“Linea ferma e dura”. Continua la lotta di Abali Basta.

L'assemblea del gruppo spontaneo di cittadini punta dritta alla lotta reiterata per il Paolo Dettori. La donna di 37 anni andrà al Mater Olbia il 19 agosto.

Linea ferma e dura del comitato spontaneo di cittadini che dal 18 ottobre 2018 ha preso in mano la vertenza sanitaria per il nostro ospedale. Abali Basta ha riunito questa sera, giovedì 8 agosto i suoi aderenti e simpatizzanti. I punti all’ordine del giorno in discussione erano quattro.

Prima di affrontare l’ODG dell’assemblea, si da notizia che la paziente gallurese di 37 anni verrà trasferita al Mater  Olbia il 19 agosto.

a) Gli aggiornamenti di carattere generale  hanno interessato la fase attuale, in cui arrivano diverse voci ma di fatto nulla di concreto. Data per certa solo la riapertura del reparto di chirurgia a partire dai primi di settembre, così come preannunciato il 30 giugno, poco altro si conosce. 

b) In itinere ci sono l’esposto che il procuratore ha deciso di portare avanti affidando lo stesso nelle mani di un giudice. Esclusa quindi l’archiviazione, com’era avvenuto per il precedente, l’esposto riguarda il punto nascite e il danno erariale. Nonostante alcune indiscrezioni che danno per possibile la riapertura del servizio di ostetricia e ginecologia,. non esiste al momento nessun atto ufficiale in tal senso.

c) La discussione si è poi incentrata sulla visita dello scorso lunedì 5 agosto con l’onorevole Mara Lapia, membro della commissione salute del Ministero della Sanità L’onorevole, nella sua visita, ha chiesto esplicitamente al movimento di non essere lasciata sola. La sua veemente, incisiva e argomentata posizione a favore degli ospedali di Tempio, La Maddalena e Sorgono, lasciano ben sperare sulla sorte di questi presidi. Non a caso, il suo interesse in generale per la sanità sarda, di cui ricordiamo è il massimo rappresentante del governo in Sardegna, verte su questi tre centri.

Linea ferma e dura col sostegno dell’on Mara Lapia.

Tempio, per il suo vasto bacino di utenza, circa 40.000 residenti che si trovano in questo momento sbandati e senza l’ospedale di riferimento.

La Maddalena, il delittuoso sfascio causato ad un presidio basilare di un’isola che paga la doppia insularità. Ora è legata a pochi servizi, in balia di un servizio di elisoccorso che spesso non può interagire per ragioni climatiche o al mare per qualsiasi emergenza non risolvibile al Paolo Merlo.

Sorgono, perché comune al centro della Sardegna che ha difficoltà della rete viaria e distanza dai grossi centri ospedalieri.

Non v’è dubbio che i problemi riguardano tutti i centri ospedalieri pubblici srdi e che ogni giorno leggiamo di presidi che chiudono servizi indispensabili come il P.S. di Ghilarza.

Per queste ragioni, la lotta del comitato continua ferma e dura, mettendo in luce anche le evidenti contraddizioni dei rappresentanti galluresi in Regione che hanno all’unanimità votato a favore del finanziamento del Mater Olbia.

Le dichiarazioni

“Una struttura privata – ha detto Cordella di Abali Bastache ha estorto 200 posti su 500 alla sanità pubblica e che non lascia presagire nulla di buono sul suo futuro”. Chiaro il riferimento alla questione giudiziaria in essere che è al vaglio delle procure di Tempio e di Roma. Mara Lapia, in ragione anche del caso Mater, è informata nei dettagli anche di questo aspetto che esula certo sugli interessi collettivi della gente di Gallura. 

” 150 milioni nei prossimi due anni, compresa la quota di questo 2019, sono soldi estorti alla sanità pubblica, finanziamenti che avrebbero permesso l’attività di vari ospedali, tra cuio Tempio e La Maddalena”. Ci va duro Satta, sempre di Abali basta, che si chiede anche :

“Con chi stanno i consiglieri galluresi che votano SI al Mater? Con la gente a cui hanno chiesto il voto per salvare il Dettori o coi poteri forti, sempre in auge e capaci di far andare la barca dove gli interessi in gioco sono ben altri rispetto a quelli delle popolazioni? Per tutti questi motivi la nostra linea di azione sarà ferma e dura”.

Le prossime azioni del comitato

” La lotta non si ferma né si fermerà. Nei prossimi giorni – dicono i rappresentanti del comitato – , sulla base dei nomi dei favorevoli alla struttura olbiese qatariota, ci sarà un documento che punta a far sapere il perché i reparti si chiudono, i presidi di base mancano, il CUP  demanda appuntamenti senza pensare a chi sta chiedendo il diritto di essere curato anche tempestivamente. Tutto questo mentre si erogano 600 milioni in 10 anni per una struttura privata. A La Maddalena oltre 400 malati di cancro sono obbligati ad andare fuori per curarsi. Siamo arrivati al punto che il disagio del viaggio delle persone più malate e anziane, faccia dir loro che rinunciano alle cure. Sono questi i drammi veri a cui nessuno in Regione pensa. L’attenzione della vera e propria “casta”, guarda altrove. Dove non ci sono i bisogni e le difficoltà oggettive di questo momento drammatico della sanità”.

Sono dichiarazioni di una linea, come detto, ferma e dura, che innalzerà il livello dello scontro qualora finito questo mese, si tornerà sui banchi del Consiglio Regionale e le risposte,  a partire da una nuova legge che si dice sia già scritta, non saranno favorevoli. Vedremo anche se il nostro assessore territoriale, scioglierà le riserve di un momento nel quale non giunge alcuna voce sul Paolo Dettori. Eppure, non più tardi di un mese fa, le sue dichiarazioni erano copiose e sempre improntate all’impegno. 

 

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