Solidarietà e sostegno. Scrive una lettrice affetta dalla stessa malattia

La solidarietà e il sostegno giungono continuamente dopo la pubblicazione della storia della paziente 37enne. Per lei si aspetta una soluzione di struttura sanitaria adeguata alla sua patologia. Ne abbiamo scritto ieri, mettendo in luce quella che è stata una macchina incredibile di coraggio, di consigli, di aiuto per la triste vicenda. Tanti anche i messaggi privati che puntano ad indicare soluzioni che i lettori stessi hanno vissuto sulla propria pelle o su quella dei loro cari. Un risveglio meraviglioso di coscienze, di consapevole vicinanza alla donna sotto forma di garbate e produttive considerazioni. L’uso migliore del social che per una volta, si trasforma in catena umana ideale, dove le mani dei partecipanti si legano con  empatia comune. Dove ogni like, ciascuna condivisione, è una carezza, un abbraccio, un inno alla solidale vicinanza.

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“Questo è un esempio fantastico di bene comune, di una comunità che sente proprio il dolore altrui”. Lo scrivo in un post istintivo, commosso, unico per me che ne sento ogni giorno e che vivo come tutti voi il peggiore momento sociale di sempre. La comunità di questo territorio si allarga in un immenso spazio virtuale dove neppure ti accorgi che pochi sono i veri conoscenti di cui leggi. Non ci fai caso nemmeno ai loro nomi, tutti hanno la stessa origine, il medesimo desiderio e la volontà che si arrivi alla soluzione.

Pensavo di aver già visto e letto tutto sulla donna che attende una nuova casa per curare la sua malattia. Invece, mi attendeva una lettera straordinaria di solidarietà da parte di una lettrice di Tempio affetta dalla stessa malattia.

Uso nomi fittizi tutelando doverosamente la privacy, sia per la autrice della lettera che per la donna  protagonista della vicenda. 

” Solidarietà, sostegno e soprattutto speranza”, la lettera. 

«Salve Antonio, Le scrivo per “Emanuela”. Mi chiamo ” Luisa”. Sono di Tempio e sono affetta, dal 2005, da Sclerodermia altrimenti detta Sclerosi Sistemica Progressiva. Si tratta di una forma abbastanza importante e complicata. In un periodo di riacutizzazione, ha coinvolto il funzionamento di organi interni e messo in pericolo la mia vita, costringendomi per quasi 4 anni alla sedia a rotelle.

Quindi capisco perfettamente la situazione avendola vissuta in prima persona. Ora io di questo periodo ho solo brutti ricordi ormai lontani, grazie alle cure del reparto di Reumatologia del Policlinico Universitario di Monserrato – Cagliari. Il  primario è il Prof. Alessandro Mathieu. Certo, devo continuamente tenere la patologia sotto controllo perché è cronica e purtroppo non è guaribile ma ho ripreso in mano la mia vita al punto che vado tranquillamente a lavoro.

Cosa che in un futuro prossimo auguro anche a “Emanuela”. Naturalmente ho i numeri per contattare il reparto e sono a disposizione. Saluti».

Naturalmente, aggiungo, che il contatto stabilito dal primo istante col fratello della donna gallurese affetta da sclerodermia, mi obbliga a conferire con lui quotidianamente. Avrà anche questa testimonianza bellissima che senza cadere nelle illusioni o nelle analogie, ogni caso è diverso dall’altro, darà non solo solidarietà ma speranza a lui come alla sorella.

Forza allora e grazie alla lettrice per la sua lettera che punta all’aiuto concreto ed efficace. Come sono stati tutti gli attestati di questi tre giorni dove questa terra si è dimostrata unita come non mai. 

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