«Siamo poveri ma ancora vivi», una famiglia rischia lo slaccio dell’acqua.

« Siamo poveri ma ancora vivi, nonostante senza lavoro e con la miseria di un RDC e una pensione minima di poche centinaia di euro(190€). In tutto sono circa 1.000€ e potrebbero bastarci senza il capestro delle bollette arretrate».

Inizia così un’altra storia che colpisce sempre di più la coscienza di tutti, quella buona però, capace di immedesimarsi nei dolori e nelle difficoltà del disagio sociale. Una famiglia povera, una delle tante di questa era disastrata che conta vittime di malattie ma anche tante, troppe, persone funestate dalla sola colpa di essere povere. 

via Togliatti.

Gavino Pinna, ha 42 anni, manovale, un brutto passato alle spalle, di comunità per disintossicarsi dalle droghe, ha oggi sulle spalle la responsabilità del capofamiglia. Erano rimasti in 4, oltre lui un fratello più giovane e una sorella che ci scrisse tempo fa a proposito del taglio dell’acqua operato da Abbanoa. C’è anche la piccola Liliana, figlia di Stefania, la sola femmina di casa che oggi, per fortuna, lavoricchia a Olbia come badante. Gavino e Giovanni, il fratello di poco più giovane, sono rimasti soli a gestire una situazione inverosimile. La madre muore tempo fa,  il padre  anni fa se n’era andato di casa. In una casa popolare (AREA) di via Togliatti, il padre allacciò un contatore dell’acqua alla propria abitazione. Un contatore regolare al quale si allacciano anche le altre due famiglie che abitano lo stabile.

«Siamo poveri, chiediamo solo l’intervento per evitare che ci slaccino l’acqua»

« Prima di Natale scorso ci tolgono l’acqua. Dobbiamo ad Abbanoa oltre 3.000€ che adesso sono 5.000€, compresa la cifra che debbono anche gli altri co-proprietari. Abbanoa porta via il contatore e sigilla tutto. Non possiamo prelevare acqua definitivamente. Vado ai Servizi Sociali e chiedo come posso fare dal momento che non abbiamo i soldi per pagare il debito. Nonostante i S.S. si preoccupino, ci dicono che di soldi non ce ne sono. Quando è morta mamma, ci siamo rivolti al Comune per essere ancor più sostenuti perché la pensione di mia madre era per noi importante per sopravvivere. Chiesi al sindaco (Gianni Addis, attuale vice) così come ci spiegò Abbanoa, di fare uno scritto al gestore dell’acqua per evitare lo slaccio. Una forma di garanzia con la quale il comune si impegnava a pagare le bollette insolute ed Abbanoa ci permetteva l’allaccio provvisorio. Il comune quella lettera non l’ha mai fatta e siamo rimasti senz’acqua. Abbanoa non voleva sentire ragioni, i soldi li voleva tutti e subito pena il non riallaccio dell’acqua. Stanco e sempre senza un soldo, ho fatto un allaccio abusivo. Non si deve restare senz’acqua anche quando mancano i soldi per le bollette. Ci sono arrivate due denunce per allaccio abusivo da Abbanoa. Allaccio staccato con un foglio dei Carabinieri che intimava di non riallacciarci pena la condanna e la galera».

Nel dramma dei poveri, le disgrazie non sono mai sole

Il lavoro manca e quel padre, dedito a qualche vizio di troppo, non è capace di pensare al fabbisogno della famiglia. Va via e non da notizie e anche la famiglia non vuole più saperne. Gavino vive il disagio delle sostanze stupefacenti ma è forte, nonostante le condizioni estreme nelle quali si barcamena. Esce fuori dal tunnel, oggi è sotto cura del SERD ma presto lascerà anche il metadone. Gli psicofarmaci che assume lo riportano ad una accettabile condizione di salute. Sta meglio, vorrebbe lavorare ma di lavoro non esiste traccia, per lui e per tantissimi che chiedono risposte alla matrigna società che li emargina. Spesso, la povertà è energizzante, da la forza per rialzarsi e riprendere il cammino. La maggior parte delle volte, purtroppo, agisce come il peggiore dei mali. Abbatte, demoralizza, deprime, ci porta agli stenti e alle continue privazioni. Anche i più forti cedono, figuriamoci le persone deboli, senza “amici” che contano e nel disarmo dell’impotenza in qualsiasi ambito.

Le persone speciali « Anche per noi sono caduti dal cielo due angeli».

Due persone speciali si interessano a loro. Nel quartiere una in particolare provvede ad aiutarli in diversi modi. Intanto fornisce l’acqua che viene attinta in contenitori e portata dentro la casa dei Pinna. L’aiuto avviene anche in maniera diretta sostenendo le spese. Un’altra, una legale, segue gratuitamente la vicenda. Lei è anche consigliera di minoranza e presenta il caso al Consiglio Comunale, senza esito. e si interessa a far riallacciare il contatore tra marzo e aprile, in piena emergenza sanitaria. Immaginate cosa sia stato per questa famiglia il lockdown. L’igiene curata alla bene meglio, come sarebbe possibile senza mezzi e soprattutto senz’acqua. La famiglia ha oggi l’acqua ma non si sino a quando. I soldi non vogliono essere spesi da chi aveva garantito di farlo a suo tempo. Diverse altre persone provvedono a fornire di cibo e di altri aiuti la famiglia, nonostante la chiusura di tutto, tra marzo e giugno, abbia bruscamente impedito anche queste possibilità. Ci si arrangia insomma ma resta l’amarezza di un’altra storia come tante che racconta la povertà e le sue innumerevoli angolazioni. E di poveri sentiremo sempre di più parlare. I dati sconfortanti, indicano in oltre 10 milioni (su 60 milioni) di italiani in futura povertà estrema. I poveri sono categorie oggi comprensive di ex classi medie. Tra loro anche imprenditori, commercianti nonché i futuri licenziati dalla sciagurata gestione economica e sociale degli ultimi anni. 

«Siamo poveri ma ancora respisriamo e vogliamo vivere nella dignità di un lavoro»

« Nemmeno un babbo o una mamma avrebbero fatto quello che queste due persone hanno fatto per noi. Sono i nostri angeli custodi, ci vogliono bene semplicemente perché hanno capito e sanno ma anche perché al mondo ci sono delle persone così. Essere poveri non è una colpa ma una condanna quando vorresti riemergere ma non ti è permesso».

Gavino mi chiede di ringraziare tutte le persone che in questi lunghi e tristi giorni, hanno dato una mano alla famiglia.

« Non abbiamo più parole per ringraziare le persone che ci hanno aiutato. Noi chiediamo che l’aiuto ci venga dato trovandoci un lavoro, non puntiamo a vivere di elemosina. Non vogliamo perdere l’acqua ma non possiamo pagarci quelle bollette. Sappiamo che di casi come il nostro ce ne sono tanti e i soldi per tutti non bastano. Se ci toglieranno il RDC, come si vocifera, siamo fregati.  I servizi sociali hanno detto chiaramente che di soldi per le bollette non ce ne sono. Dimmi tu cosa possiamo fare?».

Qualche politico e forse qualche impiegato storcerà il naso, forse evitando di leggere. Ma questa è la realtà di una cittadina che non da risposte, alla pari di tanti comuni italiani che navigano nel disorientamento generale. Mai nessuno, minimamente, pensa che tutto questo era inevitabile. I poveri saranno sempre di più perché ancora si fa riferimento a questo o quel politico od a questa o quella politica. Nessuna politica cambierà lo stato delle cose se si tappano orecchie e occhi. Per la bocca ci ha pensato la mascherina.

Related Articles