Barriere Architettoniche, Tempio vista dai ragazzi dell’Istituto Tecnico Don G. Pes.

Un progetto valido, fattibile, da prendere in considerazione dalla nostra Amministrazione Civica.

Le barriere architettoniche rappresentano il confine tra una città vivibile per tutti ed una che lo è parzialmente. Sono un segno di vera civiltà e di dignità verso chi non ha la medesima possibilità di viverla e poterla “usare” in ogni luogo. Si tratta spesso di problemi invisibili ai più. Per altri, sono montagne scoscese ed insormontabili perché non sono autonome come la maggior parte di noi.

Nasce da un insegnante e dal consenso di tutti gli altri docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale-Geometri Don Gavino Pes. E’  un progetto sviluppato con diversi studenti della scuola.  L’ambito è quello della modalità didattica Alternanza Scuola-Lavoro.

L’Alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica innovativa. Attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti.  Lo scopo è arricchirne la formazione ed orientarne il percorso di studio. Obiettivo è  un futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.

L’Alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015.

“Una città senza barriere architettoniche, non perfetta ma almeno accogliente”

Gli studenti davanti a due luoghi con barriere architettoniche
Elenco degli studenti del progetto

Il progetto della scuola tempiese, riguarda gli studenti della 3^ C.A.T. Sono in tutto 15 della classe 3^ Costruzioni Ambiente Territorio.  Percorrono ogni strada, ogni via e ogni piazza della città, rilevano, evidenziano, documentano con foto e scritti ogni luogo con presenza di barriere architettoniche. E’ un lavoro enorme, ma assieme al loro docente, sanno che esiste un articolo della costituzione, l’art, 3, che impone pari dignità sociale a ogni cittadino. Le foto sono spietate quanto reali, evidenziano le barriere in tantissimi spazi esterni. Fotografano la realtà esistente e quegli elementi fisici che limitano o impediscono l’accesso a tutti.

Il fine del progetto e migliorare l’accessibilità delle persone disabili e non, costrette spesso a vivere in ambienti con barriere, sia quelle architettoniche che quelle sensoriali. Vorrebbero una città fruibile da tutti. Pensano ad una città migliore per accoglienza, per i cittadini stessi ma anche per i visitatori. Una città insomma ” se non perfetta almeno accogliente”.

I docenti del progetto

Il lavoro si indirizza a dare delle risposte specifiche per casi particolari ma non solo. Le barriere esistono lungo i percorsi pedonali, nelle connessioni tra esse e le zone parcheggio. Bisogna risvegliare le sensibilità di tutti. La città è vissuta ogni giorno dai suoi cittadini ma anche da visitatori esterni ai quali deve essere consentita la piena fruibilità.

Il concetto di barriere architettoniche si associa, di norma, alle carrozzine per disabili ma ne esistono tante altre così come diversi sono i gradi di invalidità. Si pensi, ad esempio, ai non vedenti o agli ipo-vedenti, questi ultimi con un residuale grado di vista che devono avere autonomia nei movimenti. Ogni ostacolo, per costoro, rappresenta una barriera che deve essere eliminata. Tra gli altri, anche gli anziani, i portatori di malattie degenerative, quelli che hanno infortuni temporanei, le donne gravide, genitori e nonni con carrozzine. I lavoratori che occupano spazi pubblici per operazioni di carico e scarico. I carrelli dei supermercati da trascinare quando si fa la spesa. Le barriere architettoniche sono tante e riguardano praticamente tutti.

 

Le barriere architettoniche e il concetto di accessibilità 

Il concetto di accessibilità viene introdotto a livello normativo nell’ambito delle strutture edilizie e delle immediate pertinenze. Eì’ il decreto D.P.R. 503/96 che lo norma per gli spazi urbani per quanto attiene alla “accessibilità urbana”. A pensarci bene, come il progetto degli studenti indica, siamo tutti disabili in qualche momento della nostra vita. Un bambino, una persona con la gamba rotta, un genitore con la carrozzina, un anziano. Chiunque di noi si è trovato in qualche situazione in cui ha percepito come avviene per i disabili, il concetto di barriera architettonica. Chi resta normo dotato per l’intera vita, rappresenta una eccezione e non una regola.

