C’è altro, c’è molto altro. Non esiste solo il covid.

C’è altro, c’è molto altro dentro un ospedale. Le ho vissute in prima persona le conseguenze di questa assurda e irreale vicenda che chiamano pandemia. Come se non fossero accadute altre volte delle influenze cattive e ciniche al punto di aggravare un quadro clinico compromesso e portare a morte i colpiti. O come se non fosse già accaduto che delle influenze più aggressive di altre avessero portato a morte anche persone del tutto  prive di patologie. Mia mamma mi parlava di mia sorellina, 6 anni, uccisa dalla asiatica nel 1957. Mia sorellina non aveva alcuna malattia pregressa, ma quella violenta influenza, generò moltissime vittime giovani.

Si era allora impreparati a contrastare quel genere di epidemie, mancava una diffusa conoscenza medica della penicillina che avrebbe impedito il diffondersi della malattia. Quando la penicillina si diffuse, di quella influenza non morì più nessuno. Era un’altra sanità e la scienza medica progrediva a ritmo lento.

Anche dinanzi a quella strage del ’56-’57, nessuno fermò il mondo, o ne diresse la strategia globale come è avvenuto col covid-19.

Tutto oggi si muove verso una sordida e vigliacca direzione univoca. Un solo obiettivo che non tiene conto delle differenze socio economiche che nel frattempo hanno generato forze disomogenee e conseguenze diverse da stato a stato. Sicuramente, l’Italia è tra le nazioni che sta peggio. E basta stare dentro un ospedale in questo periodo per capire che nulla è o sarà come prima.

C’è altro, c’è molto altro dentro e fuori un ospedale.

Non si parla di altro, anche tra il personale. Tutte le attività ospedaliere, sembrano soggiogate da questo spettro del virus, il mantra infernale che è come una immensa nuvola nero che ha coperto il cielo di tutto il mondo. Non si parla di altro e non si pensa ad altro. Contagio è la parola più usata dalla gente. La paura è implicita nelle relazioni umane, oggi mediate da distanza e mezza faccia coperta. Tutto appare normale e dovuto, compresa l’informazione che passo passo segue da 9 mesi ogni dettaglio fagocitando tutto il resto. Spazio poco al resto delle problematiche sanitarie.

Tanto che gliene fotte ai poltronisti al governo o dentro un parlamento di zio Gavino che lentamente muore per mancanza di cure oncologiche. O di zia Maria che attende un intervento al cuore per tornare a vivere. Va tutto bene, andrà tutto bene mentre la gente muore di altro.

Ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Dall’inizio dell’epidemia, attività ridotte al minimo  a causa del covid.

Ospedali paralizzati, non perché affollati, tutt’altro, risposte inevase, liste di attesa che diventano infinite. C’è altro, c’è molto altro ma tutto si è fermato e tutto dipende da come l’epidemia evolve e si propaga. E la gente, seguendo un onda anomala e fuorviante, sta al passo. Agisce e si comporta come un governo di fantocci decide. Dinanzi allo sfascio della sanità pubblica, il governo pensa solo a questa emergenza. Ma vediamo cosa sta determinando questa presunta pandemia nella sanità italiana.

C’è altro, come i numeri che oggi non interessano al governo

Intanto secondo i dati Istat del 2019: Secondo gli Indicatori Demografici ISTAT, nel 2019 sono morte in Italia 647.000 persone, ossia l’1,07% circa della popolazione residente che al 1° gennaio 2019 si stimava essere pari a 60.391.000. Il boom di decessi è legato a malattie del sistema circolatorio. Tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari muoiono più di 230mila persone all’anno. In seconda posizione troviamo i tumori, che causano la morte di 180mila persone.

I morti con Covid sono una ristretta minoranza. Non scordiamo che nel listone di decessi con o per covid sono inseriti malati con gravissime patologie trovati positivi. Certo, sarebbero forse vissuti più a lungo ma i medici sanno bene che basta una influenza complicata qualsiasi a determinare un aggravamento del quadro clinico di pazienti già ammalati.

Arriviamo ora all’influenza e alla polmonite. I dati ISTAT ci dicono che su un totale di più di 53.000 morti a causa di malattie del sistema respiratorio nel 2017, 663 decessi sono dovuti a complicazioni da influenza (per lo più in soggetti dai 75 anni in poi) e 13.516 sono legati alla polmonite.Sulla base degli ultimi dati ISTAT disponibili, estratti il 7 settembre 2020, possiamo quindi stilare una classifica di quelle che sono le più diffuse cause di decessi nel nostro Paese. I numeri tengono conto delle morti in tutto il territorio nazionale e di tutte le età.

