Sospensione attività chirurgica, solo le urgenze al Dettori.

La sospensione delle attività chirurgiche è di fatto una realtà da mesi. Lo spazio resta esclusivamente per le urgenze mentre tutta l’attività programmata è saltata sempre a causa della cosiddetta emergenza sanitaria. Al Paolo Dettori è operativa solo una sala chirurgica, quella del terzo piano, riservata alla Ostetricia, come noto bloccata da oltre due anni.

la visita dell’assessore Nieddu al reparto di Ostetricia e Ginecologia (luglio 2019) –  archvio

Le altre due sale operatorie sono in questi giorni in fase di ristrutturazione.

Da indiscrezioni emerse, la ristrutturazione parrebbe essere un dato positivo in attesa della riapertura anche delle attività chirurgiche programmate ed attualmente sospese ma, è sempre lecito sospettarlo, potrebbe essere anche l’inizio di una fine prematura di altri servizi. Tra i tanti sospetti, potrebbe esserci anche la riduzione del numero delle sale operatorie stesse che potrebbero essere portate a due o ad una sola. Ciò sarebbe il segnale inequivocabile della ulteriore mannaia sul Dettori che vedrebbe la sua attività ridotta ulteriormente nei numeri e nelle specialità. 

Mala tempora currunt sed peiora parantur.  Viviamo tempi bui ma prepariamoci anche a quelli peggiori. Gli anni ci hanno visti osservare altri passaggi simili. La memoria è tutta scritta. In nome di un finto potenziamento, si passò alla riduzione dei posti letto prima e all’accorpamento dopo. 

Una sospensione delle attività che già abbiamo visto in passato

Vorrei ricordare quando venne inaugurato il nuovo reparto di Otorino al 6° piano, con tanto di messa vescovile e hurrà della politica locale. Oggi, lo stesso piano, ospita la direzione sanitaria, studi medici  e del reparto è rimasto un misero repartino condiviso con la chirurgia al 4° piano.

Inutile rammentare della chiusura, definita anch’essa sospensione, dell’attività dell’Ostetricia e della Ginecologia (18/04/2018). 

Lodare l’attività dei sanitari, cosa che ho personalmente sempre fatto con sincerità, non basta. I primi a pagare il disagio sono e restano i pazienti anche perché ai medici da tempo è stato messo il bavaglio e nessuno può dire mezza parole.

Le attività rimaste chiuse per mesi, hanno una causa e questa non è certo la mancanza di volontà di chi vi opera al di dentro, medici e personale infermieristico dei reparti. Loro fanno appieno il loro dovere anche sacrificando ferie e riposi.

La sospensione delle attività chirurgiche programmate, senza alcuna giustificazione al momento, penalizza però l’utenza sempre più smarrita e sconcertata dinanzi a quanto sta accadendo. Con buona pace dei comitati territoriali, dei politici locali, dell’assessore regionale che continua a dichiararsi soddisfatto di quanto ottenuto. 

 

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