COMUNICATO STAMPA OLBIA, 14 AGOSTO 2014 - In merito alla lettera di Antonio Masoni, pubblicata nel sito internet "Galluranews", in data 10 agosto 2014, in cui si parla di "disservizi venutisi a creare nel reparto di medicina dell’Ospedale Paolo Dettori di Tempio Pausania", per un dovere di corretta informazione, si precisa quanto segue: Per comprendere cosa sia successo la notte di sabato 9 agosto e' necessario fare alcune importanti precisazioni. Quella notte, nella cittadina di Tempio Pausania, era in corso il Carnevale estivo; musica e divertimento che hanno agitato particolarmente i pazienti più anziani ricoverati all'interno del reparto di Medicina dell'ospedale "Paolo Dettori".Tra questi, c'era anche una donna novantenne, non vedente, ricoverata nel nosocomio tempiese da circa una settimana: "La notte la donna era particolarmente agitata, tant'è che, contravvenendo alle regole del reparto, in via eccezionale, abbiamo consentito a due familiari di assisterla sino a notte fonda. Così come spiegato alla figlia, la donna ha bisogno di assistenza personale 24 ore su 24, questo vale sia all'interno delle mura domestiche che all'interno di quelle ospedaliere. Un'assistenza personale che non può essere garantita di sicuro da medici, infermieri o operatori socio-sanitari in servizio, che devono gestire un reparto con una quarantina di pazienti. Pertanto e' falso affermare che le Oss avrebbero "consigliato ai parenti di assumere una badante anche per l'ospedale adducendo scuse arbitrarie", spiega Pierluigi Bellu,direttore del reparto di Medicina. " Tant'è che quella notte, proprio per dare assistenza alla donna, e' stato consentito non a uno, ma a due parenti, di restare in reparto; ripeto, per dare assistenza costante alla donna, quello che si deve fare quando un paziente non è autosufficiente e manifesta particolari stati ", aggiunge Bellu. In merito al ritardo dell'assistenza, il primario precisa come "all'interno di un reparto come la Medicina ci sono delle priorità da rispettare: la donna non è stata pulita immediatamente in quanto gli operatori hanno prestato assistenza ad altri pazienti che necessitavano di assistenza prioritaria, per poi sistemare la donna che, al controllo, non era ancora sporca". "Simili dichiarazioni false, non fanno altro che sminuire il lavoro dei tanti operatori sanitari che, giornalmente, operano nelle strutture della Asl di Olbia e che, senza non poche difficoltà, cercano, ai vari livelli, di garantire la propria assistenza ai pazienti. È scorretto che lo scrupolo dimostrato anche in questa occasione venga strumentalizzato con affermazioni destituite di ogni fondamento, che non fanno altro che alimentare allarmismi totalmente infondati. E' inaudito inoltre affermare che all'interno del reparto di Medicina vi sia da "troppi anni" una sorta di "anarchia operativa". Si tratta di illazioni false che non fanno altro che sminuire l'operato degli operatori senza invece fornire elementi alla crescita stessa del reparto. Inoltre e' offensivo parlare di Oss "di recente nomina e non sarde": il concorso ha consentito di assumere il personale sanitario secondo criteri oggettivi, che nulla hanno a che vedere con la nazionalità, semmai con la professionalità ”, conclude Bellu, che non esclude di intraprendere procedure legale a tutela del reparto da lui gestito.