Provincia Gallura, ci risiamo!

Torna la Provincia Gallura, per i politici del territorio da poco eletti, sembrerebbe la chiave di volta della rinascita. “Toglierci – dicono – dal dilagante accentramento dei poteri del capoluogo e provvedere alla crescita di questo che è decisamente il territorio più ricco”

Alla provincia, a quanto pare trasversale idea che a suo tempo tutti i sindaci della Gallura perorarono, si associa anche una propria ASL. Al che, secondo i piani del nuovo assessore agli Enti Locali, il montino Quirico Sanna, le province e le ASL  sarebbero 5. La pèosizione di tutto il centro destra converge verso questa ipotesi su cui stanno lavorando dal momento dell’insediamento a Cagliari.

La procedura di questa fase pare avanzata e destinata a concretizzarsi entro l’anno.  Autonomia politica dunque ma anche sanitaria.

Il percorso della Provincia Gallura

La provincia di Olbia-Tempio (pruìncia di Tarranóa-Tèmpiu in gallurese, provìntzia de Terranòa-Tèmpiu in sardo) era una provincia italiana della Sardegna.  Istituita nel 2001 e attiva tra il 2005 e il 2016.

Contava complessivamente 26 comuni e si estendeva per 3.397 km² (il 14,1% del territorio sardo), passati successivamente alla provincia di Sassari. Era una delle 6 province italiane con capoluogo condiviso tra 2 o più città. È stata formalmente soppressa dal 2016 e operativamente sostituita dalla Zona Omogenea di Olbia-Tempio per garantire – attraverso la permanenza delle sedi di Olbia e Tempio Pausania – l’esercizio autonomo delle funzioni provinciali e l’erogazione dei relativi servizi, sia pure formalmente nell’ambito della provincia di Sassari.

In seguito alla legge regionale n. 9 del 2001 e successive integrazioni fu effettuata una nuova ripartizione del territorio della Regione Autonoma della Sardegna, che portò il numero delle province da quattro a otto. Le modifiche hanno assunto piena operatività a partire dal maggio 2005, quando si sono svolte le elezioni per rinnovare tutti i Consigli provinciali.

La Provincia di Olbia-Tempio fu costituita da:

  • 24 comuni provenienti dalla Provincia di Sassari,
  • 2 comuni provenienti dalla Provincia di Nuoro.

Nel 2012, un referendum boccia clamorosamente le nuove province che di fatto vengono sostituite da una miriade di sigle e siglette nuove in quella che ad oggi ha confuso ancor più competenze e ambiti.

La Provincia Gallura osteggiata da Cagliari e Sassari

Fatto Quotidiano Il risultato è una nuova cartina geografica e amministrativa. Non solo, il compromesso ha prodotto nuove etichette per sanare conflitti storici, come quelli tra le due città principali dell’isola, Cagliari e Sassari. Ed è su questo asse che si delinea il nuovo equilibrio. E non è un caso che dal Nord-Ovest arrivino anche figure di primo piano della giunta regionale e del consiglio. Tra tutti, i due presidenti: rispettivamente, Francesco Pigliaru e Gianfranco Ganau. Alla prima, Cagliari, è stato assegnato il titolo di Città metropolitana, la seconda si è dovuta accontentare di diventare Rete metropolitana. Questione di risorse da assegnare e di abitanti: la prima ne deve avere circa 500mila (grazie a 17 Comuni), la seconda due città-polo (Sassari e Alghero), più infrastrutture come porti e aeroporti ed è, di fatto, equiparata alla città metropolitana. In ballo ci sono appunto i soldi: fondi nazionali, regionali ed europei per Cagliari e Sassari.

Per le Unioni dei Comuni, invece, ci sarà un Fondo unico. La spesa prevista per il funzionamento a regime della nuova macchina sarebbe la stessa sostenuta finora: 600milioni l’anno. Nessun risparmio macroscopico, quindi. Salvi anche gli attuali 2mila dipendenti. Tante le ipotesi organizzative via via accantonate: dalla Provincia Tirrenica alla creazione di ossimori come le “mini città metropolitane”. Per l’ultima versione, quella ufficiale, le accuse più accese sono quelle di dividere la Sardegna e di renderla terra ancora più fragile con le Unioni dei comuni a cui i piccoli paesi hanno l’obbligo di aderire. L’addio sulla carta è quindi arrivato con molti malumori. Soprattutto da parte dei galluresi di Olbia-Tempio.

