteremo data e orari del funerale del compianto Agostino, appena ne saremo a conoscenza.

I funerali si svolgeranno lunedì 21 giugno alle ore 10.00 nella chiesa di San Giuseppe, partendo da Olbia alle 9.00
La camera mortuaria oggi e domani chiude alle ore 13.00.

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