Il report delle Guardie Zoofile sul cane avvelenato ieri.

Sta meglio il cane avvelenato anche se non è ancora fuori pericolo

Sta un po’ meglio il cane avvelenato ieri con metaldeide, la sostanza contenuta nel veleno per lumache. Come si ricorda, la padrona del cane, ha immediatamente provveduto a portarlo dal veterinario che appariva sfiduciato di riuscire a salvagli la vita. Le condizioni dell’animale, dopo un iniziale e giustificato pessimismo per la sua sorte, sono via via migliorate e oggi, anche se non si può definire salvo, si vede la situazione in modo positivo.

Ad informarci dell’avvenuta segnalazione del pericolo che corrono sia animali che persone, sono le Guardie Zoofile che ci hanno chiamati per informarci sia del cane che della perlustrazione avvenuta oggi. Il capitano Gianni Sanna ci invia anche due foto del cane che appare più vivace anche se ” continua a perdere ancora del sangue con le urine per i danni causati ai reni dal veleno”.

Sanna ci informa che la zona è stata battuta in tutta la sua estensione. Tuttavia, non è  reperita alcuna esca avvelenata.

« Il cane avvelenato si sta riprendendo e ha superato la notte, quindi si ha fiducia che ce la faccia. L’altro giorno un altro cane è morto sempre per avvelenamento e si seguono alcune tracce per identificare il colpevole. Come sa anche lei, dopo i tanti cani ammazzatoi lo scorso anno in determinate zone, come quella di La Naciola, quotidianamente ci muoviamo per fare sopralluoghi.

Il cane avvelenato come si presentava oggi

Il nostro monitoraggio, pertanto, è anche a Mantelli, zona sotto la chiesa di San Giuseppe e via Palau e anche sotto il cimitero, zone periferiche ma con terreni erbosi dove si camuffano meglio le esche. Vorrei sottolineare, ringraziandola, che la volta scorsa, quando c’erano stati più di dieci cani assassinati, gli autori si erano fermati. Quindi serve sempre scrivere e soprattutto agire provando a fare luce su chi compie azioni di questa efferatezza.  I nostri sopralluoghi continueranno».

“Non toccate con le mani le esche!”, dopo il cane avvelenato attenzione per animali e persone.

«I veterinari consigliano – continua Sanna – di non toccare con le mani nude eventuali esche che vengono ritrovate. Hanno delle scagli blue, che contrassegnano la presenza del veleno. Su questa vicenda possiamo dire che le esche erano presenti a Mantelli perché i gatti sono morti. Il cane avvelenato, tuttavia, può averle assunte anche passeggiando fuori dai confini della zona interessata. Lo ripeto, qualora si individuassero questi bocconi, chiamateci, o noi o la polizia locale ma soprattutto noi. I carabinieri possono intervenire ma hanno l’obbligo di inviare i reperti al servizio veterinario di Sassari e ciò potrebbe causare ritardi. Da parte del Corpo delle Guardie Zoofile sentiamo il dovere di ringraziarla perché il suo servizio è utile e tempestivo per farci intervenire immediatamente».

Grazie a Gianni Sanna e alle guardie zoofile per il lavoro che svolgono e invitiamo a seguire i consigli dei sanitari sulla inopportunità di entrare in contatto con questo genere di esche avvelenate anche per le persone.

 

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