La storia di Ciondolo fa il giro del globo.

LA STORIA di Ciondolo, nomignolo di Gian Mario Fenu, ploaghese, 57 anni, dopo qualche giorno dalla sua reazione che lo ha portato a distruggere il suo locale. Lo strano appellativo, gli deriva dalla sua caracollante andatura, quella di un omone di circa 190 cm e 135 kg ben distribuiti. Buono come il pane e forte come la roccia. Sportivo, paracadutista amatoriale, conosciuto in Sardegna anche per questa sua passione. Mai avrebbe pensato che la vicenda che lui stesso ha reso nota su facebook, con la distruzione del bancone del suo locale, lo avrebbe reso così popolare anche all’attenzione di media importanti. Una vicenda che sa di amarezza per la situazione attuale, senza una chiara idea del quando e del come si ripartirà.

Ciondolo – foto da profilo facebook

Ciondolo viene contattato dopo il video su facebook  e l’articolo di galluranews da diverse testate, da quelle sarde ad alcune televisioni nazionali, Mediaset e Rai comprese. Stamani vengo chiamato da un giornalista di La7 che vuole saperne di più per un servizio. Lo contatta anche lui come tutti gli atri, ma Ciondolo non vuole apparire né mostrarsi. Farà eccezione forse come per la Rai ma sulle altre emittenti, resta il dubbio se accetterà o meno.

In lui prevale lo spirito del lavoratore amareggiato ma non sconfitto, ha dentro di se la forza di riprendere in mano la sua vita e il suo lavoro – 40 anni di vita – e presto tornerà a battersi per avviare in altro posto quel lavoro che sa fare molto bene. Mi parla di lui Alessandro Marini, persona nota per le vicende legate alla storiaccia del Mater Olbia.

La storia di Ciondolo, persona buona e rispettosa

Marini è oggi stimato professionista, dopo che 5 anni fa il 90% dei ploaghesi si era scagliato contro di lui, pur non conoscendo gli atti giudiziari che lo vedevano coinvolto. Conosce dunque la mentalità dei suoi compaesani così come conosce da 30 anni quella di Ciondolo. 

“Da quanto conosci Gian Mario Fenu, in arte Ciondolo?”

Alessandro Marini

«Ciondolo –  mi dice Alessandro – è mio amico da 32 anni. Io ho 45 anni, lui 57. Siamo dello stesso mese, gennaio, io del 3 e lui del 1 gennaio. ci separano una dozzina di anni. Oggi, e credo sarà la sola, ha avuto la sua unica intervista con la Rai ma non penso ne accetterà altre. Non regge l’impatto mediatico che  è scaturito dal tuo pezzo e dall’interessamento di stampa regionale, nazionale e persino estera, dalla Francia e dalla Svizzera e dagli Stati Uniti». 

“Perché ha fatto quel gesto, distruggere il locale in un momento in cui forse sarebbe stato meglio pensare a ripartire?”

« La ragione di fondo è lo spopolamento del paese, i giovani vanno via. La crisi economica porta la gente a non frequentare i locali, i costi degli affitti e della vita sono saliti. La concorrenza è sempre spietata,  a Ploaghe sono 6 o 7 ma la sua era una pizzeria storica, quella più frequentata, con la prima pizza al taglio. Affabile, buono e rispettoso con tutti ma anche molto rispettato da tutti. Chi non lo rispettava, era fuori dal suo locale».

” La distruzione del suo locale da cosa nasce? Lo ha deciso da tempo o in quel giorno?”

La storia di un uomo onesto, umile e rispettoso lavoratore, 

« Una settimana prima si aveva venduto la sua roba in paese. Ma la sua decisione, che io sappia, non deriva da problemi finanziari ma dal tarlo che era inutile proseguire. Il locale da 4/5 mesi era chiuso ma mai del tutto, mezzo aperto, lo stava facendo scivolare via d’interesse a causa delle ragioni di cui sopra. Lo ha distrutto tutto il locale non solo il bancone che si vede nel video. Sono sicuro che c’è una parte del paese che lo ha criticato, pochi ma ci stanno. Ma resteranno delusi perché lui è un guerriero e non si arrende mai. Tieni presente che aveva dipendenti, sempre retribuiti. Ha anche un altro locale di sua proprietà nella Piazza San Pietro».

” L’impatto mediatico, tutta la notorietà è stata una deflagrazione nella vita di Ciondolo, pensi che lui reggerà a tutto questo clamore, Rai, Canale 5, La 7, ecc.?”

« Credo che inizialmente non lo reggerà ma lo conosco per dirti che alla fine ne uscirà molto rafforzato e convinto. Certi imbecilli, nullafacenti del paese, che vivono sulle spalle dei genitori e dei nonni, resteranno molto delusi. Lui è nato come un lottatore e come tale morirà, fra molti e molti anni. Questo mio paese è lo specchio della Regione nella quale viviamo, adagiato sul pettegolezzo, sull’invidia, sulla gelosia e con occhio sempre critico verso chi cerca altre strade rispetto a quella impiegatizia».

“Su cosa si basa principalmente l’economia di Ploaghe?”

Ploaghe, storia di un paese con eccezioni degne di grande risalto e la mentalità del posto fisso.

«Io, come sai sono un professionista, amministro aziende, ricoprendo il ruolo di Presidente del CdA. Venivo visto come un lestofante, truffatore, addirittura un sedicente amministratore di aziende, dopo  alcune vicende giudiziarie che mi hanno visto coinvolto e che si sono in parte chiarite, allora hanno smesso.Posso portarti, per avvalorare questa mia convinzione, tanti esempi.

