«Firmare il documento vuol dire la morte dell’ospedale», Elio Tamponi.

Elio Tamponi: « Firmare il documento, o meglio la proposta dei miei colleghi ospedalieri, vorrebbe dire far sparire definitivamente l’ospedale. Non sono d’accordo con quanto è venuto fuori ieri dall’incontro con i colleghi e la direzione sanitaria. La riunione, resasi necessaria dopo quanto emerso a livello aziendale da Olbia, è stata fatta per salvare il Paolo Dettori. Una proposta come quella emersa, per la quale non firmo né firmerò mai, ossia il mio reparto, il Pronto Soccorso, come un supermercato che chiude alle 20.00. Come pensare di non aprire il sabato e la domenica?  Inaccettabile».

Il Dottor Elio Tamponi

Così Elio Tamponi che ci chiama per spiegare il suo pensiero dopo la dichiarazione espressa dal Dottor Chiarelli nella serata di giovedì 3 giugno. Chiarelli, che ha annunciato un documento di proposta all’azienda sulla riorganizzazione interna dei servizi ospedalieri, aveva anticipato il dissenso del dottor Elio Tamponi sulla linea di azione a partire dal prossimo 1 luglio. Da quella data, infatti, secondo quanto proposto dall’incontro tra tutti i medici ospedalieri, ci sarebbe la chiusura dopo le 20.00 del P.S., i sabato e tutti i festivi. «L’unico modo – secondo Giorgio Chiarelliper salvare il Paolo Dettori da chiusura definitiva».

Elio Tamponi «Firmare il documento vorrebbe dire far sparire il Dettori»

« La chiusura – precisa Tamponi – la vogliono gli altri medici, non io. Se noi facciamo una proposta per l’estate di chiusura, non ci riaprono mai più. In secondo luogo, non rientra nelle competenze di noi medici proporre una chiusura. La decisione, come sanno anche quelli favorevoli alla proposta, non spetta a noi ma all’azienda. A noi spetta solo lavorare, semmai scrivere un documento unitario di difesa ma non possiamo dire queste cose che non ci competono. Indubbiamente – prosegue il dottor Tamponi – siamo in una posizione bruttissima nella quale mai ci eravamo trovati, nessuno credo lo nega. Purtroppo l’ospedale decade ogni giorno, la sabbia da sotto i piedi ce la stanno togliendo e stiamo sprofondando, ma che noi andiamo ad affossarci ulteriormente da soli, no, non posso accettarlo. Non accetto di tenere un P.S. aperto  come la Conad. In pandemia, si chiudevano i centri commerciali, e adesso si chiude il Pronto Soccorso?»

foto galluranews – P.S. di Tempio

«Il nostro sforzo si deve orientare nella pressione per far arrivare i medici che servono. A proposito della sua nota sui pazienti- si riferisce al numero delle utenze che afferiscono al Dettori -, la correggo, sono più di 50.000 i residenti che vengono a Tempio. E, d’estate, il numero, come noto, triplica per la presenza dei turisti. E come farebbe Olbia a supplire alla nostra assenza nei festivi o durante le ore notturne?  Scoppia senza alcun dubbio, così come Sassari dove si creerebbero file interminabili se chiude Tempio»

«Firmare mai. In regione sanno tutto ma fanno finta di nulla»

« La mia considerazione – precisa  Elio Tamponi – è questa. Sulla carta l’Assl ha 28 anestesisti ma ne lavorano solo 14. Con 28 saremmo sufficienti ma con 14, certo che no. E ci sono le ferie da far godere e giustamente a tutto il personale. In regione non possono fare questi ragionamenti. Là conoscono assai bene la situazione dei colleghi con limitazioni, 104 eccetera e sanno bene anche chi lavora e chi invece non fa nulla. Questa, per mio conto, è solo una colossale presa in giro».

«Legga – continua amareggiato Tamponi – le cronache quotidiane sulla situazione della sanità. Ogni giorno c’è qualcosa, o chiusure o proteste di carenze di organico. L’AOU dfi Sassari ha oltre 90 anestesisti ma non ne sblocca nemmeno uno per la nostra azienda. Anzi, fa di tutto per aumentare quel numero ed averne 100 e oltre.  Ad Ozieri è il tracollo. al San Francesco di Nuoro leggo ogni giorno di qualcosa che non va. La mia domanda è sapere cosa fa l’assessorato. Nessuno nega il problema della pandemia ma, su questa scusa, si è innestato un comportamento passivo ed inerte su tutto il resto della sanità. Del recovery fund, lo strumento per rimpolparla la sanità pubblica, a quanto pare non si parla né si conosce come agirà».

«Il garante della distribuzione dei fondi alla sanità sarda, non fa il suo dovere. Per concludere – dice Tamponi -, io mi opporrò sempre a qualsiasi chiusura, non firmerò alcun documento di riduzione del P.S. perché diverrei complice della chiusura definitiva e, infine, aspetto cosa mi dirà l’ATS. Se sarà l’azienda a chiudere non sarò io che l’ho voluto. Chiudo, ringraziandola, con questa speranza. Voglio essere positivo e pensare che da qui al 1 luglio, possa succedere qualcosa che ridia fiducia alla popolazione dell’alta Gallura e non solo e a tutti noi sanitari. Grazie»

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