Calangianus, “bagarre” sul restauro del palazzo Corda.

Lavori eseguiti senza il parere favorevole della Sovraintendenza

Calangianus.  Cè in subbuglio in paese per una vicenda legata ai lavori di restauro dell’antico e prestigioso Palazzo Corda. A suo tempo, il palazzo è individuato come sede di una Biblioteca e di Museo del Costume dei paesi della Gallura. 

Il comune di Calangianus -foto galluranews

La cronologia dei fatti risale a molti anni addietro, esattamente sotto la giunta del sindaco Antonio Scano. Si presenta una richiesta alla Soprintendenza per un restauro e una nuova funzionalità dei locali al fine di insediarci una biblioteca, un museo del costume gallurese dentro un palazzo datato 1885, quindi di assoluto valore storico e culturale.

I lavori autorizzati vengono eseguiti nei termini che la legge sui vincoli architettonici prevede. In ottemperanza, dunque, con le normative vigenti. Si arriva alla penultima amministrazione, quella Loddo. La amministrazione conclude i lavori nel 2016, dopo aver ottenuto un finanziamento di 850.000 €.

Il 2017, per Calangianus, è l’anno delle nuove amministrative che vedono la nomina a sindaco di Fabio Albieri. 

Sulla base di criteri evidentemente contrari alle disposizioni di legge, la giunta procede all’esecuzione di lavori non contemplati ed eseguiti secondo regole non conformi a quelle vigenti. Tant’è che avviene una sospensiva dei lavori stessi da parte dell’autorità competente nel dicembre del 2018.  Una ordinanza della Soprintendenza ai Beni Culturali e del Paesaggio di Sassari e Nuoro blocca i lavori.  Si parla di gravi irregolarità procedurali e difformità  rispetto alle prescrizioni di una vecchia autorizzazione ed al progetto esecutivo già approvato.

 L’interrogazione della minoranza in consiglio

“Risulta che recentemente la soprintendenza, terminata la fase istruttoria, abbia comunicato all’amministrazione comunale l’ avvio di un procedimento sanzionatorio secondo art 160 del dl n 42 del 24/02/2004 (cd codice dei beni culturali e del paesaggio ). Ordinando a codesta amministrazione  la messa in ripristino di un gran parte delle lavorazioni eseguite   senza autorizzazione.   Compresa una variante in corso d’opera con aumento di spesa, approvata con deliberazione di giunta comunale numero 91 del 3 luglio 2018. Tale variante,  non è sottoposta all’attenzione della soprintendenza per il controllo e le eventuali prescrizioni se in difformita’ alla normativa di tutela dei beni culturali.

Nella fattispecie, tra gli interventi censurati  vi sono la messa in opera di persiane in pvc per le quali se ne ordina la rimozione e la sostituzione con persiane in legno.  Come previsto nel progetto esecutivo. La rimozione di nuovi e il ripristino di alcuni antichi infissi interni ed esterni ( porte e finestre ) dopo  restauro eseguito da figure professionali in possesso dei requisiti di legge ( og2-A). La ri-pittura dei portoni, ivi compreso quello dell’ingresso che si affaccia su piazza Angioj. La rimozione dei nuovi dipinti murali  e della tinteggiatura degli interni eseguiti in maniera totalmente arbitraria e irrispettosa della qualità architettonica dell’immobile, in totale difformità al progetto esecutivo. 

La procedura sanzionatoria prevede anche una sanzione di 77 mila euro per i lavori che hanno causato la perdita definitiva del bene vista la  totale demolizione di antiche decorazioni non più recuperabili.

Dalla lettura della documentazione si rileva un grave possibile danno erariale che potrebbe compromettere i già precari equilibri finanziari di questo ente  oltre che alla mancata fruizione del bene tutelato da parte della nostra comunità di Calangianus”.

Gian Martino Loddo, amministratore di minoranza nel consiglio domunale di Calangianus

Io ho trovato il finanziamento e ho approvato in giunta il progetto esecutivo.  C’era una vecchia autorizzazione della soprintendenza e gli uffici avrebbero dovuto mandare il progetto esecutivo alla soprintendenza per le osservazioni aggiuntive. Contemporaneamente, si doveva segnalare l’inizio dei lavori. Questo non viene fatto.  Fino a quando ci sono  io sindaco, i lavori iniziati hanno interessato unicamente quelle parti  già  autorizzate. Quando vado via io si sono sbizzarriti e ne hanno fatto quanto Carlo in Francia. In completa difformità rispetto anche al progetto esecutivo approvato dalla mia giunta. Il nostro comune rischia il dissesto in un particolare momento di estrema difficoltà.  Questo a causa di una spregiudicata condotta in barba alle restrizioni imposte dalla Soprintendenza”.

 

 

 

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