Calangianus, il pericolo è la “dispersione scolastica”. Poi, di fatto, esecuzioni in massa di piccole ma vitali realtà del nostro territorio. La situazione dell’IPIA di Calangianus in una lettera degli studenti.

Calangianus, 13 settembre 2014-

Tagli, colpi di forbice ovunque, ridimensionamenti nella Sanità, nella scuola, nei diritti dei malati e nell’assistenza sociale. Queste le novità dei governi degli ultimi anni. Trovare dove non si deve la ricetta per curare i mali di questa nostra Italia allo sbando. Aumenti di tasse quando il momento è quello meno opportuno e sperare che tutto passi sotto il tacito assenso degli italiani ai quali tutto si fa subire, in nome di una realtà drammatica che alla fine subiamo sempre e solo noi. I piccoli ospedali devono essere chiusi, le autonomie locali devono essere accorpate a realtà centrali che magari sono a centinaia di chilometri di distanza. Come dire, se vuoi è così, se non vuoi è lo stesso. Tutto ci viene calato dall’alto come una mannaia, senza poter avere reazioni di alcun tipo. Quel che succede non può nemmeno essere definito “vergogna” ma violenza, mobbing, sopraffazione come se fossimo dei sudditi senza cervello di una oligarchia di boia vestiti in abito gessato. La politica ha fallito ovunque e continua ad essere SISTEMA al quale dobbiamo adattarci prima ancora che discuterlo. Il sistema non si discute mai, si impone ad un popolo di burattini quali siamo diventati. Ci hanno fatto credere nell’euro, nell’economia, nel debito pubblico, abbiamo imparato cos’è lo spread, il PIL, il default. Tutte panzane e tutte calate dall’alto con termini volutamente astrusi per gente ignorante quali loro pensano che siamo. Scopri successivamente che tutto è un bluff, dai media su carta a quelli televisivi che spacciano per “verbo” ciò che è tutto una truffa, un’invenzione per educande. La crisi, per meglio dire l’economicidio, è tutta voluta per renderci ancora più schiavi e sottoposti al volere di questi cialtroni del parlamento che se ne fregano di noi e dei bisogni reali della gente con la complicità di economisti del sistema, personaggi che magicamente individuano sempre la soluzione nelle tasche degli italiani. 

Un esempio viene da questa lettera scritta dagli studenti dell’IPIA, Istituto Professionale di Calangianus  a rischio chiusura. Chi se ne importa di loro? Del loro futuro e di quello di tutti i giovani studenti che sperano in un posto di lavoro? Chi se ne frega se questi studenti senza un diploma che non potranno prendere e che saranno come tanti altri carne da macello e futuri sudditi di Sua Maestà Il Sistema?

Al Dirigente Dell’Ufficio Scolastico Regionale Cagliari

p.c Ing. Roberto Reggi Sottosegretario di Stato Al MIUR 

Siamo un gruppo di ragazzi che frequentano l’Istituto professionale N. Ferracciu di Calangianus. Sette di noi frequentano l’indirizzo chimico biologico, unico in Sardegna. Siamo arrivati alla classe quinta, ma non siamo stati ammessi all’esame di Stato. Vorremmo diplomarci, ma ci viene negato il diritto allo studio. Alla nostra scuola infatti non è stata concessa la classe per noi. In teoria dovremmo frequentare un altro corso di studio. Seguire il corso di meccanica e non più di chimica. Come mai, se lo scorso anno facevamo parte di una classe articolata sui due indirizzi,( chimico e meccanico in una classe di trenta studenti)  quest’anno questo non è più possibile? In quinta dovremmo cambiare totalmente mentalità e tipologia di materie, e recuperare delle discipline  che non conosciamo affatto, come quelle dell’indirizzo meccanico. Ma stiamo scherzando? Noi siamo chimici, nonostante la non ammissione all’esame di stato, defallance che può capitare a qualsiasi studente.

Un altro gruppo è invece composto da ben 16 ragazzi che in teoria dovrebbero frequentare la classe quarta, indirizzo Mat ( meccanica). Ma anche questa volta non ci è reso possibile farlo. Alla nostra scuola non hanno concesso neanche tale classe. Siamo ragazzi provenienti da tutta la Gallura: Badesi, Lu Colbu,  Telti, Tempio, Bortigiadas,  Aggius, Calangianus, Luras, Rena Majore. Molti di noi hanno con gran fatica continuato gli studi sino a questo punto per amore per il nostro indirizzo, consapevoli che un diploma sia utile anche al giorno di oggi. Ma lo Stato ci nega questo diritto, sancito da una costituzione a cui non sappiamo più se credere o meno. Sentiamo parlare di ” dispersione scolastica”, disagio giovanile. Ma secondo noi sono solo chiacchiere di cui gli esperti si riempiono la bocca per cianciare. Lo stato vuole che noi, ragazzi sardi, studiamo? Vuole che un giorno diventiamo adulti responsabili, realizzati e istruiti? O cosa vuole? Ci volete incapaci e ignoranti, senza carte da giocare, senza futuro?

Perché non ci date le nostre classi? Sappiamo che i numeri ( anche se noi non siamo numeri, ma persone, ragazzi e ragazze) non sono dalla nostra parte. Questo stato vuole classi da 30 studenti, noi siamo pochi, 16 per la quarta meccanici e 7 per la quinta chimici, ma avete pensato che anche la popolazione sarda non è quella che si può trovare in una grande città italiana? Che il nostro territorio è differente da quello ad esempio della pianura padana, che i nostri centri sono piccoli, sono comuni montani, lontani l’uno dall’altro,  mal collegati da strade e mezzi pubblici? E che si, in effetti è vero, alcuni di noi si scoraggiano più facilmente dei ragazzi di Milano, Torino, Roma, forse anche perché sappiamo che difficilmente riusciremo a trovare lavoro una volta diventati “grandi”. E ci vien voglia di mollare tutto, rimanere a casa,  senza fare kilometri sul pullman. Ma non ci vogliamo arrendere, vogliamo che i nostri diritti vengano rispettati. E ci chiediamo:  ma questo governo non doveva essere a favore dell’Istruzione,  della scuola ? O era semplice propaganda elettorale?

Attendiamo risposte e fatti.

I 23 alunni dell’Ipia di Calangianus,  rimasti senza classe, senza futuro:

Mattia, Tommaso, Michael, Jaouad, Michele, Gianluca, Mario , Andrea, Stefano, Alessio, Giovanni, Gianni, Paolo, Michele, Daniel, Emanuele per mancata quarta Mat, Stefania, Veronica T,Caterina,Veronica, Agostina, Daniel, Mattia, ……………. Per la mancata quinta Tcb.

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