Tempio Pausania, Alla fine le “non dimissioni dei sindaci” a chi nuoceranno?

Tempio Pausania, 20 gen. 2019-

La riunione del gruppo di occupazione Abali Basta ha in sé il germe sano della ribellione allo status quo, quello che sta determinando la passiva accettazione di quanto ci accade. Nella sua genesi, risalente al 18 ottobre, anche se maturata da qualche tempo prima, ha avuto lo scopo di destare la popolazione dalla prostrazione congenita dinanzi alle scelte derivate dall’assurdità di questo governo regionale che ha deciso di decimare la sanità pubblica, un po’ come viene, senza una logica territoriale e senza tener conto delle troppe lacune della Sardegna tutta che paga il prezzo dell’eterno isolazionismo e della dipendenza dal governo centrale. 

Il presidio, stasera, si è riunito per discutere di alcuni temi che vedono la lotta in attesa della definizione ultima della legge sulla riforma della rete ospedaliera e di quanto ancora ci sarà da proporre e da fare. Come sempre accaduto, le anime sono diverse e quasi tutti pensano con la testa viziata dalla recente delusione di quanto sta accadendo. Si chiacchiera, a volte si litiga; ci sta nel gioco democratico della dialettica che aspira a diventare strategia nuova dopo aver accantonato la vecchia. Si accettano alcune regole nuove, si decide opportunamente di placare la dialettica sui social che, come spesso sostengo, ha il solo scopo di provocare slavine se non valanghe e furiose ripercussioni. Una accorta disciplina renderebbe tutti meno istintivi e indotti ad una razionale presa d’atto che l’uso dei social non deve inficiare la meraviglia di un presidio che solo chi lo ha portato avanti per oltre due mesi è in grado di valutare come esperienza esaltante e formativa. Ergo, tastiera muta e maggiore attenzione a cosa si scrive e con chi si commenta.

Le proposte ci sono, e saranno portate avanti perché la recente delusione della mancanza delle dimissioni dei sindaci che le avevano decise il 21 novembre, ha scombinato i piani tesi al raggiungimento di quella coesione del territorio di cui tutti parlano ma che sta ancora sulla carta e soprattutto nelle utopie dei sognatori come il sottoscritto e pochi altri. Ben, anzi male. Ci sta, come sostengo, che la politica non si renda conto che per un cittadino è tradimento quello che per essa è normale prassi e consuetudine nel gioco delle parti.

Io, come sanno i miei amici di viaggio, non me la prendo con un sindaco o con un assessore perché l’ho detto e scritto spesso, sono tutti esecutori di ordini, cercano i primi di far quadrare i conti sempre più ristretti delle casse comunali e apportare qualche beneficio ai propri concittadini; i secondi, che dispongono di carte di maggior peso specifico, sono anch’essi imbrigliati nei conti che devono rientrare, pur se a danno dei cittadini, perché non hanno capito una mezza cippa di quale sia il problema e, qualora siano stati illuminati dalla verità, se la tengono ben nascosta per poter continuare a sbuffazzare in poltrone comodissime e ben remunerate.

Tant’è, che bisogna comunque interloquire con questa gente che sappiamo bene anche dinanzi a firme apposte su delibere, sapranno sempre come uscirne indenni e continuare a scorrazzare senza pagare un centesimo dei loro meschini atti. Volete le prove?

Ricordate quando i sindaci che avevano deciso le dimissioni sono andati dal prefetto di Sassari, qualcuno anche con la fascia tricolore in mano o in borsa? Ricordate che c’era stato un incontro in prefettura con il prefetto e l’assessore da dove era scaturito un documento di sintesi per il Paolo Dettori? Bene, in quella occasione si erano accolti alcuni punti della vertenza sanitaria e mancava solo il punto nascita.  Il 21 dicembre, giorno in cui si era chiuso anche il presidio di occupazione, era arrivato il documento dell’assessorato, incerto, frammentario e senza un minimo cenno sul punto nascita. 

Qualche giorno dopo, esce fuori un documento dell’Unione dei Comuni che gioisce del risultato raggiunto. Si era ottenuto tutto eccetto il punto nascite. Bene, anzi malissimo. Perché? Perché nel frattempo, la ginecologia chiudeva i battenti, i due posti di terapia sub intensiva erano ancora nel grembo della mamma al 2° mese di gravidanza e sul punto nascite non esisteva nulla. L’ispezione di ieri, effettuata col sindaco e con il giornalista della Nuova, l’ho già raccontata (link)  e non c’è bisogno che aggiunga altro. Di fatto, dei punti accolti, tolto otorino che c’è ancora, mancava tutto. Soprattutto non si hanno notizie dei medici e degli infermieri che dovranno per forza venire perché altrimenti ditemi con chi e cosa potenzi un ospedale. 

CONCLUSIONI

Alla luce delle “NON DIMISSIONI dei sindaci chi ha perso? Il Presidio Abali Basta o chi? Ragionateci su e vedrete che i sindaci non ci hanno fatto una grande figura, anzi direi pessima, che l’assessore era e resta quello che dicevo prima, un esecutore di ordini dall’alto senza nemmeno la parvenza di un sardo che tiene alla sua terra, pusillanime e ferocemente legato agli ideali neo liberisti del suo partito che si appresta a raccogliere il 24 febbraio quanto ha seminato; infine che il prefetto,  per grado la figura più autorevole dello stato nella provincia, perfetto intermediario nella vertenza, è stato preso in giro dall’assessore senza saperlo ma forse si accontenterà della non dimissioni che giustamente avrebbero complicato la vita del suo mandato.

Siete convinti che il presidio abbia perso?

Antonio Masoni

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