Autopsie in Germania, tutti i decessi imputabili a malattie pregresse.

Autopsie in Germania: tutti i morti avevano gravi malattie pregresse

Il medico legale di Amburgo Klaus Puschel ha effettuato circa 200 autopsie sui pazienti morti. “Il Covid-19 va trattato come una normale malattia”.

Che le autopsie avrebbero svelato il motivo della morte di migliaia di persone è abbastanza plausibile, se non la sola maniera per capire la causa dei decessi. Quel che fa pensare, è invece quanto è accaduto, ossia il non averle volute fare. L’Italia ha scelto la via breve, decidendo di mettere in una bara i morti e destinarli alla cremazione.

In tal modo, così come affermano Giuseppe Palma, giurista e  Paolo Becchi, filosofo e accademico, “Tra la fine di febbraio e la metà di aprile i morti sono più di ventimila. Dove metterli? Che domande, bruciateli. La civiltà è morta a Bergamo con la fine del rispetto per i defunti. L’immagine dei carri militari che trasportano i morti verso i forni crematori fuori regione fa il giro del mondo. Ma perché la cremazione sia lecita, ai sensi della Legge n. 130/2001, occorre la volontà – scritta o orale – espressa dal de cuius, oppure da parte del coniuge o, in difetto, dei parenti più prossimi. È avvenuto tutto regolarmente?”.

Tornando alla Germania, le cose sono andate pressapoco come in Italia per quanto riguarda le autopsie. Nel momento in cui sono state eseguite, sono venuti fuori gli errori diagnostici sulla causa di morte che erano imputabili, secondo gli esperti italiani, al Covid-19.

Scrive Affari Italiani:

Le autopsie in Germania riaprono il dibattito

Le autopsie dimostrano che le persone decedute avrebbero tutti avuto patologie pregresse, infatti, con il Covid che avrebbe sostanzialmente accelerato l’inevitabile.

D’altronde è dall’inizio della crisi che anche in Italia si fa presente come si muoia “con” il coronavirus e non sempre “per” il coronavirus, come ripetuto più volte da Borrelli nelle conferenze stampa della Protezione Civile. Ma quelle autopsie prima negate e ora consentite avrebbero potuto dare molti elementi utili e più velocemente.

Il dott. KlausPuschel

Nonostante, come in Italia, all’inizio della crisi sanitaria fosse stato sconsigliato, Puschel ha effettuato circa 200 autopsie su pazienti morti ad Amburgo. E senza eccezione, tutti hanno avuto gravi malattie precedenti che avrebbero fortemente limitato la loro aspettativa di vita, ha sottolineato il medico. Non solo. 

“Sarebbe razionale classificare semplicemente la pandemia tra i molti pericoli e malattie che esistono nel mondo e nella vita. Continuo a vedere persone nel mio istituto che hanno deliberatamente accettato grandi rischi. Come fumatore, mentre si mangia, durante il sesso. Dovrebbero, purché non mettano in pericolo nessun altro. Viviamo la nostra vita finché ce l’abbiamo”, ha detto Puschel, in dichiarazioni che hanno fatto molto discutere.

A proposito degli anziani, Puschel ha detto che

“Hanno bisogno della loro famiglia”, chiedendo che possano esser lasciati nel loro letto.

“Se questo virus entra in una casa di cura con persone molto anziane e molto malate, ci sono morti, sì. Ma anche lì sopravvivono. infastidisce: viene detto solo il lato negativo, non come può finire bene”.

“Mi dispiace che alcune persone si siano sentite trattate con disprezzo da me, lo direi in modo diverso ora. Alcuni mi hanno scritto che non ho risposto affatto ai loro bisogni e che avevo dato una valutazione superficiale della vita umana in età avanzata. Mi dispiace e dico, che non faccio distinzioni tra vite vecchi e giovani “.

In Italia il Ministero ordinava: “Le autopsie non vanno fatte”. 

Il 10 maggio, una circolare del Ministero della Salute dava precise indicazioni al paese. Le autopsie non vanno fatte. Sempre affari Italiani che a questo link pubblicaò allora la circolare del Ministero, aggiunse:

“Come il lettore ricorderà, la svolta nella lotta al Coronavirus è arrivata poco tempo fa, quando qualche medico ospedaliero fuori dal coro si è preso la briga di fare le autopsie sui cadaveri dei pazienti deceduti durante la pandemia. Grazie a queste autopsie si è potuto così scoprire che il primo effetto del Covid 19 è la CIDCoagulazione Intravascolare Disseminata. Cioè la formazione di grumi nel sangue e di trombosi. Solo in seguito e nei casi resistenti alle cure antitrombosi arrivava la polmonite interstiziale doppia. Abbiamo così capito che i trattamenti fin li seguiti negli ospedali, basati sulla ventilazione meccanica nelle terapie intensive , erano controindicati. Si può dunque dedurre – ma mancano i dati e forse mancheranno sempre – che fino alla scoperta rivelatrice fatta dopo l’effettuazione di alcune autopsiele complicanze da Covid sono state in qualche misura prodotte da errate diagnosi e, conseguente inadeguata tertapia.

 

 

Related Articles