Una giunta regionale sarda che ancora non viene nominata nella sua interezza. Mancano 7 assessori sui 12 totali e, nonostante la lista sia pronta, permangono ancora dubbi su alcuni nomi.
Non si è mai assistito a una farsa del genere. Forse la peggiore pagina politica sarda di sempre.
La Giunta regionale guidata da Christian Solinas (Psd’Az) non sarà completata nemmeno oggi, a oltre due mesi dal voto delle regionali che ha decretato la vittoria del centrodestra. Non è in programma, infatti, come si ipotizzava in settimana, che i sette assessori mancanti giurino durante la seduta solenne del Consiglio regionale convocata per le celebrazioni di Sa die de Sa Sardigna, la festa del popolo sardo che ricorre appunto il 28 aprile.
Già. oggi è Sa Die de Sa Sardigna.
“Oggi parliamo della festa del popolo sardo – ha dichiarato il governatore ai cronisti che gli chiedevano notizie sull’esecutivo – la Giunta arriverà ma consentitemi di festeggiare questa grande risposta di popolo a una giornata importante”.
Sinora sono state assegnate solo cinque deleghe: la Programmazione a Giuseppe Fasolino e il Lavoro ad Alessandra Zedda di Forza Italia; l‘Ambiente a Gianni Lampis di FdI; la Sanità a Mario Nieddu della Lega e il Turismo a Gianni Chessa del Psd’Az. Ancora da indicare gli assessori a Lavori Pubblici, Urbanistica, Agricoltura, Affari generali, Cultura, Trasporti e Industria. Sette deleghe sulle quali per il momento Solinas conserva l’interim.
Perplessità sulla Giunta e sul suo futuro
La situazione di stallo della nuova amministrazione, pur capendo ogni dubbio sui nomi, non può essere demandata perché oggi c’è una festa, ieri altri impegni, domani chissà. Sembra che la logica spartitoria che contraddistingue anche questo nuovo governo, sia prioritaria rispetto alle urgenze che devono essere affrontate. Per questa e altre cento ragioni, la situazione fa pensare ad un vuoto umano prima che politico. Forse si è capito che qualcuno in odore di assessorato non corrisponde alle aspettative? O si vuole non scontentare nessuno che è sempre la cosa che conta prima degli interessi collettivi?
Sul tappeto non c’è solo la polvere di 65 giorni di attesa ma quella di una ennesima figuraccia della politica.
La Politica in senso lato non ha più fascino, si avvita su se stessa cercando più applausi social che lo scopo di una missione. E’ interesse economico più che spinta emotiva verso il miglioramento dei problemi in campo. In questo è tutta uguale, destra e sinistra non fa differenza. E non ne escano fuori i trombati dell’ex partito di maggioranza che accusano la latitanza dei temi prioritari dall’attuale governo. Basta che ricordino cosa sono stati i 5 anni Pigliaru, Poi, dedurre che anche questa sarà una ennesima beffa per i sardi, ci si arriva dritto dritto.
Le catene non sono a Cagliari, dove in Giunta si divideranno una torta che è sempre la stessa, se non più piccola.
Stanno nella assoluta incapacità di capire quali siano le ragioni di questo ennesimo bluff per i sardi. Lo stesso deficit intellettivo della nostra amata patria dove forse qualcuno, tardivamente, intuisce che Lega e M5S, sono la stessa identica cosa. Non puoi essere europeista e pensare di risolvere i problemi dell’Italia. Altrettanto per questa farsa in regione; non puoi proclamarti sardo o sardista e stare al laccio di barbari speculatori filo UE.
La prima volta che da questo spazio usammo la parola inservibile per l’attuale politica, risale a 5 anni fa. Da allora, non solo non è cambiato nulla, ma è tutto peggiorato.
Quando a qualcuno dici: ” A questo punto puoi solo migliorare”, non gli fai un complimento. Gli stai dicendo che dopo aver toccato il fondo, la sola cosa che si spera è che si riemerga.