Santa Teresa Gallura, “IL cANiLe di CIrcE” Spettacolo + Mostra Inedita, a cura di Officine Peregrine, lunedì 19 marzo, Centro Polivalente Lu Brandali, ore 21.00.

Santa Teresa Gallura, 15 mar. 2018-

19 Marzo 2018, giorno di San Giuseppe, torna a Santa Teresa Gallura, ore 21:00, Centro Polivalente lu Brandali, lo spettacolo di officineperegrine teatro “IL cANiLe di CIrcE”. La storia, nata da fatti di cronaca locale racconta, attraverso la favola e la poesia, le quotidiane ingiustizie che ancora oggi la nostra società civile commette. Protagonista è una donna pittrice mai diventata famosa, moderna “CIrcE”, che in quanto donna sola, artista, mezza divinità, sensibile amante della natura e degli esseri più indifesi sfida i soprusi dei potenti. L’attrice Jada Deroma e la regia Vittoria Nicoli mettono in scena un omaggio a chi non c’è più, un Lungunesu “che amava dipingere”e al suo amico cane.

IL cANiLe, andato in scena in versione sperimentale e ad impatto ambientale zero, durante Teatri Peregrini 2017 “Donne” – Noborders Performance Art Festival, nello scenario magico dell’isola di Municca, è ora un’opera matura, primo episodio della Trilogia Della Solitudine. Tre monologhi frutto dai 4 anni di attività formativa e professionalizzante della giovane realtà teatrale teresina.

L’intenzione dell’opera teatrale è quella di dare voce a tre declinazioni del concetto di solitudine: la prigionia (dentro le parole “canile” e “circe” vi è la parola “C.I.E.”, ovvero le strutture che più di tutte incarnano quanto sia radicata ancora nella nostra società una prassi razzista ed inospitale); la follia (strumento che ancora oggi viene usato per catalogare, “curare” ed escludere, piuttosto che per comprendere e relazionarsi, vivere insieme); il tempo “che tutto divora” e nel suo “passare” ci allontana da ciò che amiamo lasciandolo “presente” come vibrazione del cuore.
Ricordi, storie di ingiustizie, strutture sociali ancora medioevali sono la trama di questo monologo-viaggio in compagnia di un personaggio metafora che incarna tutta l’umanità nel momento di riconoscimento dei propri limiti e di lotta per la libertà.

Come lo spettacolo stesso, costruito per una prima messa in scena selvaggia in spazi naturali e all’aperto per poi trovare una sua forza, un grido e una risata liberatoria anche in spazi chiusi e più “tradizionali”, così la protagonista del cANiLe è capace di resistere e di esistere a tutte le avversità del tempo, della follia, della prigionia, della solitudine.

Per omaggiare questa prima versione matura dell’opera, pronta per viaggiare oltre il proprio paese di origine, ci sarà una sorpresa per il pubblico, un vero e proprio dono che mette insieme l’arte performativa con l’arte pittorica. Uno spettacolo ed una mostra inedita di un Lungunesu.

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