Gli ambienti devono essere privi di barriere affinché vengano soddisfatte le esigenze di tutti.

Lo studio degli studenti si inoltra in specifiche che riguardano il loro studio, evidenziano con strumenti e dati del loro bagaglio quanto osservano. Misurano, fotografano e quando non esplicano con disegni chiarissimi ogni spazio e ogni possibile barriera esista.

Il progetto si estende anche alla normativa vigente, come la prima norma dettata su questo argomento, la legge 30 del 1971. Successivamente il D.P.R. 384 del 1978. La disciplina sulle barriere architettoniche nell’edilizia privata  nasce con la legge del 9 gennaio 1989, n. 13 e con il seguente regolamento d’attuazione.

Gli aspetti a ampio spettro sull’handicap vengono affrontati con la legge del 5 febbraio 1992, la n. 104.  La  Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.”

Il D.P.R. del 24 luglio 1996, n. 503, ha dettato nuove norme in materia di edilizia pubblica. Infine, la legge n. 67 del 1 marzo 2006, garantisce misure giudiziarie per le persone con disabilità, vittime di discriminazione.

 

Le varie fasi del progetto sulle barriere architettoniche

  • Fase 1. La fase cognitiva con tutti i docenti della classe. orientamento attraverso lezioni specifiche per la conoscenza del problema. Normative, sistemi di rilievo, modalità di restituzione grafica e sicurezza:
  • Fase 2. Stage per
  • a) operare il rilievo e redigere le carte tematiche con documentazione da sviluppare a scuola-;
  • b) rilevamenti fotografici
  • Fase finale.  Valutazione e incontro con gli utenti interessati dalla proposta durante la quale gli studenti si relazioneranno con amministratori comunali per proporre il progetto.

I rilevi sulla città, il primo passo del progetto

Le strade, la viabilità pedonale, parcheggi, attraversamenti stradali, accessi a edifici pubblici, accessi ad edifici di uso pubblico, spazi verdi e piazze. Sono questi i luoghi che gli studenti visitano e fotografano, documentano, studiano ed elaborano.

Le strade. 

Le pavimentazioni in granito sono spesso pericoli e rischi. Impediscono il transito in sicurezza delle persone creando vere barriere architettoniche. Una sistemazione dei rilievi, delle sporgenze, avvallamenti, dei gradini, sarebbe già un buon rimedio per assicurare la perfetta planarità delle strade. Una maggore cura della posa delle lastre di granito quando per certi lavori devono essere tolte. Sulle pavimentazioni in calcestruzzo, devono essere logicamente eliminate le buche e i dislivelli dovuti agli anni e da rifacimenti non consoni. L’augurio – scrivono i ragazzi – è che il futuro determini una maggiore consapevolezza anche in virtù del decoro urbano.

Viabilità pedonale

Le barriere architettoniche sono create da marciapiedi di limitata larghezza, presenza di pali di illuminazione pubblica, cartelli segnaletici, areddi che impediscono la fruibilità a persone diversamente abili. Pavimentazioni spesso con piani non omogenei e regolari. Accessi strada/marciapiede privi spesso di elementi di raccordo per chi dispone di una sedia a rotelle o per chi spinge una carrozzina.  Troppo si deve fare ancora per chi si scorda di rispettare gli altri. Rampe di accesso ai marciapiedi con pendenza ben oltre l’8% di legge, spesso posizionate in punti pericolosi della strada. A volte, quando lo stesso marciapiede non è abbastanza largo, sono pali stradali, talvolta i grossi bidoni dei rifiuti a fungere da ostacolo ad una carrozzina. Ciò costringe un disabile a muoversi nella sede stradale, con evidenti rischi per la sua sicurezza.

Parcheggi e attraversamenti stradali, barriere architettoniche poco considerate

I parcheggi per persone diversamente abili, per legge, devono avere una larghezza minima di 3,20 mt e una lunghezza non inferiore ai 6 mt. Nel sopralluogo degli studenti, sono numerosi i rilievi fatti per questi stalli. Gli studenti consigliano manutenzione con vernici luminescenti che permettano anche una loro visione notturna. Non sempre presente la rampa in corrispondenza dei parcheggi. Il parcheggio per disabili di piazza del Carmine, non è idoneo.  E’ adiacente ad una zona di carico e scarico che limita la fruizione del parcheggio stesso perché ad esso si accede dalla rampa spesso occupata da mezzi.

