Appello urgente, una paziente ha bisogno di struttura sanitaria idonea.

Riceviamo un appello urgente ed immediato da parte di una fonte attendibile e accreditata.

Al Paolo Dettori di Tempio, una paziente ha necessità estrema di ricovero in struttura sanitaria assistita e specializzata. Non è possibile,  sostenere il suo ricovero presso la nostra struttura ospedaliera dove, da mesi, questa paziente, viene assistita e curata.

L’appello, nei dettagli, ci racconta tutto del caso in esame.

Nel descrivere la storia della signora, preghiamo chiunque sia a conoscenza di qualche struttura sanitaria fuori zona di competenza Assl Olbia, di indicarcela e metterci in contatto. Penseremo noi a dare le opportune indicazioni agli interessati che ci hanno segnalato il caso.

Il P.S. del Paolo Dettori – foto galluranews

« Nonostante i  vari appelli, non riusciamo a risolvere questa situazione umana e sanitaria. Da mesi, una ragazza di 37 anni, è ricoverata al Paolo Dettori proveniente dalla rianimazione dell’ospedale di Olbia. La sua è una patologia piuttosto grave, immunodepressa, tracheotomizzata, provvista di Peg per l’alimentazione. Questa donna, va assolutamente trasferita ad un’altra struttura complessa, altamente specializzata. Ha codice C 56 di riabilitazione intensiva, per cure di alto livello, non sostenibili, per intenderci nemmeno nella RSA di Padru. 

In Sardegna, potrebbe essere idonea la struttura di Oristano, dove sia presente la figura di un anestesista. Ci hanno risposto che non la vogliono»

«Il problema qual’è? Non la vuole nessuno!»

La conversazione raggiunge livelli di emotività incredibili, sia da parte di chi ci informa che da parte di chi vi scrive. Un appello così va assolutamente divulgato il più possibile. Aiutiamo la signora a trovare qualche struttura sanitaria in grado di accoglierla.

«Una volta che l’hanno trasferita a Tempio, dove lo ripeto, è parcheggiata e curata ma non si dispone della necessaria struttura ospedaliera né della specialistica assistenza, nessuno ha mai cercato la soluzione alternativa alle poche strutture abilitate che, come detto, non la vogliono proprio. Quando ci siamo rivolti noi,  era impossibile.

La signora ha un figlio di 5 anni. La classica situazione del cavolo della quale a nessuno importa nulla. Il rifiuto, seppure non ufficiale, da parte di tutte le strutture idonee ad accogliere questa donna, ci spiazza e ci mette in gravi difficoltà. Perché, quando ricevono la complessità del quadro clinico di questa paziente, tutti ci dicono di no. Lo ripetiamo, ha appena 37 anni e tutti i diritti di vivere, di tenere viva una speranza e di godersi questo figlioletto.  La Regione spende dei soldi per questo genere di assistenza, ma per la donna sembra non esista una benché minima speranza di una struttura adeguata. 

So per certo che in Sardegna ci sia qualche struttura facente al caso che è disposta ad accoglierla. Deve uscir fuori per forza. Personalmente non  mi arrendo ma sono avvilita per la mancanza di umanità. Come si può essere indifferenti dinanzi ad una tragedia del genere? L’ospedale non idoneo, le causa delle frequenti infezioni, aggravate dalla sua immunodepressione. E’ senza difese, e basta una infezione alle vie urinarie per causarle dei seri rischi. Non è un ospedale attrezzato per casi così gravi e complessi. Non fa riabilitazione, la fisioterapia dovrebbe farla per diverse ore al giorno».

Invito i lettori alla massima divulgazione di questo accorato ed urgente appello. In gioco ci sta una vita umana, una madre, una moglie,  una donna disperata. Se sapete di strutture sanitarie in Sardegna che possano accogliere questo caso, scrivete al blog o chiamateci al 320 70 72 629. Penseremo noi a far avere indicazioni ai diretti interessati. Grazie!

 

 

 

ggetto

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