Causa iniziale di morte Tot. morti % morti su tot. decessi % su tot residenti
Malattie del sistema circolatorio 232.992 35,8% 0,38%
Tumori 180.085 27,7% 0,29%
Malattie del sistema respiratorio 53.372 8,2% 0,08%
Malattie del sistema nervoso/degli organi di senso (Parkinson, Alzheimer…) 30.672 4,71% 0,05%
Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (diabete) 29.519 4,53% 0,04%
Disturbi psichici e comportamentali 24.406 3,75% 0,04%
Malattie dell’apparato digerente 23.261 3,57% 0,03%
Cause esterne di traumatismo e avvelenamento (suicidi, omicidi, incidenti stradali…) 20.565 3,16% 0,03%
Cause mal definite e risultati anomali 14.257 2,19% 0,02%
Malattie infettive e parassitarie 14.070 2,16% 0,02%
Malattie dell’apparato genitourinario 12.017 1,84% 0,02%
Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (es: artrite) 3.651 0,56% 0,006%
Malattie del sangue e degli organi ematopoietici ed alcuni disturbi del sistema immunitari 3.272 0,50% 0,005%
Malattie della cute e del tessuto sottocutaneo 1.413 0,21% 0,002%
Malformazioni congenite ed anomalie cromosomiche 1.399 0,21% 0,002%
Condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale 801 0,12% 0,001%
Complicazioni della gravidanza e del parto 16 0,002% 0,00002%

C’è dell’altro: le patologie offuscate e la deriva dei tanti problemi psicologici

Se consideriamo che la maggior parte delle morti per influenza quest’anno è mancata per via del Covid-19, si ricava un quadro di decessi imputati tutti al Covid-19 che invece risulta una concausa e non la causa. Evidente, che i decessi di persone con una o più patologie gravi non sarebbero avvenute senza il Covid ma forse sarebbero accadute ugualmente con più tempo. Credo nessuno voglia smentire l’aggressività di questa influenza ma con altrettanta verità bisogna dire che si tratta di un’influenza, più subdola e contagiosa di altre, ma pur sempre una influenza.

Il covid ha fatto evaporare le altre patologie. Non perché non esistano più ma perché sembrano non rappresentare più le vere e gravi minacce della salute degli italiani. Cancro e malattie cardiovascolari appaiono come depositate nel limbo. In attesa che finisca questa esagerata attenzione verso un virus.

Al mese di settembre i suicidi a causa del covid, erano 71. “Fenomeno in aumento per paura della malattia, isolamento sociale, conseguenze economiche”. Ecco i campanelli d’allarme da cogliere prima che la depressione sfoci in dramma. L’orientamento da settembre, parla di un incremento sostanziale del numero dei suicidi. Prevedibile anche questo aumento, visto che in questi ultimi giorni, col crescere dei positivi, le misure del governo hanno inasprito le regole e le restrizioni. Attenzione, si parla solo di suicidi Covid.

Il fatto economico è certamente importante ma non è l’unico: pesano anche lo stigma, il senso di esclusione, il dolore sociale oltre quello fisico. Allora la progettazione di un gesto estremo si fa più concreta, ma la prevenzione è tuttavia possibile, non solo imparando a riconoscere i segnali d’allarme ma anche recuperando il significato di rete sociale, soprattutto in questo difficile periodo: l’isolamento è uno degli elementi che possono precipitare il disagio psichico, ma è ben diverso dal distanziamento fisico necessario a contenere il contagio. .

Ospedali collassati ma non pieni. C’è altro ma non se ne parla.

Gli ospedali  si sono improvvisamente collassati perché esiste il covid come priorità assoluta ma non perché viaggino tutti a pieno regime. Il covid ha di fatto svuotato gli ospedali costringendoli a pensare solo a reparti specifici covid, una serie di disposizioni interne e di conversioni di reparti sino a quel momento dedicati ad altre patologie. I reparti vengono chiusi o trasformati in centri covid+. Le terapie intensive si sono svuotate e se oggi vengono indicate ancora piene, si tratta di una notizia non del tutto veritiera. Piuttosto si allarghi l’informazione su ospedali che si trovano con anestesisti e rianimatori in numero insufficiente per garantire tutta l’altra operatività dell’ospedale. I pochi sono in allerta solo ed esclusivaente per il covid. Vi sembra giusto?

Tutto, da marzo, si è mosso verso il covid. Questa situazione, oramai cementata da provvedimenti governativi che orientano l’intera sanità verso il virus,pmette di parlare delle perdite sociali ed economiche che appaiono molto più rilevanti del covis stesso.

Prima la salute, dicono al governo. Ma la salute non è solo covid. C’è altro, c’è molto altro.

 

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