Di buono c’è questo, il resto sia rispetto

Una lettera di una donna campana sulle cure ricevute al Paolo Dettori.

Di buono alla fine c’è questa testimonianza, una lettera scritta da una signora campana che ha voluto testimoniare le amorevoli cure avute dal Pronto Soccorso del Paolo Dettori. Sono queste le pagine che vorremmo leggeste tutti. Queste le prove che il rispetto verso chi ha provato e ancora prova a difendere un diritto inalienabile, non devono essere oggi disprezzo indistinto. Avete difeso l’ospedale o l’operato di qualcuno che ci marciava sotto?

Una lettera che ci hanno fatto avere mostra la riconoscenza di una donna, una turista che è venuta in vacanza in Sardegna.

Quel che c’è di buono

«Tutto incomincia all’aeroporto di  Napoli. Attraversando per entrare nella hall delle partenze, cado rovinosamente. Risultato una forte contusione alla natica ed alla coscia sinistra ed una escoriazione al gomito sinistro. Sul momento oltre alla dolenzia non si riscontra altro. Metto ghiaccio sulla parte ed un cerotto sull’escoriazione.

Arriviamo in Sardegna per le vacanze ed il dolore aumenta. Il sabato sera prendo un anti infiammatorio; la domenica al dolore si aggiunge la mia preoccupazione di essermi fatta qualcosa di più grave di una semplice contusione.

Il lunedì mattina mi reco al pronto soccorso del presidio ospedaliero “Paolo Dettori” di Tempio Pausania. Dopo una breve attesa, vengo accolta da una dottoressa attenta ed efficiente. Subito mi rilevano temperatura, pressione, mi fanno l’emocromo. La dottoressa, dopo essersi informata delle mie patologie, mi sottopone ad una scrupolosa visita e decide per una radiografia ed una ecografia.

Mi accompagnano in radiologia e mi sottopongono agli esami stabiliti, faccio quindi ritorno in pronto soccorso in attesa dei risultati.

Non passa molto e la gentile dottoressa mi comunica che non risultano lesioni ossee, né problemi a carico dei tessuti muscolari. Decide quindi di dimettermi con codice verde, consigliandomi una determinata terapia.

Sono arrivata in ospedale alle 8,30, ne esco che non sono ancora le 11.

Tutto normale, tutto come dovrebbe essere, tutto secondo le attese del paziente.

Devo invece dire che sono stata fortunata. Sono capitata in uno di quei posti in cui l’organizzazione funziona, l’efficienza procede senza squilli di tromba. La gentilezza e l’accoglienza solerte, ma non distaccata, aiutano chi è in un momento di difficoltà.

Voglio dire allora grazie alle persone che ho incontrato in questa mia breve esperienza e grazie anche a quelli che non ho conosciuto ma hanno concorso a che tutto andasse per il giusto verso.

           Grazie»

Giuseppina Carannante 

Quel poco di buono sia il rispetto

Fa male leggere i commenti dei fustigatori della lotta di Abali Basta. Intanto perché al solito primeggiano coloro che mai una sola volta hanno avuto la decenza di interagire con loro, non si sono mai messi il problema che ci fossero donne, mogli, madri o altri che per stare lì a difendere un diritto hanno lasciato da parte il resto della loro vita. Abali basta ha un cuore di riferimento che per tanti detrattori era una ideologia.

Assemblea dei presidianti Abali Basta alla preentazione dell’esposto

Mai una sola volta quella ideologia è venuta fuori, per tutti Abali Basta era un baluardo a difesa del Paolo Dettori.

Eppure, tra le pieghe e piaghe nascoste di tanti di loro ha prevalso l’indifferenza, l’atteggiamento peggiore verso chi non difende l’orticello ma un campo comune. Ma non basta, bisogna infierire e accusare anche di partigianeria verso un ex sindaco che, non scordiamolo, era il sindaco allora della città. Così come sindaci erano gli altri che il 19 novembre hanno deciso di dimettersi se le istanze non fossero accolte.

Tant’è, ora si spara sul mucchio, senza distinguere il bersaglio. Tutti eravamo con l’ex sindaco, come se non lo sarebbe stato chiunque sapendo che è il riferimento territoriale in regione e per giunta anche assessore.

Chiunque, se ha avuto la bontà di leggere prima di emettere sentenze da cassazione, ha capito che da parte del comitato come da parte di chi scrive, non siano stati attestati di stima. Quando si scrive un resoconto sul suo operato, lo si fa per dovere di informazione, non perché si sia dalla sua parte. Le scelte dell’ex sindaco, sappiatelo, io e Abali Basta, le abbiamo sempre discusse, contestate e in lui abbiamo riposto la stessa fiducia che avreste tutti per chi ha ruoli e titoli da usare in una vertenza. Non fosse così, avrei sentito qualche campanella a morte anche sulla lotta del Popolo dei Lucchetti. Stranamente, non mi risulta, forse perché la parte politica di allora era un’altra.

Quel che di buono manca è il rispetto, delle offese gratuite e della solita cattiva abitudine di lasciare traccia di spropositi irriguardosi verso chi ha mosso il culo anche per voi, devono finire.

Non sono opinioni le vostre, sono condanne. E nel rogo ci finiscono tutti,  sia chi è il bersaglio che chi ha avuto solo il coraggio di lottare per un fine comune. Offendendo chi è stato per 65 giorni dentro un ospedale, offendete voi stessi e non fate altro che ampliare ciò che vi separa dai problemi reali di questa comunità.

 

Related Articles