La GdF indagherà sulla sospensione del punto nascita.

La sanità malata ha molte spiegazioni, una è l'indirizzo privatistico che ne pregiudica il futuro.

La GdF di Tempio ha in mano l’esposto presentato dal comitato Abali Basta sulla chiusura del Punto nascita di Tempio.

E’ di ieri la notizia che la Procura ha preso in considerazione il fascicolo depositato in data 23 maggio scorso affidandone la sua iterazione alla tenenza di Tempio. L’esposto, che è nominativo, presenta i dati e la firma di una sola esponente del movimento Abali Basta ma comprende in allegato dati e firme. Quelle di altre 1640 persone raccolte in circa 3 settimane di punti firma sparsi in città e anche nel territorio.

La notizia smentisce anche le tante calunnie sull’esposto circolanti da quando la notizia era apparsa. Tanta gente sosteneva la sua infondatezza e persino l’inesistenza. Il contenuto del documento, a quanto pare, è pertinente e corretto. Si spera che ogni lato oscuro di questa vicenda venga chiarita ma soprattutto che si arrivino a scoprire i responsabili dell’ennesimo scippo ai danni del Paolo Dettori.

La serietà e la professionalità della GdF porta a pensare che molto presto si scopriranno le stranezze di una sospensione/chiusura. Le donne del territorio, dal 18 aprile 2018, sono obbligate a recarsi fuori distretto per far nascere i propri figli.

L’attività della GdF sulle storture del sistema

In questo ultimo scorcio del 2019 sono tante le operazioni in Sardegna della GdF. I reati amministrativi sono sempre al centro delle numerose operazioni che sovraintendono alla sanità e non solo. I recenti arresti, a diverso titolo e grado, mostrano che gli stessi reati sono in crescita e sottendono a qualcosa che trae origini da molto lontano. Ogni mattone che si sfalda, o che cade, dipende da fondamenta malate e fragili, dove non ultime si osservano corruzione e orientamento verso il malaffare.

Mater Olbia

Sono note, a tal riguardo, le vicende giudiziarie sul Mater Olbia, l’ospedale privato della Fondazione Qatar su cui gravano fondati sospetti che parlano di scatola vuota ma decisamente “piena” di ben altri argomenti extra sanitari. Recenti notizie dicono che il gioiello sanitario, quello che avrebbe risolto i problemi della mobilità passiva di tanti sardi, è avvolto da nebbia fittissima e scarsa se non nulla eccellenza.

Nei prossimi giorni, si dice verranno sicuramente sequestrati i parcheggi della struttura sanitaria, su di essi pesa una delle tante derive giudiziarie del Mater. Il servizio di sicurezza, garantito da una società di Olbia, vacilla. Il servizio non ha ricevuto pagamenti e, da qualche giorno, è assente durante le ore notturne. Alcune imprese che hanno svolto lavori nell’ospedale, non sono state pagate e avanzano crediti elevati. Tanto che il passivo, ad oggi, ha raggiunto la cifra di circa 30 milioni di euro.

Lo dicevamo, fondamenta malate, edificio traballante e quella gallurese non è una zona sismica.

Attese azioni forti da Procure e GdF

Alessandro Marini

« Nei prossimi giorni, saranno anche presentate, con molta probabilità, le istanze di fallimento in capo alla SHRP Srl e alla Luigi Maria Monti Mater Olbia Srl. La situazione è disastrosa  e l’azione forte delle procure e della GdF, sta arrivando a determinare le responsabilità. Pare che i soldi siano terminati e lo scenario, anche quello politico, a breve potrebbe mutare. Le persone coinvolte tra politici e manager societari, sembrano essere decine». Questa la breve dichiarazione di Alessandro Marini, le cui note vicende risalgono agli inizi della storia della struttura sanitaria olbiese/qatariota (2014). 

Appare tutto abbastanza confuso. Il quadro politico che decide di erogare un corposo finanziamento pur avendo conoscenza delle vicende giudiziarie. La stampa sarda che quasi ignora alcuni passaggi determinanti dell’iter giudiziario. Le decantate eccellenze sanitarie, presenti tra l’altro nella sanità pubblica eccetto qualcuna, che si rivelano del tutto assenti.  L’improvvisa decisione di ridurre il finanziamento dell’ATS che scende da 25 milioni a circa 5. La nomina di un tenente colonnello della GdF al vertice della direzione amministrativa che non suscita entusiasmo tra i colleghi stessi dell’Arma sarda. La verifica del passivo milionario prima ancora che la struttura assuma una qualsivoglia identità sanitaria certa. I debiti contratti e ora resi noti con alcune imprese che hanno avuto a che fare con la struttura.  L’edificio che si alimenta ancora con luce di cantiere e non si comprende a che titolo la struttura abbia avuto l’accreditamento provvisorio alla attività. La presa di posizione del Qatar che sembra intenzionata a mollare il Mater.

I tre ospedali galluresi

Personaggi chiave della vicenda che sono introvabili. E tutto questo mentre continuano a perpetrarsi nella nostra isola le conseguenze della riduzione della spesa e la conseguente perdita di servizi sanitari pubblici.

Mentre tutto questo accade, una donna partorisce in elicottero nel trasbordo da La Maddalena a Olbia.

La metà basterebbe a prendere le distanze da quanto sta succedendo e denunciare ogni attuale e futura sconcezza per ripristinare una decente offerta pubblica che non scontenti tutti.

E questo senza aver ancora avuto risposte sulla nuova riforma sanitaria che resta in eterna attesa.

 

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