Calangianus, Sul suicidio di Franco, le considerazioni di chi lo ha conosciuto.

Calangianus, 6 mar. 2018-

A volte, quando siamo davanti ad una morte così atroce, voluta e pensata tale, ognuno di noi ha la sue posizione, quasi che qualcuno ce l’avessi chiesta. Non è sempre così, anzi non deve mai essere così. In fondo ai dispiaceri che colpiscono, siano essi voluti o del tutto accidentali, si impone una delle regole d’oro della vita, il silenzio che è rispetto. 

Un amico di Franco, ha voluto testimoniarci una sua riflessione che vi trasmetto, tal quale, senza intromissioni perché non devono essercene quando qualcuno ha deciso di porre fine alla sua vita. Ringrazio Sandro per il suo profondo pensiero.

” È facile esprimere parole di sgomento e dolore quando si apprende una notizia così terribile. Le solite frasi di stupore e gli interminabili interrogativi di come avrebbe potuto una persona tranquilla e con un lavoro agire in maniera così cruenta e determinata per farla finita. Tutti a scoprire e ragionare sulle dinamiche e sulle motivazioni. Poi, la cerimonia funebre, la gente ed è il solito, lugubre palcoscenico dell’apparenza e del gossip. Dall’altra parte i tuoi affetti, trucidati da un dolore acuto, non vogliono altro che avvolgersi nei frantumi del proprio animo. Sappiamo che la partecipazione può essere solo fine a se stessa e le parole di cordoglio escono fuori automaticamente, come se noi fossimo avulsi da questo tipo di azioni così distanti dalla nostra personalità rocciosa.  Dentro un essere umano che arriva a questo gesto estremo, cova un demone silenzioso quanto implacabile: la depressione, la bestia e nessuno può dichiararsi immune. Questa, lavorando di fino ogni giorno, raccoglie la negatività latente, partorisce solitudine, mancanza di autostima, apatia, senso di impotenza, insanabile rimorso e aspro risentimento verso se stessi. Tutto il passato ritorna costantemente alla mente, provocando conati di vomito e voglia di gridare, ma si cerca di mantenere un minimo di dignità. Con tutte le forze si combatte fino allo sfinimento. Un piccolo spiraglio di luce è magari costituito da un lavoro e da qualche soldo. Ma la bestia è sempre là a ricordarti gli anni fallimentari e la famiglia che ami ed a cui pensi ogni giorno, ma che non hai più.

La bestia sta per divorarti e soffoca ogni ultimo lampo di lucidità. Come un burattinaio comanda i crudeli fili della fine.
Scende il silenzio. Sei libero, ma non era ciò che desideravi…

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