Si riparla di Provincia Gallura (2017)

La storia di questa mai sopita volontà dell’autonomia della Provincia Gallura, ha alcuni momenti unanimi nel 2017. Si susseguono gli incontri tra i 26 sindaci a Olbia, Tempio e altrove. Tutti, indistintamente vogliono la provincia. Galluranews segue una di queste sedute in comune a Tempio, trovate foto, opinioni e anche un video integrale di quella serata.

Scrissi allora:

Tutti i sindaci intervenuti hanno poi redatto un documento di sintesi con l’istanza della proposta da portare a Cagliari e da sottoporre alla Commissione per le Autonomie. Il nord-est non vuole tornare con Sassari, non vuole che i nuovi consigli provinciali siano rappresentati dai sindaci, come è precisato nella riforma, e men che meno vuole avere un ruolo subalterno a quello di Sassari avendo, finalmente, riscoperto il forte carattere identitario dei primi cittadini a cui si aggiungono anche quelli del Monte Acuto (Berchidda) o distanti come Budoni, tutti concordi nella rivendicazione della provincia del Nord Est.

Quirico Sanna: la 5^ Provincia e anche la ASL

fonte La Nuova Sardegna

Province. Per la prima volta, in Consiglio regionale, s’è capito come il centrodestra vorrebbe cancellare la legge approvata dal centrosinistra nella scorsa legislatura e che ricalcava quella nazione dell’allora ministro Delrio, ma anche questa destinata a essere presto azzerata dal governo Conte.

Quirico Sanna, sardista, assessore agli Enti Locali

«La nostra sarà una riforma che partirà dal basso, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare i Comuni e le Province nelle competenze e nelle disponibilità finanziarie. Mentre la Regione riavrà, oltre a quello legislativo, altri due ruoli chiave finora dimenticati: d’indirizzo e di controllo.

In altre parole, realizzeremo quel federalismo amministrativo che abbiamo messo al centro del programma di governo.

La riforme dovrà essere accompagnata da un effettivo sostegno finanziario e per questo aumenteremo i trasferimenti ai Comuni e alle Province, sfruttando semmai gran parte dei 520 milioni di fondi europei». .

Nuove Province. Quella della Gallura è data per sicura da tutti, anche dal centrosinistra, oggi all’opposizione.

Sanità. Oltre alla Provincia, la Gallura avrà anche una sua Azienda sanitaria autonoma.

Nella prima bozza sulla scrivania dell’assessore Mario Nieddu non era prevista, ma i consiglieri regionali di centrodestra eletti in quel collegio hanno alzato la voce. Alla fine il risultato che volevano l’avrebbero ottenuto. Lo si intuisce da una dichiarazione del capogruppo della Lega:

Giagoni «Il numero delle Asl seguirà quello delle Province ed è questo l’obiettivo sui cui stiamo lavorando. L’ipotesi di una Asl con gli stessi confini della provincia della Gallura sarebbe quindi la logica conseguenza di un percorso indispensabile per rimediare alle disfunzioni dell’attuale sistema centralistico, leggi Ats, riportando la gestione nei territori».

In queste ore, l’assessore Nieddu avrebbe recepito la segnalazione del suo partito e si sarebbe convinto che le Asl dovranno essere cinque e non più quattro. 

Considerazioni

La mia curiosità su questa nuova e prossima istituzione, è capire quali reali convergenze esistano in coloro che trasversalmente la sposano adesso. Il centro sinistra, che nel 2017 era d’accordo sulla autonomia, oggi cosa dice e cosa fa? Perché, è facile sparare con ragione su alcune derivate nefaste di alcuni assessori e altrettanti consiglieri, sulla sanità in particolare, ma per 5 anni erano loro a tirare le fila del sistema che tagliava e toglieva. Era opportuna la scelta di bocciare allora col referendum le province, tant’è che il voto fu schiacciante a favore della loro fine, e oggi come la mettiamo?

Vabbé, siamo tutti solidali quando si intravvedono possibilità di alloggi nuovi e incarichi altrettanto prestigiosi. Quindi, credo che prevarrà il silenzio generale e di comodo.

 

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