Autisti ATS, ancora in alto mare la vicenda.

Calpestati i diritti di 8 persone oggi senza un lavoro.

Nessuna novità per gli 8 autisti ATS che l’azienda ha messo alla porta. Il caso, apertosi all’indomani del loro licenziamento per scadenza del contratto, è esploso perché il loro status prevedeva una assunzione a tempo indeterminato. Una legge nazionale lo prevede quando un lavoratore nell’arco temporale di un congruo lasso di tempo, in 8 anni,  ha svolto 36 mesi di lavoro anche non continuativo. In questi casi, si ha diritto alla stabilizzazione.

FOTO ANSA

Andiamo con ordine e con maggiore chiarezza.

Questa è la premessa del precedente articolo su questa vicenda. E’ meglio riscriverla per capire il meccanismo di questa strana storia.

 Il servizio di Ambulanza e Trasporti della Assl di Olbia, aveva assunto a tempo determinato diversi autisti nel servizio Ambulanza e Trasporti. Tali figure professionali, secondo la legge Madia, dopo 36 mesi di lavoro anche non continuativo, nell’arco temporale di 8 anni, deve essere stabilizzato.

 Il decreto legislativo del 25 maggio 2017 agli articoli 5, 6 e 20 revisionava e disciplinava le tipologie di incarichi di collaborazione. La modalità di reclutamento dei professionisti e il superamento della problematica del precariato. La legge prevede la stabilizzazione di dipendenti in possesso di almeno tre anni di anzianità di servizio, anche non continuativi negli ultimi otto. Prevede inoltre procedure concorsuali riservate, in misura non superiore al cinquanta per cento dei posti disponibili, ai precari della PA.

” Come sempre, la parte debole conta poco”. A scriverci uno dei 5 lavoratori che hanno subito il licenziamento durante il Natale scorso.

” Sei importante se hanno bisogno di te per il servizio che fornisci. Per il resto, sei e resti un numero come gli altri”.

La vicenda degli autisti, anche sui giornali

Gli autisti non ci stanno a questo licenziamento e cercano sponde ove possono per rivendicare questa palese quanto indegna sentenza che mina le loro resistenze finanziarie ma non quelle umane. Intendono proseguire la lolro battaglia e si rivolgono anche ai legali.

L’avvocato gallurese che segue i lavoratori licenziati, sostiene che l’azienda ha assunto quegli autisti, che è l’azienda che ha formulato i contratti e ai dipendenti spetta solo di svolgere le funzioni assegnate, guidare le autoambulanze e occuparsi dei trasporti. Il lavoro, peraltro, è stato svolto in modo ineccepibile, quindi nessun licenziamento per giusta causa ad esempio. L’errore, secondo il legale dei lavoratori, è solo nell’azienda che li ha assunti. Non ci sono, insomma, due contratti differenti semmai un trattamento diverso. Quello che non spetta alle persone fragili a cui si può passare sopra. Tanto, per quel che contano le persone! L’azienda non ammette di aver sbagliato e tira dritto sulla strada dell’errore a monte dovuto ai lavoratori.

In udienza il 18 aprile, l’ATS fa la voce del padrone, la solita spregiudicata potente realtà del drago che sputa fiamme e fuoco contro chiunque osi ribellarsi ad evidenti torti subiti. Conosciamo bene il meccanismo anche per il Paolo Dettori di Tempio. La depredazione della sanità pubblica in questi anni ha conosciuto decine di questi tristi passaggi. Sui servizi sospesi e definitivamente chiusi in maniera illegittima, decine se non centinaia di solleciti dei sanitari affinché si avessero delle risposte alle carenze nei servizi ospedalieri, mai accolte e mai degne di una risposta. L’ATS agisce per risanare i conti ma nella storia degli autisti licenziati, si va anche oltre. In realtà, non è nemmeno un risparmio di spesa, dal momento che la figura di autista è indispensabile per i mezzi di soccorso e per ogni attività legata agli spostamenti su ruota dell’azienda.

 

 

“Gli autisti precari non hanno alcun diritto”. tuona l’azienda.

Alla fine di questo mese, data da stabilire, ci sarà una udienza, la prima per 3 degli autisti in causa con l’ATS. Si teme il peggio, ossia la non accettazione dell’azienda ad accogliere la conciliazione e la stabilizzazione degli autisti precari.

Allora la lettera, arrivata al blog, scriveva :

“Altra nota dolente  è la graduatoria dei precari delle autoambulanze e trasporti. Funziona che gli ultimi arrivati ora sono i primi? Non dovrebbe essere così, eppure le cose sono proprio in questi termini. Gli ultimi sono entrati con punteggio molto inferiore al nostro, ma ora ci vediamo scavalcati da loro. Verranno confermati per ulteriori 6 mesi, mentre noi lo siamo stati sempre  per 3. Il loro punteggio sale e loro sono avvantaggiati”.

“Già sappiamo cosa succederà – ci scrivono oggi – l’azienda non accetterà la conciliazione ma vogliamo andare sino alla fine. Nel frattempo, si riducono le nostre potenzialità economiche, chi è senza lavoro sa quali immani sacrifici si devono affrontare oggi per sostenere una causa legale, ma non intendiamo mollare”.

Prima o poi, qualcuno dovrà riuscire a sconfiggere il drago e le sue bocche da fuoco.

L’augurio è che sta terribile odissea di questi padri di famiglia senza lavoro, di famiglie che stentano a stare appresso a questi abusi senza una legge che le suffraghi. Come ripetiamo spesso: ” Se lotti per un tuo diritto, infrangi la legge e di conseguenza sei un fuorilegge. Chi la legge la usa a proprio arbitrario vantaggio, quella legga la sta applicando.

Si, ma quale legge? Se è proprio una legge nazionale che sancisce quanto questi autisti stanno chiedendo?

Per amore della giustizia, saremo sempre con chi questa tirannia la sta subendo, con chi è vittima di poteri forti ben nascosti dietro cravatte e dopobarba profumati o suadenti essenze femminili. Prima o poi, lo ripetiamo, verrà smantellata questa azienda che ha solo pensato ai conti fregandosene dei diritti della salute, e di tutti questi autisti precari che dal dicembre scorso sono senza un lavoro e senza uno stipendio.

 

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