Bracciali elastico compressivi, ATS e Asl sotto accusa.

Mesi ed anche anni di attesa per avere dall’Asl i bracciali elastico-compressivi.

I bracciali elastico compressivi sono presidi indispensabili alle donne che hanno subito una mastectomia. Un gruppo di donne, riunite sotto la voce “Movimento Donne libere in lotta per il diritto alla salute”, solleva il problema che esiste da anni. Un’altra delle conseguenze della poca salute della Sanità sarda, devastata dai tagli alla spesa sanitaria.

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Si chiama “Movimento Donne libere in lotta per il diritto alla salute”, e da ieri mattina, a Tempio, hanno deciso di rendere pubblica la loro condizione:

“Per protestare contro l’assoluta mancanza di attenzione, nei loro confronti, da parte di Ats e Asl. Vengono ignorate continuamente, si ostinano a non fornire loro, “donne mastectomizzate, con marcato linfedema agli arti superiori”.

Non si fornisce loro il bracciale elastico-compressivo previsto dalle norme per le pazienti senologiche oncologiche.

Un presidio medico importante, scrive il comunicato, senza il quale è impossibile, ad esempio, effettuare le necessarie sedute di massaggi di linfodrenaggio. Anche questi ottenuti sempre con grandi difficoltà burocratiche a causa delle lunghe liste d’attesa.

La mancanza di bracciali elastico compressivi di cui si parla, spiegano le donne, annulla di fatto i risultati che dovrebbero arrivare dall’intervento del  fisioterapista. Innescando così una sorta di giro vizioso, dove la carenza di uno inibisce l’applicazione dell’altro.

In questo modo, prosegue il comunicato, ogni tentativo di miglioramento e di normalità viene purtroppo vanificato. Questo stato di cose, scrivono ancora le donne, “si ripercuote negativamente sul nostro stato psicologico già provato nel corpo, dal dolore e dal gonfiore evidente”.

Ats e l’Assl: tagli dissennati anche sui bracciali elastico compressivi

“ Privazioni attuate praticamente sulla pelle dei pazienti”.

“Non si risparmia, scrivono, con decisioni prese finora da una sola persona che ha fatto solo danni alla nostra Sanità con l’unico scopo di risparmiare.

Ora con i cambi di guardia annunciati, come Movimento abbiamo la percezione però che per noi, le cose anziché risolversi si stiano “trascinando”.  E’ in atto una forte regressione nei servizi sanitari in tutti i reparti, sia di Olbia che di Tempio. Vogliamo infatti segnalare le lunghe liste d’attesa per gli screening mammari e ginecologi.

Le agende della Smac in un primo momento bloccate, le lunghe attese per controlli di follow-up e appuntamenti annullati per la Pet per la mancanza del radio farmaco indispensabile per eseguire l’esame. A tutto ciò si aggiunga, per esempio, la situazione del DH oncologico di San Pietro, dove sulle criticità per noi esistenti, a seconda delle persone con cui parliamo, dirigenti sanitari, medici,  paramedici, e personale vario, si ricevono spesso risposte discordanti fra loro che creano in noi un forte disorientamento e grande angoscia.

Al più presto, conclude il comunicato, chiediamo di incontrare il nuovo assessore regionale onorevole dottor Nieddu per una sollecita soluzione di quanto stiamo segnalando da mesi, agli organismi locali, senza nessun risultato”.

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