“Home Care Premium”, « Potevo accedervi ma..».

La vicenda di un disabile che aveva diritto di partecipare a questo bando ma sono scaduti i termini e chi doveva " non ha fatto nulla".

Il Bando Home Care Premium è stato emanato dall’INPS e prevede l’assegnazione di contributi mensili agli ex dipendenti dello Stato che si trovino in condizioni di disabilità grave. Letteralmente significa “premio per l’assistenza domiciliare” ed è riservato ai dipendenti e pensionati pubblici, per i loro coniugi, parenti e affini di primo grado non autosufficienti.

L’Home Care Premium prevede il coinvolgimento di Ambiti Territoriali Sociali (ATS) e/o enti pubblici che si impegnano a prendere in carico i soggetti non autosufficienti residenti nei propri territori.

Il programma prevede l’erogazione da parte dell’Istituto di contributi economici mensili (prestazioni prevalenti) in favore di soggetti non autosufficienti, maggiorenni o minorenni. Purché siano disabili e che si trovino in condizione di non autosufficienza per il rimborso di spese sostenute per l’assunzione di un assistente domiciliare.

La domanda di partecipazione al concorso deve essere presentata dal beneficiario, ovvero dal titolare delegato, esclusivamente per via telematica. Esaminando le pagine del sito INPS si evince che i termini per la presentazione delle domande per il bando scadevano ad aprile ma il bando è in vigore sino al 2022. Le informazioni ci sono e vanno date alle famiglie che potrebbero avere diritto alla partecipazione.

Home Care Premium, «Ne ho diritto ma la domanda è scaduta».

La storia di Pietro (Pitrinu) Spano, ex infermiere e della sola figlia Sabrina, la proponemmo lo scorso luglio. 

In essa si raccontava di un progetto”Ritorno a Casa” a cui non ebbe accesso  e delle ore che il comune metteva a disposizione delle persone disabili. La signora Liana, disse che non bastavano né potevano bastare quelle ore avendo ijn casa oltre al marito anche la figlia su una carrozzina da sempre.

« Ho due disabili in casa, mio marito e mia figlia» raccontò allora Liana«Mio marito Pietro Spano, è da 6 anni disabile. Una forma di policitemia grave in seguito ad emorragia cerebrale che lo ha reso oggi invalido, assente quasi del tutto, allettato. In questi 6 anni abbiamo richiesto aiuto al Comune per darci una persona per diverse ore della giornata. Mi hanno dato la persona ma le ore non possono bastare. Non parlo di soldi ma di avere aiuto fisico esterno per andare avanti».

La telefonata odierna della signora Liana apre ad un’altra possibilità che però si prova a cogliere ma avviene questo.

« L’Home Care premium è un bando dell’INPS a cui possiamo accedere in quanto familiari di un ex dipendente pubblico. Quando abbiamo saputo, siamo andati dagli assistenti sociali che dissero che andava compilato un modulo per l’accesso al bando. Dopo di che, va portato alla sede INPS per entrare nella graduatoria per gli eventuali aventi diritto. Ora, gli assistenti sociali non lo compilano in quanto dicono di non loro competenza. Andiamo all’INPS e ci dicono che invece spetta proprio agli assistenti sociali compilare il questionario che è di stretta competenza degli uffici comunali. Stamani (24 ottobre), si va ancora all’INPS e ci viene detto che spetta al CAAF. Allora andiamo al CAAF».

Al CAAF ci rimandano ai servizi sociali

«Al CAAF – continua Liana – ci viene detto che loro non possono far proprio nulla»

«Sono gli assistenti sociali a cui spetta fare la domanda», le dicono al Patronato. Nel frattempo, come si evince dal sito dell’INPS, i termini sono abbondantemente scaduti. Un neurologo che visita il marito intanto, visita il marito e attribuisce anche un punteggio di gravità patologica elevato. basterebbe solo quello per avere  diritto a questo aiuto che una puntuale informazione diretta agli interessati, dai servizi preposti, potrebbe risolvere.

«Abbiamo anche il conforto del medico neurologo che viene a visitare mio marito. Lei sostiene, e lo ha certificato, che la legge deve riconoscere la gravità della sua situazione. Devono darci i benefici di questa normativa che ci darebbe maggiore serenità per accudire sia mio marito che mia figlia. Le tre ore al giorno, come le dissi la volta scorsa, non sono sufficienti ed io sono sempre più stanca e provata. Dagli uffici dei servizi sociali devono informare le persone che hanno queste problematiche perché ne sono a loro volta informate e sanno tutto delle singole situazioni»

«Il Comune non deve lasciar scadere un bando senza aver prima informato chi ne avrebbe diritto. Sanno vita e miracoli della mia situazione come di quella di ogni famiglia che abbia in casa disabili. Invece, dal momento che domande non ce n’erano, non hanno avuto il buon senso di avvertire prima le famiglie che ne avrebbero diritto. Poi dal CAAF ci viene detto che sono tante le persone rivoltesi ai loro centri perché sprovviste di informazione diretta dai servizi sociali ».

«Per Home Care Premium ci sarebbero state diverse domande»

Liana è furiosa, lei vive sulla sua pelle un dramma quotidiano da sei anni. Chiede aiuto ma quanto le viene dato non basta. Non è questione di soldi, ma di ore di tempo da dedicare ai suoi cari. La figlia Sabrina, su una carrozzina motorizzata, sbriga quanto può delle faccende quotidiane, aiuta, disimpegna la madre per le spese e altro. E’ una ragazza energica e determinata, ha sempre sgomitato per avere riconosciuti almeno i suoi diritti ad esserci e a vivere. A costo di apparire persino fastidiosa per le sue prese d’atto a volte colorite. Al suo quotidiano, si aggiunge da diversi anni quello del padre e della madre, la sola in condizione di sopperire alle necessità della famiglia. Ma non basta, né potrebbe bastare, come già scritto. Specialmente quando poi alle frustrazioni e alle sofferenze si aggiungono queste mancate opportunità che le sfuggono e non per colpa sua. 

« Lei pensi –  conclude Liana – quante persone avrebbero goduto di questi aiuti se solo ne fossimo informati. Posso comprendere che i servizi sociali siano oberati di lavoro perché lo so che i bisogni sono tanti. Qui, però, si trattava solo di darci informazione e ci saremmo attivati tutti. Invece, anche per gli altri pare sia successa la stessa cosa, dall’INPS al CAAF e dal CAAF di nuovo ai servizi sociali. Al CAAF non hanno disposizione per eseguire questo servizio. Per tutti, però, la domanda oggi non è possibile perché il bando è scaduto. Capisce? Si può comprendere quali situazioni ci ritroviamo a vivere senza nemmeno il supporto della conoscenza di queste opportunità di integrare l’assistenza ai nostri cari. Guardi, io non so come uscirne e sono disposta anche a denunciare»

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