Servizi ospedalieri del Dettori, si attende solo il tracollo finale.

Torniamo sui servizi ospedalieri del Paolo Dettori dopo qualche tempo nel quale l’opinione pubblica era distratta da una finta pandemia e del vaccino Bilderberg

Ci torniamo consapevoli che quanto scriviamo sia confutato da notizie che giungono dal pur silenzioso presidio ospedaliero  a cui viene imposto il silenzio “urbi et orbi”. L’assoluta censura imposta ai sanitari, oramai in silenzio stampa da anni, non permette di avere altre voci se non quelle istituzionali dell’azienda che certo non dicono quanto sta accadendo da anni al nostro e agli altri ospedali territoriali sardi.

Di conseguenza, ci si basa su indiscrezioni e su quei pochissimi sanitari che, a bocca quasi cucita del tutto, ti svelano retroscena e misfatti sempre e solo a danno della popolazione. Servizi fondamentali chiusi da due anni ( dal 18/04/2018 la Ginecologia e Ostetricia) con il blocco parto inesistente, nonostante alcune prerogative di assoluto valore (parto in acqua). Altri capisaldi del Paolo Dettori che lasciano intendere una fine prossima ed altri servizi oramai interdetti o chiusi del tutto. 

La Pediatria è destinata alla sua chiusura definitiva come reparto. Pochi i tre medici rimasti per assicurare un’assistenza e una capillare operatività senza strascichi sui sanitari oberati da un carico sempre eccessivo di utenza.

Nel frattempo, nessuno se ne preoccupa, né di divulgare quanto accade né di proporre delle soluzioni che scongiurino la chiusura. I medici e il personale infermieristico del Dettori sono stanchi, spossati da mancanza di personale e da turnazioni massacranti che ne pregiudicano la serenità e la sicurezza. 

Servizi ospedalieri che chiudono per mancanza di personale

La Chirurgia e l’Otorino contano tre/4 medici a testa, che significa  non andare in ferie o farsi turni di giorni consecutivi per garantire il servizio. Si teme per la sorte anche di questi eccellenti servizi ospedalieri che hanno dato sempre lustro al Dettori e garantito all’utenza cure di prim’ordine.

La visita dell’assessore Nieddu al reparto di Ortopedia del 7 giugno scorso

Nieddu più volte annuncia che nessun ospedale sarà chiuso omettendo di dire che si chiudono i servizi e sarebbe come dire la stessa cosa. In continua e perenne emergenza anche il Pronto Soccorso che ha fatto ampiamente il suo lavoro nei tre mesi nei quali ha operato in affanno per l’emergenza sanitaria. La Cardiologia, come servizio ambulatoriale, in quanto non è esiste un reparto, lascia presagire una morte prematura dopo che un altro sanitario lascerà per raggiunti limiti d’età.

Ospedale in balia di un’altra giunta regionale assente e incapace.

Iene fameliche che non hanno il benché minimo pudore a proclamare che in Sardegna alcuni ospedali saranno potenziati per una possibile nuova emergenza sanitaria. Così, senza pensare a tutto il resto, potenzieranno le terapie intensive senza lasciare nulla all’intera Gallura. E poi c’è il resto della Sanità, quella che è vissuta sulle attese di una ripartenza da una falsa emergenza Covid.

I malati oncologici abbandonati alla loro sorte, i diabetici lasciati attaccati a risposte telefoniche, le visite specialistiche che riprenderanno, forse, dopo tre mesi. Tutto si è fermato nella sanità sarda tranne il disegno di distruggere quel che c’era e che andava potenziato.

Nel silenzio chiassoso dell’onorevole regionale del territorio, che parla in conferenza stampa di finanziamenti per strade  che verranno ma non spende un solo grammo della sua influente capacità in giunta sulla sanità e sul Paolo Dettori. 

Le lettere all’azienda da parte dell’amministrazione locale sortiscono il risultato di uno starnuto, così come occupazione e proteste della popolazione.

Le attenzioni per una falsa pandemia e la perdita di servizi ospedalieri

Nel frattempo i servizi ospedalieri si chiudono, i numeri mancano e all’azienda non resterà che prenderne atto e far diventare ambulatori i reparti. Il virus che diventa alleato dello sfascio della sanità? Sembrerebbe un ossimoro ma è così che è andata. Con la scusa di una pandemia che non c’era, con dati e numeri sballati che ora vengono alla luce, la sanità pubblica muore nel silenzio degli innocenti e nella indecente voce dei politici che annunciano prossime nozze con le bucce del melone.

Un ospedale, presto poliambulatorio, che il suo fondatore Paolo Dettori aveva fatto diventare uno degli ospedali migliori della Sardegna.

La medesima sorte attende altri ospedali territoriali di fondamentale importanza per zone dell’isola disagiate.

Avete voglia di pensare ancora alla destra o alla sinistra o avete capito che più noi siamo separati più il loro progetto globalista verrà attuato?

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