Gallura, «Patologia Clinica del piromane e dell’incendiario: riconoscimento e prevenzione», di Marco Cannavicci, psichiatra e criminologo.

 

Gallura, 16 lug. 2017-

Gli incendi di questi giorni in Sardegna, con la nostra Gallura praticamente colpita quotidianamente, la Sicilia che sta vivendo anch’essa un vero dramma e tutto il paese che viene puntualmente funestato da questa piaga, ci inducono a conoscere meglio il perché succeda questo, aldilà di posizioni contrarie o opinioni che giustamente possono essere diverse sui veri motivi che spingono il “piromane” ad agire. Gli studi sono tanti e tutti sarebbero meritevoli di essere riportati. Tra le figure individuate sul web, quella del Dott. Cannavicci, è sembrata autorevole e corrispondente anche all’idea che in tanti ci siamo fatti del killer del fiammifero. 

Marco Cannavicci

Direttore Sezione di Psicologia Medica Militare, Divisione di Medicina Legale, Direzione Generale della Sanità Militare, Ministero Difesa, Roma.

«Il fuoco – Fin dalla notte dei tempi il fuoco ha accompagnato da sempre lo sviluppo e la crescita dell’uomo, entrando nella sua cultura (come ad esempio nei riti religiosi), nel suo cervello (come segnale di pericolo) e nella sua mente (come le passioni). Nel tempo il fuoco ha obbligato l’uomo a temerlo, a rispettarlo, ad amarlo, a desiderarlo.

In tutto il mondo, in ogni epoca ed in ogni cultura, al fuoco si associano delle simbologie universali, come quella del potere, del sacro e del divino.

Al fuoco si associano anche forti stimoli psicologici e forti emozioni come l’odio, la rabbia, la vendetta ed anche l’eccitazione sessuale.

Il fuoco, da solo, è in grado di accendere nella mente di chi lo guarda stati affettivi incoercibili come il desiderio, la passione, la distruttività.

Il fuoco stringe quindi forti legami con tutte le attività umane, sia normali che patologiche. E nella globalità delle attività umane si è visto che il fuoco stringe forti legami anche con il crimine.

L’uomo ricorre al fuoco sia per utili motivi razionali e materiali che per personalissimi e privati motivi psicopatologici: i motivi psicopatologici sono quelli che descrivono la personalità del piromane, con storie, ambienti sociali, motivazioni personali e modus operandi caratteristici.

Finora gli studi più approfonditi e completi nel campo del crimine collegato al fuoco sono stati svolti negli Stati Uniti, da unità speciali dell’FBI appositamente allestite per investigare su questo reato. Secondo gli esperti dell’FBI, i motivi razionali e materiali descrivono le tipologie psicologiche degli incendiari, suddivise secondo il movente prevalente:

– per vandalismo

– per vendetta

– per profitto

– per altro crimine.

La personalità dell’incendiario – le osservazioni effettuate sulle attività criminali degli incendiari hanno evidenziato che quanto più è organizzata la scena e studiata la tecnica, tanto più l’autore è razionale e finalizzato da propri interessi materiali. Scene del fuoco poco organizzate o tecniche molto semplici permettono di dedurre autori mossi da spinte non razionali, di tipo psicopatologico.

Le motivazioni psicopatologiche si possono dedurre ad esempio dall’uso di materiali comuni e dalle numerose “prove” lasciate sulla scena del crimine (come le impronte delle scarpe, gli strumenti utilizzati per appiccare il fuoco, l’essere visti da testimoni) che depongono per un atto “maldestro” commesso sotto la spinta di una forte tensione psicologica ed una forte emotività.

La nascita del piromane – comunemente si pensa che sia il piromane a far nascere l’incendio, invece è l’incendio che crea l’incendiario della tipologia del piromane, per le forti e piacevoli emozioni che la vista del fuoco che arde e che brucia è in grado di suscitare nella persona. Emozioni molto piacevoli che egli poi desidera rivivere e ripetere.

Si genera e si stabilisce così un circolo vizioso tra il fuoco ed il piromane per cui più lui vede il fuoco e più desidera appiccarlo. Possiamo dire che si crea, dopo un repentino “colpo di fulmine”, una specie di fortissima “attrazione fatale” che non si ferma di fronte a nulla, neanche di fronte al reato dell’appiccare incendi.

Dal colpo di fulmine in poi il comportamento del piromane è obbligato, ripetitivo, ritualistico ed ossessivo. Il piromane innesca il fuoco, corre ad avvertire i vigili del fuoco e poi assiste o partecipa allo spegnimento. I media e la stampa, parlando degli incendi e mostrando video sul fuoco che divampa, rinforzano il desiderio e quindi il meccanismo patologico.

La tipologia del piromane rientra anche in una categoria psichiatrica: il disturbo del controllo degli impulsi. Tale disturbo comporta atti ripetuti e ricorrenti che scavalcano la volontà della persona, sostituendosi ad essa (…è più forte di me! – affermano).

L’integrarsi in questa tipologia psichiatrica include la piromania in una esclusiva base psicopatologica che cancella tutti i possibili moventi materiali o razionali.

Il profilo del piromane – secondo gli esperti dell’FBI è possibile tracciare un identikit psicologico, comportamentale e sociale del piromane. Gli elementi del profilo del piromane sono:

– in genere è un maschio, di circa 30-40 anni, single

– vive preferibilmente in campagna

– ha un basso livello intellettivo

– ha una bassa scolarità

– spesso abusa di alcolici

– ha tratti antisociali (non prova rimorso)

– ha manifestato una ribellione adolescenziale (fin dagli studi di Freud si sa che ogni proibizione stimola il desiderio).

