Ospedale, la visita di Nieddu al Paolo Dettori.

Ospedale Paolo Dettori. La vista stamattina del nuovo assessore Mario Nieddu al Paolo Dettori. Voluta e attesa, come se fosse l’ultima risorsa da contrapporre allo sfacelo in atto nel nostro presidio sanitario. Ad accogliere Nieddu, l’assessore Biancareddu, accompagnato anche dall’attuale reggente del nostro comune, il vice sindaco Gianni Addis. Presente anche il neo consigliere regionale  teresino delle Lega Dario Giagoni. Una folta e nutrita partecipazione dei presidianti di Abali Basta con cui l’assessore si è trattenuto per una breve quanto efficace conversazione.

La visita in ospedale, si è protratta per quasi 2 ore, partendo dal Pronto Soccorso del Dettori, passando per tutti i reparti, e finendo nell’ultimo servizio visitato, la Dialisi, ubicata al piano terra del nosocomio.

I reparti dell’ospedale visitati dall’assessore 

Il responsabile del Pronto Soccorso Elio Tamponi, ha indicato all’assessore i confini territoriali della vasta area di interesse del Dettori, una estesa zona di competenza che comprende anche parte dell’anglona e della Gallura del nord.

” In estate, con il turismo, questa zona arriva anche a 700.000 presenze. Olbia non può sostenere questo bacino, e noi al P.S. siamo inadeguati a fare i miracoli. Chiediamo medici, attrezzature e presidi, in queste attuali condizioni, non possiamo reggere all’eccessiva domanda”.

Le parole del Dottor Tamponi, davanti ad una carta geografica che lui percorreva con il dito per sottolineare la centralità e l’impegno che da sempre concerne al P.S. dell’ospedale, hanno accompagnato anche le successive ispezioni negli altri reparti. Tutti, chi più e chi meno, con lo stesso identico problema, mancanza di medici e inadeguato supporto dell’azienda.

Nieddu prende nota, si accerta, chiede. La sua è una visita conoscitiva ma di grande importanza per ribadire quelle che sono infine le sue parole. “Tempio non chiude come non chiuderanno gli altri ospedali”.

Ostetricia e Ginecologia, problema grave dell’ospedale

Una delle note dolenti dell’ospedale. Chiuso dal 18 aprile 2018, con un atto di sospensione e mai riaperto, nonostante il ritorno del personale sanitario prima assente. Il primario Careddu illustra la situazione, mostra le stanze desolatamente vuote, il locale del parto in acqua, con la vasca prima in Sardegna, inaugurata nel 2011. Sul blocco parto, il tema diviene difficile, Nieddu garantisce interventi ma senza promettere il miracolo, atteso da tutti come uno dei punti chiave della vertenza sanitaria in atto. Gli viene indicato che non esisterebbero veti per la riapertura anche se il primario sottolinea l’insufficiente grado di preparazione del suo personale ad operare in sicurezza. Vedremo, anche in merito al DM 70 che a Nieddu non piace affatto e di cui dice di non voler tener conto.

Chirurgia, 

Il reparto dal 1 luglio sospenderà l’attività, il personal smistato altrove in ospedale. Manca un medico almeno per riprendere l’operatività del servizio. L’assessore anche per questo prende nota, dopo aver ascoltato alcuni sanitari della chirurgia. Si punta alla figura del medico nuorese che aveva chiesto di venire ma non aveva ricevuto alcuna risposta dall’azienda. Le difficoltà iniziano a prendere corpo e Nieddu si rende conto che lo stillicidio perpetrato da chi lo ha preceduto, con l’avallo aziendale, è stato un vero massacro. Non si ha certezza che prima della fine del mese si possa scongiurare la sospensione, ma da Nieddu arriva qualche speranza che tutta la riforma sarà rivista e adeguata alle esigenze dei vari territori, nessuno escluso.

Otorino

Unica struttura complessa dell’ospedale ad essere la sola nell’intera Gallura. Appena 5 medici a garantirne una estenuante attività Il primario Bozzo delinea tutte le criticità presenti e sostiene, come farà anche il Dott. Contu della Radiologia, la sua preoccupazione per il troppo dispiego di risorse per il Mater Olbia. 

” Doveva essere una clinica aggiunta all’offerta sanitaria pubblica. Di fatto,. ha tutti i doppioni della stessa”, diranno entrambi all’assessore.

Radiologia

Il momento più duro forse del confronto, con il primario Ottaviano Contu che manifesta il suo dissenso totale sulle condizioni nelle quali si ritrova a lavorare. Urgono interventi a sostegno e una presa d’atto che di questo passo non si va avanti. L’ospedale tutto ha bisogno di rapidi interventi e che si agisca per il bene di un territorio che non può contare solo su un DEA di 1° livello e un Mater che rappresenta per ora solo sulla carta una soluzione. Nieddu è al corrente, lo sa come altrettanto fa notare Luigi De Martini, anch’egli consigliere regionale leghista.

Laboratorio, Centro Trasfusionale e Dialisi

Il responsabile del servizio trasfusionale Aisoni fa notare le oltre 2.000 sacche all’anno del centro e di contro la presenza di due unità mediche e una sola infermieristica a fronte di un numero di dirigenti e infermieri che la legge stabilisce proporzionale al sangue raccolto. Uno strazio, sapendo quale sia l’impegno e il lavoro che va a beneficio non solo del territorio ma, attraverso la banca del sangue, a tutti i centri della Sardegna.

Il laboratorio così come la dialisi, appaiono quelli meno traumatizzati ma si chiedono interventi sempre della stessa natura. Più mezzi e maggiore attenzione.

Ortopedia

Il primario del reparto dell’ospedale, Pianezzi, illustra l’attività. Oltre 700 interventi all’anno. Una delle perle del Paolo Dettori. A Nieddu viene spiegata la situazione e chiesto l’impegno per una maggiore attenzione verso il personale sanitario che non basta da nessuna parte.

Alla fine della visita, una breve discussione col movimento Abali Basta e con uno dei suoi portavoce, Alessandro Cordella. Il momento lo vedete per intero nel video sottostante. All’assessore si chiedono con estrema urgenza la riapertura del blocco parto e lo scongiuramento delle attività della Chirurgia dell’ospedale.

Conclusioni

L’assessore Nieddu porta a Cagliari un’ampia documentazione, le criticità rilevate oggi a Tempio.

” Sono le stesse – dice – di tutti gli altri centri ospedalieri visitati. Certo – ha precisato – che non si chiude nulla e si cercherà di ovviare ai danni subiti qui come altrove, con una oculata politica che tenga conto della disomogeneità della nostra isola e della importanza di questo ospedale come di tutti gli altri della Sardegna. Farò e faremo, quanto potremo per garantire ovunque una risposta sicura e funzionale ai bisogni della sanità pubblica isolana”.

 

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