Tempio Pausania, 18/11/2013: Quattro anni dalla morte di 16 persone, quattro anni di silenzi ed incompiute.

Tempio Pausania, 18 nov. 2017-

Un sussulto, un battito anomalo del cuore ogni anno quando arriva questa data. Emozione e lacrime che scuotono le anime di tutti quelli che hanno vissuto quella immensa e per ora irrisolta tragedia. Quattro anni che si cercano responsabilità, si fanno udienze, si scagiona questo e quello, ci si affanna a cercare una soluzione per 16 vittime alle quali è stata negata la giustizia.

Sembra lontana quella giornata ed invece ritorna a ricordarci tutto, una profonda ferita come il baratro di Monte Pinu, malinconica come le facce di questa foto che ne sono la scansione tragica. Il dolore prese il posto allora delle cause che generarono il disastro, ma oggi le ferite sono ancora al solito posto, nei luoghi della morte, nella rabbia dei parenti, nella compassione che si prova per chi è sopravvissuto, come Veronica Gelsomino che riuscì ad uscire fuori con l’aiuto dei suoi angeli che si calarono nel cratere di Monte Pinu per estrarla dal gelo e dal fango. Un giorno ancora di memoria e ricordo, una celebrazione che ha solo senso per chi piange ancora. per gli altri, per tutti noi, rimane quella di un baratro profondo e qualche immagine. Restano intatte le deviazioni, i segnali di pericolo, la strada interrotta, il segno dell’infeffcenza e della burocrazia assurda che pesa quasi quanto il dolore per chi non c’è più.

Di questo si è già scritto, di questo si scrive e si scriverà chissà per quanti anni ancora, almeno sino a tutto il 2018. Di questa ricorrenza oggi si parla, di quelle persone che ci guardano in questa foto, in questo collage di facce che raccontano di vita passata e di memoria tragicamente attuale. Oggi è tempo per questo e basta.

Antonio Masoni

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