Bluff dell’ecobonus 110%!

Il sospetto del bluff per quanto riguarda l’ecobonus 110% era abbastanza prevedibile, dal momento che troppi erano i vantaggi e zero i rischi per chi intendeva usarlo.

Nel frattempo, decine di imprese del settore energetico si sono fiondate con proposte di utilizzo di questi incentivi catturando l’interesse di moltissime famiglie, attratte dalle zero spese e da un miglioramento della propria abitazione.

A chi non interessava un impianto fotovoltaico nel quale non avremmo avuto un centesimo di spesa,  luce gratis e persino la colonnina per ricaricare l’auto elettrica, a sua volta accumulatore di riserva di energia?

Nel DPCM, sbandierato da Conte con la proposta del 110%, però mancava e manca il decreto attuativo, ossia prima di avviare l’ecobonus, si deve attendere che diventi legge. E questo passaggio doveva avvenire esattamente da ieri, 1 luglio 2020, e valido sino alò 1 luglio del 2021.

Confartigianato, precisa:

Oggi sarebbe dovuto entrare il vigore il Decreto “110%” ma la norma è ancora in discussione. Da Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Edilizia Sardegna) appello a Governo e Parlamentari: “Approvare la norma in modo definitivo e fare in fretta. I committenti attendono chiarimenti mentre le imprese sono ferme”.

Ecobonus al 110%: chi lo ha visto?

Oggi sarebbe dovuto partire l’ecobonus che avrebbe consentito, a privati e imprese, di detrarre completamente le spese sulla riqualificazione energetica per i lavori su case e laboratori.

In questo momento di approvato c’è solo il decreto, i cui emendamenti, che potrebbero modificarne la struttura in modo importante, come per l’estensione fino al 2022, sono ancora in discussione in Parlamento – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Ediliziail problema è che mancano anche i decreti attuativi, e le relative circolari dell’Agenzia delle Entrate e dell’ENEA”.

“Questa norma, che avrebbe avuto lo scopo di rilanciare le attività del settore casa, quindi edilizia, impianti, serramenti – continua Melonirischia di ottenere l’effetto opposto a quello voluto, creando più di una situazione paradossale nella quale anche i lavori già decisi prima del lockdown vengono sospesi in attesa di atti concreti e applicabili. Per questo ai nostri Parlamentari sitiamo chiedendo chiarimenti sui tempi di questo provvedimento chiesto fortemente da Confartigianato Sardegna”.

Sede di Confartigianato tempestata di domande

In tantissimi, tra imprese e privati, in queste settimane, chiamano le sedi di Confartigianato in tutta la Sardegna chiedendo informazioni.

Proviamo a rispondere a tutte le domande di imprese, tecnici e cittadini allettati da una occasione che forse non si ripeterà più – continua il Presidenteanche se molte volte, senza documenti certi, è difficile fornire risposte certe ed esaustive”. “Nonostante una convincente operazione di comunicazione – spiega Meloni – il Decreto Rilancio, che contiene la possibilità di detrarre dalle tasse fino al 110 per cento della spesa per una serie di lavori di efficientamento energetico, in realtà non è stato dotato delle gambe per camminare e sta provocando, paradossalmente, una situazione di stallo”.

Secondo Confartigianato Sardegna, infatti, si tratta di un Decreto Legge, che deve essere convertito, e già questo pone incertezze, perché spesso la legge di conversione contiene modifiche al testo originario, poi perché mancano i decreti attuativi, che devono chiarire molti aspetti applicativi e certamente mancano le direttive dell’Agenzia delle Entrate, che rendano certi gli interventi e i requisiti che consentono la detrazione fino al 110 per cento e applicabile la cessione del credito.

Il bluff: arrivano in casa le imprese ma al massimo si parla dell’80%. 

Esperienza diretta quella mia che racconto. Chiamano imprese del fotovoltaico a pèroposito. Persone serie e preparate che fanno preventivi ma al massimno le detrazioni arrivano all’80% e ci sono anche delle spese accessorie. Tutto diverso da come presentano l’ecobonus 100% qualche tempo fa. Ci dicono di affrettarci che ci sarebbe una fila chilometrica di richieste ed era necessario prenotarsi per i lavori. Già questa cosa fa storcere il naso perché nessuno ti ha cercato ma sei tu che vieni da me a cercarmi. Ergo, anche le imprese, si ritrovano inermi a parlare coi clienti di ecobonus quando lo stesso nojn esiste ancora.

Sull’ecobonus Confartigianato precisa

Questo – continua il Presidente Meloni – è uno degli aspetti più interessanti per i cittadini, perché permette loro, in sostanza, di fare i lavori senza pagare, ma è anche uno dei punti più critici per le imprese, perché non tutte le aziende possono permetterselo e allora si deve fare ricorso all’intervento di banche, assicurazioni, finanziarie e simili. In generale, è passato il messaggio che posso cambiare la caldaia o gli infissi e non pago nulla, anzi ci guadagno anche qualcosa. Non è così, o almeno non è così facile”.

Infatti la norma prevede che, per accedere al super sconto del 110 per cento, è necessario che l’immobile, dopo gli interventi, acquisti una certificazione energetica di almeno due classi superiore a quella precedente.

Continuiamo ad assistere le imprese – rimarca il Presidenteanche per spiegare che, in questo momento, il meccanismo non è così semplice: i lavori per accedere a questo bonus sono importanti, ci vuole un impegno finanziario importante (da 30 a 60 mila euro) e non si può dire su due piedi se ciò che il cittadino vuole fare può rientrare nella detrazione. Per capirlo, a parte le lacune normative già evidenziate, ci vogliono professionisti specializzati e vanno chiamate in causa più aziende”.

Il boomerang, altrimenti detto bluff, dell’ecobonus.

L’Associazione degli Artigiani sottolinea anche il fatto di come ci sia da segnalare anche un altro aspetto che ha del paradossale: attualmente le aziende si sono ritrovate a doversi fermare perché anche chi aveva già deciso, prima del lockdown, di fare lavori di efficientamento e poteva scaricare somme inferiori, ora dice di bloccare tutto perché vuole rientrare nel 110 per cento. Insomma un vero e proprio boomerang, altro che rilancio. Senza dimenticare che le piccole imprese non possono sostenere uscite di liquidità ingenti, anticipando lo sconto, e saranno quindi costrette a dire di no a molti lavori.

Il governo chiarisca su ecobonus: proclami per il rilancio o ennesimo bluff contro il paese?

L’appello di Confartigianato Sardegna al Governo, è quindi quello di chiarire le cose e fare presto, già nella legge di conversione e nell’emanazione dei decreti attuativi e delle circolari esplicative.

Noi di Confartigianato Sardegna – conclude Meloni – stiamo lavorando su vari fronti, in particolare sulla cessione del credito, e chiediamo a banche, assicurazioni e finanziarie che sostengano le operazioni delle piccole imprese, per evitare che ad avvantaggiarsi di questa opportunità siano unicamente le grandi aziende strutturate. Serve che il Governo chiarisca al più presto tutto il necessario, altrimenti, invece che agire per il rilancio, questa norma bloccherà le imprese per altri tre mesi, e dopo i tre di lockdown non possiamo proprio permettercelo”.

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