Secondo gli studi effettuati dall’FBI il piromane ha sempre manifestato, fin dalla pubertà, un interesse patologico per il fuoco, rubando accendini e fiammiferi e dando fuoco, di nascosto, a carta o piccoli oggetti. Da sempre desidera e vuole “guardare” il fuoco, quindi assiste e, se può, partecipa allo spegnimento. Agisce inizialmente vicino casa, nei luoghi più familiari e conosciuti, poi allarga il raggio d’azione in luoghi più distanti, ma che comunque frequenta e conosce bene. Agisce prevalentemente d’estate, poiché risente, come si diceva sopra, dell’effetto dei media.

Le osservazioni degli esperti dell’FBI riportano inoltre altre utilissime informazioni: il piromane di solito agisce entro le 2 miglia dal proprio domicilio.

Il piromane:

  • è un solitario, agisce sempre da solo;
  • è un ossessivo, agisce con ritualità;
  • è un perdente, che ha rivalse di potere;
  • è un frustrato, incapace di relazioni sociali;
  • è un depresso, abusa spesso di alcolici e di psicofarmaci.

Come abbiamo detto la piromania è anche una categoria psichiatrica e, dal punto di vista clinico, si esprime mettendo in atto un comportamento ricorrente in cui si appiccano intenzionalmente incendi, con una intensa tensione psicologica ed eccitazione prima dell’atto impulsivo ed una intensa gratificazione ed un forte piacere dopo.

E’ ricorrente una eccessiva e manifesta attrazione per il fuoco e tutto quanto sia collegato con il fuoco. Inoltre è ricorrente la partecipazione attiva ai soccorsi ed allo spegnimento del fuoco.

Avendo una base esclusivamente mentale e psicologica, la piromania non comprende l’appiccare il fuoco per motivi razionali e materiali, come ad esempio:

– per lucro (per riscuotere un’assicurazione)

– per terrorismo politico

– per vendetta

– per delirio ed allucinazioni (come nelle psicosi deliranti e schizofreniche)

– per coprire un altro delitto.

Secondo gli esperti dell’FBI, sono cinque i possibili profili psicologici e comportamentali degli incendiari:

  1. profilo dell’ incendiario per vandalismo

– sono soggetti molto giovani, hanno un’età media di circa 16 anni

– agiscono in gruppo

– il bersaglio preferenziale sono le scuole, poi i parchi

– vivono con i genitori, di classe sociale bassa, vicino ai luoghi che incendiano

– agiscono la sera o il fine settimana, per noia o per divertimento

– abbandonano la scena del fuoco e non ritornano

  1. profilo dell’incendiario per eccitazione

– cercano il brivido, l’attenzione, il riconoscimento

– si mescolano con i soccorritori

– cercano la vegetazione, ma anche i cassonetti dei rifiuti o i cantieri

– usano fiammiferi o sigarette e solo con il tempo scoprono gli inneschi a tempo

– agiscono da soli

– sono di classe sociale bassa, con scarsi od assenti precedenti penali

  1. profilo dell’incendiario per vendetta

– mirano alla distruzione di beni o attività come risarcimento personale

– spesso viene commesso da donne (il 15%)

– di classe sociale bassa, ma con una buona istruzione, non hanno precedenti penali

– agiscono a notte fonda o di primo mattino, dopo forti dosi da alcol

– usano inneschi ad azione lenta

– abbandonano la scena e cercano un alibi

  1. profilo dell’incendiario per altro crimine

– finalizzati alla distruzione di prove o per sviare le indagini

– usano liquido infiammabile in abbondanza

– vivono lontano dalla scena del fuoco e spesso agiscono in compagnia

– agiscono la sera tardi o di primo mattino, dopo alcol o droghe

– abbandonano la scena del fuoco

– hanno molti precedenti penali

  1. profilo dell’incendiario per profitto

– cercano un guadagno personale

– agiscono a tarda sera o di primo mattino, spesso dietro un compenso di un mandante

– usano come innesco gli esplosivi, ma conoscono bene anche gli inneschi a tempo

– studiano con cura il modus operandi

– abbandonano la scena

– hanno molti precedenti penali.

Il profilo psicologico e le indagini – i profili psicologici, di personalità o per stile di vita non conducono all’individuazione del colpevole. Sono usati con lo scopo di restringere il campo delle indagini al minor numero possibile di sospettati. Su questi poi l’indagine prosegue secondo le normali e consuete tecniche investigative.

Il profilo psicologico e l’interrogatorio – il profilo psicologico è un utile ausilio per condurre l’interrogatorio con efficacia, evidenziando i punti di forza e di vulnerabilità del carattere dell’indagato. Chi non ha precedenti penali è sensibile ad una collaborazione che minimizzi gli effetti penali dell’atto ed il reinserimento in famiglia. Chi ha precedenti penali richiede prove inoppugnabili ed è sensibile solo a scambi tipo collaborazione in cambio di vantaggi detentivi.

Conclusioni – conoscere i profili degli incendiari e del piromane rende possibile una loro più facile identificazione sul territorio. Conoscere i loro stimoli, le loro ricorrenze, le loro aree di azione, il loro modus operandi rende possibile effettuare il monitoraggio del territorio e l’anticipazione delle loro azioni».

 

Dr. Marco Cannavicci

cannavicci@iol.it

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