Com’eravamo, il ritratto in foto della nostra storia.

Com’eravamo prima dell’avvento della modernità, dello sviluppo e del miglioramento delle condizioni di vita. Un ritratto storico racchiuso in una serie di foto che da qualche giorno circolano sulla rete. Ne ho chiesto l’uso e mi è stato detto che sono oramai patrimonio di chi le possiede.

Com’eravamo della civiltà contadina

Il parallelo, ironico e divertito di chi ha voluto sottolineare, con didascalie intelligenti, il passato e l’oggi. Nostalgia e ricordo di quanti attualmente vanno per i 60, ma che affondano in anni precedenti addirittura alle guerre. La povertà che era valore perché la si contrastava col poco che le campagne fornivano. Il duro lavoro e la spensieratezza dei bambini che giocavano col nulla, la creatività non artificiosa che veniva dalla ricerca di semplici giochi e di altrettante soluzioni alla portata. Era la civiltà contadina.

Oggetti che abbiamo alcuni posseduto, altri solo conosciuto, altri ancora solo sentito parlare. Il fuoco, elemento immancabile in ogni casa, rigorosamente ottenuto in caminetti che erano cucina e riscaldamento insieme. La gioia della condivisione, le sedie attorno al braciere sistemato nelle “coppe” in legno che avevano anche la comodità del poggiapiedi. Allontanarsene, voleva dire spostarsi in stanze fredde, meglio restare vicini con delle sedie sistemate attorno.

Un mondo che non esiste ormai più, superato dai tempi e dal progresso. 

Com’eravamo e come vivevamo prima, quando le famiglie erano persone con cui parlavi di continuo, non distratte da TV o cellulari. Quando la “dinamo” era quell’aggeggio che permetteva alla bicicletta di viaggiare al buio ma anche di portarci i figli piccoli. L’asinello era lo scuolabus, le sedie te le impagliavi a casa quando ne rinnovavi il look.

Sorridete ed estasiatevi davanti a tanta bellezza che tanti di noi hanno conosciuto ma che oggi appare lontana tre vite. I giovani le giudicheranno coi loro occhi avvezzi ad altri spettacoli e altre abitudini. Voi, però, fategliele vedere. 

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