 

 

Accessi agli edifici pubblici, barriere architettoniche comuni

Dai sopralluoghi degli studenti, risulta sempre un gradino di troppo che limita l’accesso agli edifici pubblici. Esiste raramente una rampa apposita o una piattaforma mobile. Di fatto, non è mai esistito personale formato per questo genere di aiuto.

Accessi ad edifici di uso pubblico

Sono locali privati di uso pubblico, ristoranti, bar, banche, negozi. Le aziende soggette al collocamento obbligatorio, gli studi professionali. Una considerazione a parte – rileva lo studio – è quello degli ipo vedenti o non vedenti. Per queste persone non sono barriere architettoniche questi accessi ad edifici di uso pubblico se risultano accompagnati. In realtà, sono barriere sensoriali e mai vengono adottati provvedimenti volti a rendere autonomo il loro accesso. Il problema si pone nelle nuove opere che devono prevedere pavimentazioni adeguate, spazi agevoli, ascensori e percorsi e, nel caso di funzioni socialmente rievanti, anche materiali adeguati e mappe tattili. Un problema serio è quello dei bancomat dove nessuno degli sportelli a disposizione, è concepito a misura di disabile.

Spazi verdi, Piazze 

Avere la possibilità di godere degli spazi verdi, della luce di una bella giornata, favorisce come noto anche l’umore delle persone diversamente abili ed in generale di tutti noi. Il verde della vegetazione  ha effetti positivi e in generale i benefici che si traggono dal piacere di stare all’aria aperta, favoriscono la nostra salute psichica e fisica.

Il Parco delle Rimembranze lo scorso anno

Nei sopralluoghi, gli studenti rilevano nei parchi della città mancanza di attrezzature, pavimentazioni non idonee, persino i giochi non accessibili ai bambini con disabilità nelle aree verdi pubbliche. E’ così al Parco delle Rimembranze, Parco Grandi e Piazza del Popolo.

Parco Grandi

Compromessi dunque anche i diritti dei bambini (art. 23 e 31 dei diritti dell’infanzia UNICEF). Questi luoghi, creati per il divertimento dei bambini, sia abili che diversamente abili, devono essere accoglienti e non occasione per frustrazione e limitazione all’accesso. Accessibilità ma anche sicurezza. Eliminare non solo le barriere architettoniche ma anche rendere i luoghi frequentati puliti e adeguata manutenzione.  Scegliere l’area da desinare a luogo pubblico di verde, per giochi, per semplice passeggiata o riposo, deve avere alla base la progettualità per i servizi da realizzarvi. Sempre a misura di tutti, persone abili o diversamente abili. Quindi, servizi igienici, punti ristoro,  panchine, fontanelle, cestini per rifiuti,  in modo da non creare ostacolo o peggio, vere barriere architettoniche, a chi ha mobilità parziale.

Le attrezzature dell’area giochi richiedono attenzione e manutenzione, quando non sostituzione di giochi rovinati. 

Barriere architettoniche e considerazioni finali del progetto degli studenti

Lo studio dei ragazzi della 3^ C.A.T. dell’Istituto Tecnico Professionale – Geometri Don Gavino Pes, sviscera la problematica delle barriere sotto ogni punto di vista. Lo fa con oculata sapienza e tecnica professionale e riesce a coniugare i due aspetti del lavoro con gli ingredienti di una spiccata sensibilità ed attenzione verso questo serissimo argomento. Un problema di cui conosciamo le difficoltà anche urbanistiche per essere realizzato in toto ma, come i ragazzi concludono questo loro progetto, le loro parole racchiudono il loro sentire e la loro dedizione che speriamo serbino anche in futuro.

Se un disabile non ha la possibilità di accedere ad un luogo, quel luogo non esiste più per lui, così come non esiste più come consumatore o come cliente per quel luogo.

La disabilità non è una questione di classe sociale o di ricchezza.

 

 

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