«I nostri figli abbandonati dalle istituzioni, non certo da noi»

«I nostri figli non li abbiamo messi al mondo per disfarcene quando ci pare. Nessun genitore, lo farebbe anche se la sfortuna ci mette del suo per farli vivere  con qualche turba psichica. Non ci sto come madre coinvolta nella problematica a leggere notizie sul giornale che imputino alle famiglie le responsabilità dei problemi di un figlio disagiato psichico».

«I nostri figli abbandonati al loro destino. Noi come famiglia non ce la facciamo più»

Cosi inizia la telefonata di una donna di Tempio che tiene a ribadire il proprio dissenso su quanto letto sul giornale. Nell’articolo, di qualche giorno fa, si fa riferimento a un disagiato psichico che sarebbe stato mandato via da un locale nel quale chiedeva di andare in bagno. Il malcapitato, noto ai tempiesi e non per la sua continua richiesta di “spiccioli” ai fini di un caffè o di un tentativo con le slot machine, è del tutto innocuo. Non si confonda il fastidio per le reiterate richieste di monete con qualcosa di violento o di estorsivo che mai c’è stato. La malattia, di cui peraltro tutti sono al corrente, non ha mai dato ripercussioni di violenza o di rabbia. 

« Mi dica Antonio – mi dice la signora – se ha mai sentito che abbia fatto qualcosa di male o di spiacevole contro il prossimo! Mai nulla ed io, come madre di un ragazzo con turbe psichiche periodiche, diverse da quelle dell’altro soggetto, mi ribello al resoconto della cronaca del giornale».

Abbandonati da tutte le istituzioni, non certo dalle famiglie

«Nessuno più di noi genitori di ragazzi con problemi psichici – prosegue la donna -, può capire il senso del disagio da cui sono affetti i nostri figli. L’abbandono da parte delle istituzioni è tale che questi poveri nostri figli sono del tutto incolpevoli. Non hanno riferimenti, vengono lasciati in carico alle famiglie senza alcun sostegno o indirizzo di aiuto. Noi, come famiglie, facciamo molto di più di quel che si evince da quell’articolo. Da soli però non arriviamo da nessuna parte. Non ci bastano le sensibilità delle persone che ci sono vicine, vorremmo proprio la presenza di tutte le istituzioni che si sono nascoste. Tutte – conclude la donna –  nessuna esclusa».

La sede del CSM, Centro di Salute Mentale

La rabbia è tanta come in altre occasioni abbiamo riportato. Le famiglie oggi hanno in carico non solo il mantenimento economico ma anche e soprattutto quello psicologico dei figli.  Arrivati ad un certo punto, però, ci si ferma, impotenti e incapaci di andare oltre i limiti di quella sfera di sentimenti e azioni che riguardano il comportamento dei propri figli disagiati.

Poi esistono le fragilità, il dolore e le amarezze di una famiglia che ha in carico un figlio con tale disagio. 

Fragilità, dolore e amarezze di cui pochi sono consapevoli e che ricadono come bombe devastanti nella quotidianità delle famiglie colpite.

Nessuno ci fa caso quando il dolore lacera le altrui vite e non la nostra.

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