«Ringrazio la Medicina del Dettori». La lettera.

Un pugno nello stomaco, un altro, l'ennesimo. Pubblicare i ringraziamenti su un reparto e su un ospedale che è giunto alla fine del suo glorioso tempo.

«Ringrazio di vero cuore la Medicina dell’ospedale Paolo Dettori», scrive la nipote in una lettera divulgata anche sui social. Una piccola perla, considerando la situazione del nostro ospedale, che la dice lunga sull’impegno dei sanitari e sulla loro instancabile operosità.

Una beffa, invece, se la chiave di lettura la si sposta sul cadavere eccellente che è diventato il Dettori, nonostante il presunto salvataggio del P.S. Presunto, perché anche coi sanitari che verranno da Nuoro (saranno 3, a turno), la situazione andrà avanti per i mesi estivi per ripresentarsi, peggio di prima, quando l’emergenza estiva finirà.

Ma ste cose, come spesso è capitato, non devono essere diffuse, sia mai che i salvatori “ghe pensi mi”, dell’ultima o penultimora, si offendano.

«Ringrazio la Medicina del Paolo Dettori»

«Volevo fare un ringraziamento enorme, soprattutto doveroso, al reparto di Medicina dell’ospedale di Tempio Ospedale Civile Paolo Dettori, per le cure e premure avute nei confronti di mio zio Tore, in questa settimana di ricovero in Medicina».

«Un ringraziamento enorme –prosegue la lettera– alle dottoresse Usai, Tanchis e alle altre di cui non ricordo il nome, perdonatemi. Da quando è arrivato in reparto, dal pronto soccorso di Olbia, senza avvisare del trasferimento, hanno fatto il possibile per farlo soffrire il meno possibile. Mi hanno dato informazioni, ad ogni ora possibile».

«In questi mesi – continua la bellissima lettera di ringraziamento– ho  trovato delle persone, prima di tutto, oltre che Dottoresse, di una gentilezza e di una umiltà unica».

«Grazie, veramente, di cuore per tutto, da parte di tutta la nostra famiglia. Se qualcuno tra le mie amicizie riesce a far arrivare questo post a queste dottoresse gli e ne sarei veramente grata».

«Grazie –chiude la lettera– anche a tutte quelle persone che con un messaggio o una chiamata nel loro piccolo ci sono state vicine. Mara Careddu».

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