Si stringono i tempi per i sardi bloccati in Corsica e nella penisola.

Anche dall'estero giungono segnalazioni di sardi con difficoltà o addirittura impossibilitati a ritornare

Si fanno serrati i tempi per far rientrare in Sardegna tutti i sardi bloccati ancora nella vicina Corsica a causa della chiusura dei porti di Santa Teresa. Si tratta di lavoratori impegnati in cantieri edili che, da un momento all’altro, hanno visto chiusa la tratta da Bonifacio per Santa Teresa. La Regione ha messo a disposizione navi speciali che però obbligano molti di essi, nella parte sud della Corsica, a raggiungere Bastia, a circa 3 ore di macchina.

L’indecisione, però, figlia del momento confuso e dei tempi che diventano strettissimi con le misure restrittive sulle navi traghetto, fa si che ogni giorno vi sia una novità. Si parla di una nave speciale che finalmente colmi la tratta per Santa Teresa. In alternativa, nei giorni scorsi, si è rimediato con la tratta prima per Livorno da Bastia e poi con la nave, giornaliera che fa rotta sino a Olbia.

I lavoratori, come ci confermano alcuni di essi, sono allo stremo. I soldi sono quasi finiti e alloggiare in Corsica da giorni non è proprio uno scherzo.

« Vorremmo tornare in sardegna ma stiamo sempre in attesa che qualcosa si sblocchi. Speriamo che presto arrivi la conferma che potremmo viaggiare».

Dario Giagoni

L’on. Dario Giagoni, dell quale mi preme sottolineare l’impegno in queste ore forsennate, tra spostamenti e speranze, è in stretta comunicazione con i lavoratori e con noi,

« Ci sarà una nave speciale però lunedì 23 marzo, alla mattina, da Bastia per Livorno» – dice a galluranews Giagoni – «Stiamo serrando i tempi per una nave speciale a spese della Regione per far ritornare i sardi anche da Bonifacio per Santa Teresa. Capiamo il momento difficile ma le assicuro che stiamo facendo di tutto».

I lavoratori sardi in Corsica, circa 40 persone con furgoni e macchine, dunque dovranno pazientare ancora un po’.

Tempi stretti anche per altri sardi nella penisola e all’estero

Ci sono anche altre persone bloccate nella penisola. Una di esse, dimessa da cinque giorni da un ospedale di Milano, disabile, in carrozzina, attende dai servizi sociali dell’ospedale dove si trova che si apra uno spiraglio per tornare in sardegna, a Tempio dove risiede. Si stanno attivando Istituzioni di solidarietà per cercare un viaggio protetto della signora e un trasporto sino a Livorno. Infine, se tutto andrà per il meglio, il viaggio per Olbia.

Casi analoghi anche per tanti studenti e lavoratori all’estero. La macchina è difficile da far funzionare e la Farnesina spesso non risponde, né da assicurazioni. I tempi anche per queste persone si stringono perché la pandemia non risparmia nessuno stato europeo dove anche le restrizioni a viaggi, con chiusure di porti e aeroporti, diventano impossibili.

Seguiamo da qualche settimana alcuni di questi casi per i quali cercheremo di rendere note le vicende in maniera dettagliata. I sardi devono tornare in Sardegna e le istituzioni si devo attivare per far si che questo avvenga in tempi ragionevoli.

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