Stazione Ferroviaria, emozioni vere per Ispiriendi.

La Stazione Ferroviaria è un centro pulsante di nuove emozioni, dall’arte alla musica. Col tempo è diventata officina di eventi di ampio respiro culturale. Lo è, da quando la sua gestione è passata alla Pro Loco di Tempio, che ha saputo riqualificarne l’antica bellezza con manifestazioni di assoluto pregio.

Sabato scorso, 1 giugno, è stata la vetrina di Ispiriendi, un nuovo progetto musicale del trio Roberto Diana, Giulia Cartasegna e Marco Muntoni, voce del coro Gabriel, stavolta in veste di solista.

Una sala Biasi affollata, a stento si trova posto. E’ in scena una bella pagina della nostra migliore tradizione popolare con le felici “macchie” che derivano dalle contaminazioni con altri generi e stili musicali.

Ispiriendi, il nome del progetto musicale, vuol dire “osservando”, “riflettendo sul mondo“, “scavando” nelle sue  radici, leggero come un aquilone ma intimo come la nostra capacità di bagnarne sempre le origini profonde.

La Stazione risuona di canto, corde di chitarre e violini

Le  dovute presentazioni, coordinate  dal Presidente del Coro Gabriel Paolo Careddu. Il saluto dell’emozionatissimo Nico Bianco del coro Gabriel. La giusta rabbia del Presidente della Pro Loco Tonino Pirrigheddu che lamenta troppa incuria del luogo. Il saluto del nuovo assessore regionale alla cultura, Andrea Biancareddu. E poi lei, la protagonista assoluta. La musica e il canto.

Roberto Diana

” Immaginate il viaggio di un giovane astore – esordisce Robertoche dall’alto “osserva” cosa succede di sotto”. Dal primo brano strumentale del musicista lurese, che ha per tema un astore, parte il racconto musicale di Ispiriendi, impreziosito dal canto di Marco Muntoni e dalla dolcezza dei violini di Giulia Cartasegna.

Marco Muntoni
Giulia Cartasegna

Ora la Stazione è silenzio, ascolto, applausi, emozioni a perdersi, magia di una serata ancora una volta incantevole.

Il giovane astore è diventato grande, ha persino superato indenne il rogo di Curragghja (Ventu chi veni e ciocchi), guarda sempre sotto. Il suo volo è anche figlio del tempo che ha passato ad osservare quanto accade di sotto. Riflette sul tempo, ingrato ma prezioso, tra memorie passate che riaffiorano cogenti e la maturità che diventa nostalgia e dolce malinconia. Lu Tempu, di Don Gavino Pes, diviene canzone, per la prima volta. E’ l’ultimo atto del live del trio Diana-Cartasegna-Muntoni e di Ispiriendi. Una nota di merito al fonico Ivan Ziruddu che ha pilotato i suoni magistralmente.

Un ultimo bis di Balistreri, la canzone che viene chiesta dal pubblico. Un brano scritto da Peppino Serchi e musicato da Marcello Pes che è una carezza che commuove anche nella sua riproposta finale.

 

 

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