Quel pasticciaccio del…Mater Olbia.

Quel pasticciaccio di via Merulana è un’opera famosa di Carlo Emilio Gadda, scrittore italiano della prima metà del ‘900. Vi si narra un fatto di cronaca vera datato 1946. Il romanzo parte proprio come risoluzione di un crimine e quindi come giallo. La vicenda è ambientata nel 1927 e narra la storia di Francesco Ingravallo (detto Ciccio), commissario della Squadra Mobile di Roma.  Costui sta indagando su un furto di gioielli avvenuto ai danni della contessa Menegazzi, in via Merulana. Trascorsi pochi giorni dal fatto, il commissario incappa in un caso di omicidio: viene trovata sgozzata Liliana Balducci, una signora che abitava di fronte all’appartamento dove era avvenuto il furto.

Aldilà dell’accostamento utile solo per l’utilizzo del termine pasticciaccio, il caso Mater Olbia assume sempre più i contorni di un giallo. Un giallo a tinte sempre più fosche, incatenato in una vicenda giudiziaria di cui si possono solo ipotizzare le conseguenze, tipiche di un terremoto. Qualche assertore della verità a tutti i costi, verrà ad essere affascinato da questa vicenda.  Nonostante le grida di giubilo, trasversali quanto baste a renderle assurde, infatti, la storia è ben lontana dall’avere un epilogo positivo a prescindere. Vero è che la politica attuale ci abitua a tutto, seguendo logiche e schemi talmente difformi da quelle vicine all’etica che è principio cardine per le cose umane, che oramai quasi non si fa più caso.

Ma il pasticciaccio stavolta esiste, non c’è ancora nulla di definito de non mere affermazioni e proclami senza un avallo preciso e soprattutto scritto. Si aspetta un accreditamento, siamo in fervida attesa della firma. Di fatto, non c’è, se non dichiarazioni e basta. Si aspetta l’apertura della struttura, ma di fatto non si ha notizia di chi siano medici, reparti, personale sanitario. Si parla di milioni di 25 mil. di€ per questo scorcio di 2019, e dei prossimi 60 mil. per il 2020. Tutto mentre la sanità pubblica affonda nelle acque malefiche della politica, inefficiente a tamponarne la perdite.

Un pasticciaccio giudiziario

Un’archiviazione è qualcosa che non ritorna a galla a meno che un giudice, nel caso un GIP del tribunale di Tempio, non ravveda nel ricorso ad un’archivazione, gli estremi per il rigetto della stessa. Questo è quanto accaduto al noto avvocato Angelo Merlini, il cui caso era inizialmente archiviato ed oggi  riesaminato dal giudice Cristina Arban. Si rigetta l’archiviazione e si  procede ad un rinvio a giudizio dello stesso penalista al 19 settembre prossimo, sempre presso il tribunale di Tempio. Il reato ipotizzato è quello di firme false. Tutto agli atti, non si inventa nulla. Il caso, dunque, non è risolto, non c’è quella chiarezza iniziale dove a pagare sembrava ci fosse solo una persona, Alessandro Marini. Esiste, e qui non siamo nel campo delle teorie e delle ipotesi, ma dei fatti, ancora una intera fase giudiziaria che pian piano evolve e  si sviluppa. Mentre alcune vicende, oggi sotto l’esame della Procura di Roma, vengono alla luce.

Scrive Mario Guerrini sul suo osservatorio:

Mario Guerrini sul “pasticciaccio”.

IL MIO OSSERVATORIO (473). Sentivo puzza di bruciato sulla vicenda del Mater Olbia Hospital. Ora, metaforicamente, bisogna chiamare i vigili del fuoco. Le fiamme ci sono e si vedono. Intanto la questione dell’accreditamento da parte della Regione Sarda. Nessuno ha firmato niente. E tanto meno il neo assessore alla Sanità, Nieddu, che ha avuto in eredità la “patata bollente”, come l’ho definita. Non solo. In suo soccorso è intervenuto l’assessore al bilancio, Fasolino. E’ gallurese e la vicenda lo tocca da vicino. Per questo ha annunciato un disegno di legge per “l’avvio del Mater Olbia”. Roba che, passando per l’assemblea, chiede forse un paio d’anni. Ma non è finita. E’ di poco fa la notizia, che do in esclusiva, che il Gip del tribunale di Tempio, Cristina Arban, ha rinviato a giudizio l’avvocato Angelo Merlini, per la vicenda delle firme false. Era stato citato dall’imprenditore gallurese Alessandro Marini. Il perito del tribunale aveva accertato che i documenti presentati dal legale avevano firme false. Ma il PM aveva proposto, nonostante ciò,l ‘archiviazione.Il Gip Arban invece ha accolto il ricorso di Marini e rinviato a giudizio il noto avvocato. Il castello che regge il Mater Olbia sembra crollare. Mario Guerrini.

Il pasticciaccio,  dunque. Abbiamo ragione di chiamarlo così o esiste in questo blog e in altre testate un piano predefinito per distruggere qualcosa? Non è meglio, cari lettori, che se le cose si siano svolte in piena e condivisa regola, non debba essere tutto avallato da una bella sentenza che è tutto a posto, che nessuno ha sbagliato, che non esistono azioni illecite? 

No, lo dico per dire, tanto perché non si continui a pensare ad una congiura. Poi, andrete a festeggiare il buon esito della vicenda Mater Olbia e del Qatar. Io porto lo spumante, anzi il moscato tempiese.

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