Camionisti « Per noi non esiste alcuna tutela»

I camionisti, una delle tante categorie che non si concede tregue, soste e ai quali non si garantisce sicurezze. Non solo quelle sanitarie, per cui si ritrovano a viaggiare in città chiuse dal coronavirus, come Milano e la Lombardia, ma anche a non trovare un’attività aperta dove mangiare, fare i propri bisogni o riposare. Per chi attraversa il mare, nessuna sicurezza in porti e navi a pieno carico e senza controlli. Amici dei Bisonti,come amano chiamare i loro mezzi, consentono a tutti noi di avere merci e quanto occorre, ma per loro non esistono tutele, né garanzie.

“Io non sto in casa”, una riprova che a loro non è permesso mettersi in ferie specialmente in queste situazioni di emergenza. Devono imbarcare le merci, viaggiare quando c’è di mezzo il mare su navi che appaiono  un oltraggio alla decenza. Il loro lavoro viaggia su quei T.I.R, che sono tra i pochi mezzi che in questi giorni vediamo attraversare le nostre strade, così come quelle dell’intero paese.

Uno di loro, Ioan Andreica, chiede di far conoscere la situazione giornaliera che si trovano a vivere. Gli fa sponda un camionista di Tempio, Gabriele Masia (foto copertina) che ci invia il video e scrive per dirci queste scarne parole che sanno di sconforto e di troppa amarezza.

«Per noi camionisti viaggi allucinanti e deserto ovunque andiamo»

«Questa e’ veramente la nostra situazione. Mi trovo stasera a Livorno. Sento parlare di sicurezza ma le navi sono piene e senza controlli. Da due giorni che mangio panini. Ero in zona Milano oggi (11/03). Attorno alle 18.00 c’era  il niente assoluto. Né un bar, ne un bagno per lavarti. Nulla! Il lavoro che facciamo non si può fermare, le merci  devono arrivare a destinazione, c’è sempre un’attività o qualcuno che attende il nostro arrivo. Io, però, non sto a casa. Purtroppo è la verità, domani mattina sbarco in Sardegna e già domani sera riparto per Milano col TIR. E sarà la stessa cosa che ho lasciato stasera, lo stesso vuoto, lo stesso niente e un altro  viaggio con tanta gente sulla nave».

 

Gepostet von Ioan Andreica am Dienstag, 10. März 2020

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