Sono molti gli imprenditori ploaghesi che hanno avuto fortuna altrove. I Fratelli Solinas, quelli della Smeraldina rappresentano l’esempio migliore. Ricordo il padre, l’antesignano della realtà mondiale che è oggi Smeraldina. Aveva una fabbrica di ginger e gassosa, la Plubium  a Ploaghe e poteva realizzare qualcosa anche con le acque che abbiamo qui nella zona. Il capostipite, Giovanni Maria Solinas, lo fecero a pezzi per invidia e per gelosia. Per tornare alla tua domanda, il paese si regge sui dipendenti pubblici, provincia, banche e Regione, e il resto sul mondo agro.-pastorale con alcune belle eccezioni».

La ricerca del posto fisso, storia comune a tanti altri centri della Sardegna

” Cioè, mi vuoi dire che la Smeraldina, sarebbe nata a Ploaghe anche senza l’acqua di Monti di Deu del Limbara?”

«Lo dico e lo confermo. Bastava che il paese fosse stato all’altezza e nel rispetto del mondo imprenditoriale, in particolare di Giovanni Maria Solinas, quei 100 circa posti di lavoro sarebbero stati a Ploaghe. La sorgente dove Solinas aveva messo le mani, ossia sulla strada per Tempio, la aveva praticamente acquisita lui ma preferì andare a Tempio e dare lavoro all’alta Gallura. In Gallura venne rispettato e accolto a braccia aperte. Scrivilo però, che è più facile criticare le persone quando creano qualcosa, piuttosto che guardarsi allo specchio per vedere la propria nullità. Alcuni ploaghesi che parlano male di Ciondolo e del suo gesto, si facciano l’esame di coscienza. Generazioni di studenti sono andati a lavorare da Ciondolo e lui li ha sempre pagati». 

” Il ploaghese quindi com’è? E quali altre realtà imprenditoriali ci sono a Ploaghe che danno lavoro, dal momento che da quel che mi hai detto sono eccezioni?”

« Tantissimi ploaghesi vivono di posto fisso,  e non rispettano chi paga le tasse e paga anche i loro stipendi. Se a Ploaghe ci fosse stata una mentalità imprenditoriale, quello spopolamento oggi non ci sarebbe. Tanto per citarti un caso, una cinquantina di anni fa, un originario di Luras, Giua, impiantò una grossa fabbrica di sughero in paese, all’entrata dove oggi sta sorgendo un parco pubblico. Vi lavoravano decine di persone.  Posso dirti che Ploaghe portò il primo formaggio negli Stati Uniti, prima di Thiesi coi F.lli Brundu. Attività finite».

Eccezioni di grande prestigio in una realtà impiegatizia

«Il pastificio Sini che produce eccellenza, esiste per fortuna. Il salumificio La Genuina dei Salis, eccellenze in campo nazionale, sono un’altra bella realtà imprenditoriale. Però, è facile criticare le persone che fanno altre attività non per forza impiegatizie e che sono quelle che contribuiscono di più al PIL. Per tornare a Ciondolo,  grazie  a lui che lo avviò al lavoro,  un imprenditore andò via dalla Sardegna per le tasse alle Canarie dove ha creato la Solinas Group con oltre 10 posti di lavoro a Caralejo. Ciondolo gli insegnò il lavoro, oggi ha 45 anni come me».

” Bene Alessandro, vuoi aggiungermi altro?”

Storia di un paese alle prese con una realtà nazionale confusa che trova impreparati tutti.

« Giusto una critica personale per il sindaco di Ploaghe. Se fossi stato io il sindaco le attività commerciali sarebbero state riaperte da 15 giorni fa perché sia gli atti del governo nazionale e regionale sono illegittimi e incostituzionali. Non hanno forza di legge. In prospettiva futura, avrei tolto l’incarico di responsabile del settore commercio che costa alla comunità 25.000€ l’anno come indennità di firma. Avrei sospeso la tassa dei rifiuti alle famiglie e alle attività commerciali e artigianali per due anni almeno.  Questa cosa, il sindaco non la farà perché è abituato a percepire lo stipendio grazie alle entrature politiche di una certa sinistra, artefice dell’impoverimento dell’Italia. 

Ma ti sembra possibile che una attività commerciale paghi 2.500/ 3000€ di tassa di rifiuti?

Il sottoscritto lo hanno fortemente criticato (nessuno è profeta in patria) a suo tempo, tranne poi venire a chiedermi posti di lavoro per i loro figli. Capisci? Hai colto com’è fatto il sardo? Se proprio devo dirla tutta, chi parla male di me, gli auguro che guadagni il 5% di quanto guadagno io. Non è boria, è la realtà. E’ un fatto culturale, che risente di quel che ho subito io dal paese. Prima ti criticano, poi ti chiedono lavoro. In ultimo,  dovrebbero portare rispetto anche chi indossa una divisa, parlo dei Vigli Urbani, sia verso  gli esercizi commerciali che verso i cittadini. Tutti i dipendenti del comune di Ploaghe devono portare rispetto ai cittadini che pagano le tasse e, di conseguenza, pagano i loro stipendi. Occorre molto più rispetto per le partite IVA che contribuiscono in maniera prevalente proprio a pagare  i loro stipendi».

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