Prevale la prudenza nel sindaco di Tempio Biancareddu
La legge elettorale, farraginosa e eccessivamente complicata, fa ritardare ancora il verdetto finale.
Si attende ancora l’ufficialità del voto.
Il sindaco di Tempio, Andrea Biancareddu ha preferito non festeggiare ancora la sua elezione. Da tre giorni è chiuso in un silenzio quasi assoluto e ha anche il telefono staccato.
Risulta una sua dichiarazione al cronista della Nuova che recita:
“Commenterò i risultati di questa difficilissima tornata elettorale, non prima del tempo necessario a definire l’esito finale.
Mi sono candidato per la mia città ma anche per un territorio intero.
L’alta Gallura è stata abbandonato ed ignorato da una giunta regionale, pesantemente e giustamente punita da una forte maggioranza di elettori.
La popolazione della Sardegna, ha demandato al centro destra l’incarico di riportare l’Isola sulla giusta rotta.
Se la verifica dei voti, confermerà ufficialmente l’esito, finora ufficioso, sarò ben fiero di mettermi al servizio della mia terra come ho sempre fatto”.
Sull’esito finale pendono ancora delle incertezze dovute ad uno scrutinio complicato ed a situazioni legate a possibili future dimissioni di qualche eletto.
Su qualcuno, infatti, potrebbe agire la macchina della giustizia per reati precedenti.
Interessante appare il quadro definitivo dei voti di preferenza raccolti dai candidati locali nei vari comuni del collegio.
La ricostruzione, a cura dell’amico Guido Rombi, che ringrazio, prospetta anche analisi ulteriori sul risultato.
Intanto il risultato finale di Biancareddu, al principio dato oltre i 3000 voti, è al di sotto delle sue aspettative (2828).
Si attende ancora l’ufficialità del voto di queste regionali 2019
La ragione di ciò, forse, nella mancata risposta dal territorio dal momento che dalla città ha avuto le risposte previste.
Di contro, Anna Paola Aisoni, è andata sicuramente meglio di quanto lei stessa si aspettasse (1849).
Risulta seconda nel collegio, dopo il votatissimo Giovanni Satta di Buddusò.
Su quest’ultimo, però esiste un caso di giustizia in essere che lo potrebbe vedere estromesso.
In tal caso, la Aisoni potrebbe subentrare come prima dei non eletti nelle fila del PSd’Az.
Ci sono, anche in virtù di comuni come Budoni, alle prese con l’intricata matassa dello scrutinio, altri calcoli complicati che potrebbero sovvertire l’esito finale.
Queste regionali hanno ancora da decidere l’ultimo verdetto.
La legge elettorale andrà certamente rivista. Pensiamo non esistano dubbi, se a distanza di 3 giorni dal 24 febbraio, ancora non si conosce l’ufficialità del voto per la composizione del prossimo consiglio regionale.