Primario Ginecologia, ” resoconto non consono”.

Il primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale civile Paolo Dettori, il Dottor Franco Careddu, scrive a galluranews una mail in cui chiede una rettifica sul resoconto scritto da questo blog, in merito alla visita di venerdì scorso con l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu.

Il dottor Careddu precisa quanto segue.

« In riferimento all’articolo pubblicato on line dalla testata Gallura news in data 7.06.2019, intendo apportare una doverosa precisazione.

Durante il colloquio da me avuto con l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu nel mio reparto, NON HO MAI PRONUNCIATO le parole attribuitemi e riportate dalla vostra testata.
In particolare avrei parlato di un “insufficiente grado di preparazione del mio personale ad operare in sicurezza”.
In realtà era mio intendimento sottolineare l’impossibilità, da parte dello stesso personale, di operare nelle condizioni di sicurezza  data situazione di precarietà nella quale, da mesi, il reparto si trova.
Tanto è dovuto per doverosa precisazione che si prega di pubblicare.
Cordiali saluti
Dr. Franco Careddu»

Egregio Primario

Prendiamo atto di questa opportuna rettifica e chiediamo scusa per aver male interpretato quanto Lei ha voluto ribadire. La frase incriminata, usata nella circostanza da questo blog, era:
“il primario sottolinea l’insufficiente grado di preparazione del suo personale ad operare in sicurezza”.
La sua rettifica, secondo quanto scrive nella sua mail, è questa:
“il mio intendimento era sottolineare l’impossibilità, da parte dello stesso personale, di operare nelle condizioni di sicurezza  data situazione di precarietà nella quale, da mesi, il reparto si trova”.
Esiste effettivamente  differenza nel senso della frase dove Lei  mette l’accento non già sulla poca dimestichezza del personale ma sulla precarietà della situazione complessiva del reparto che persiste da oltre un anno e sulla assenza dei criteri di sicurezza.
Ora, sappiamo che Lei ha provveduto in questo lasso di tempo, a decorrere dal 18 aprile giorno della sospensione del servizio di ostetricia, a scrivere svariate volte alla Direzione Sanitaria di Olbia. Per quanto ci risulta, non le è giunta mai una risposta positiva alla situazione esistente nel suo reparto. 
La qual cosa, oltre ad essere di estrema gravità, anche perché fa il paio con tante altre sollecitazioni alla medesima D.S, da altri reparti, non ha trovato riscontro nella stampa.
Avremmo voluto magari che fosse informata del disagio, anche per indirizzare ulteriore protesta verso questa insensata e, mi permetta, scellerata, deriva della nostra struttura sanitaria in questi anni.
Lei forse pensa che a poco serviva denunciare queste criticità evidenti e ha pensato di risolverle nei modi e nei tempi che l’azienda le chiede.
Le cose, come avrà certo capito, non sono così facili e, per nostro conto, esiste un disegno di smantellamento preciso e puntuale dei servizi sanitari pubblici. Piano e strategie alle quali , durante il periodo della occupazione del Dettori, dei semplici cittadini si sono opposti.

Considerazioni

Ad un primario si chiede qualche passo in più, in virtù di una maggiore visibilità che penso Lei abbia. Magari, pur consci che un’azienda non ha fatto trapelare nulla se non fantomatici rimedi, evidenti prese in giro alle comunità della Gallura che attendono inutilmente la panacea.
Magari, diciamo, si pensa che l’azione corretta, anche perché la sola che Le viene consentita, sia quella di alzare il tono della protesta. Questi anni, egregio Primario, ci hanno resi consapevoli che tutto è diventato la lotta di tanto Don Quijote contro i mulini a vento.
Inutile, contro insensibili ragionieri della nostra salute. Ci sarebbe voluta una maggiore coesione tra voi che gestite le sorti della sanità in alta Gallura, e il territorio che chiede risposte. Una presa d’atto anche da parte vostra che la lotta uniti avrebbe avuto esiti migliori. Tant’è, oggi si ha un’altra amministrazione regionale, un altro assessore che non intende smantellare Il Dettori ma rinforzarne le fondamenta precarie degli ultimi anni.
Faccia quanto è in suo potere, ora il personale sarebbe quasi al completo. Costringa alla riapertura l’azienda, chieda quanto manca, compresi nuovi medici se occorrono. Lo faccia, in considerazione del momento di estrema difficoltà nella quale sono oggi le donne e le mamme. Comprese quelle che lo saranno, e vorrebbero esserlo a Tempio.
Le propongo questo video spot che ho curato nella costruzione e che mi hanno chiesto le mamme di Gallura. Lo ascolti e lo guardi.
Con osservanza,
Antonio Masoni

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