Tempio Pausania, C’è rimasto qualcosa di sinistra in questo paese? Ennesima scissione per seguire un fantasma!

Tempio Pausania, 26 feb. 2017-

La complessa e disarticolata avventura della sinistra italiana conosce ogni giorno qualche novità, di certo poco adeguata alla matrice di sinistra di cui in tanti, in troppi forse, si sono abbeverati negli ultimi decenni. Scissioni, contrapposizioni che poco hanno di democratico e civile, si alternano ad un disorientamento generale di tutte le forze cosiddette di sinistra. Non sono, né sarò mai, un analista della politica da cui mi sono allontanato, sempre che si possa dire che qualche volta ci sono stato dentro, ma leggere questo articolo del Il Fatto Quotidiano fa capire che nulla ancora si è capito e di come una vera sinistra deve o dovrebbe interpretare il momento drammatico che questa nazione sta vivendo. Esistono delle speranze di cambiamento verso la sola politica che volterebbe le sorti di un movimento o di un partito politico. Si chiama uscita dall’euro e dall’UE, senza se e senza ma. D’Attorre c’era vicino, anche perché conosce, a differenza di altri, quale sia la giusta economia da opporre al neoliberismo finanziario. Lo sa lui, lo sa Marco Rizzo, persino molti del M5Stelle, che la strada per uscire è solo quella. Però, alla luce anche di questa nuova e scontata scissione, sembra che ancora sussista il mito Europa, un valico che nessuno vuole superare pena sofferenze e povertà. Non ha insegnato nulla la Brexit e la rinascita della Gran Bretagna che sta conoscendo il suo periodo migliore e che già era sovrana nella sua moneta? Perché, non è sofferenza e povertà quella che stiamo vivendo oggi? E con quali prospettive i signori della sinistra di cui Berlinguer si sarebbe vergognato, e non solo lui, vorrebbero risolvere il problema della “crisi” se non avendo piena conoscenza di cosa stia rappresentando per il popolo italiano? Cercano approdi, porti sicuri, poltrone a dirla di pancia come tanti, o ricercano la via maestra per essere i bastoni per sostenerci e perché no anche per menare il ciarpame della demenza senile dei vari Bersani, D’Alema e Co.? Eppure dovrebbero averne visti i veri “sinistri” di cazzate in questi anni, di tentativi falliti di costruire una politica con sigle nuove, coalizioni allargate che non hanno mai funzionato, dovrebbero aver capito che gli italiani sono esausti e non possono essere ancora di più spremuti! Ma non basta ancora, scindono, rifondano, riallacciano, evadono, ricompongono, fuoriescono per riapparire con le solite vecchie idee di sempre, col solito linguaggio che ha fatto il suo tempo e a cui la gente non crede più, salvo quello zoccolo duro di ignoranti nostalgici, i cosiddetti analfabeti funzionali, che si ostinano a votarli. Volete riavere credibilità e prestigio? Abbandonate questa nave fantasma piena di visioni e di fanfaluche e orientatevi verso una lotta al potere che domina il mondo. Fate la guerra alle lobbies finanziarie e proponete di andar via dall’a UE e dalla sua moneta liberticida e omicida. Il popolo sarà con voi perché di essere come siamo, di essere ridotti a fronteggiare un debito pubblico inventato per impoverirci ancora di più, siamo veramente stanchi. Il primo che farà questi discorsi e vorrà attuarli, sarà il degno erede di quella sinistra che fu, quella che lo stato sociale prima di tutto, quella che disoccupazione zero, quella che i giovani devono restare in Italia, quella che il futuro ce lo scegliamo noi, quella che “il capitalismo non è progresso, è sfruttamento di una classe sull’intero pianeta” (Che Guevara).

Antonio Masoni

 

Thomas Sankara

“Noi siamo estranei alla creazione di questo debito e dunque non dobbiamo pagarlo. (…)Il debito nella sua forma attuale è una riconquista coloniale organizzata con perizia. (…) Se noi non paghiamo, i prestatori di capitali non moriranno, ne siamo sicuri; se invece paghiamo, saremo noi a morire, possiamo esserne altrettanto certi.”

Thomas Sankarà, morto ammazzato dalla CIA perché il suo popolo era rinato e aveva riconquistato la sua dignità. Questo era un uomo. La sua storia a questo link come l’avevamo proposta ai lettori  il 24 giugno del 2015 su galluranews.

 

fonte ilfattoquotidiano.it

Alla fine la cronaca sembra dare ragione alle battute dei maligni, quelli che definivano Sinistra Italiana un partito “nato già scisso“.E infatti ad appena quattro giorni dal congresso fondativo del partito guidato da Nicola Fratoianni, sono ben 17 i deputati che lasciano il gruppo parlamentare erede di Sinistra ecologia e libertà: seguiranno Arturo Scotto e Alfredo D’Attorre per unirsi agli esponenti usciti dal Pd e sostenere il governo di Paolo Gentiloni. “Non ci uniamo al partito dell’avventura che Matteo Renzi in queste ore sta mettendo in campo, il nostro obiettivo è portare a termine una legislatura per fare una legge elettorale ordinata e correggere le politiche del governo”, dicono Scotto e D’Attorre, annunciando la formazione di un nuovo gruppo parlamentare insieme ai deputati che hanno seguito Pierluigi Bersani e Roberto Speranza nella scissione del Pd.

“Con loro e con Giuliano Pisapia vogliamo costruire un percorso costituente e con tutte le forze progressiste italiane per dare speranza a tanti elettori ed elettrici che non hanno più un luogo dove ritrovarsi”, dice ancora Scotto, spiegando che tali condizioni “dentro Sinistra italiana non ci sono più”. “Vogliamo raccogliere l’investimento che abbiamo fatto, per essere dentro un processo politico più largo da protagonisti e non per costruire una copia sbiadita di Rifondazione comunista, con tutto il rispetto per quel partito”, dice invece D’Attorre, sottolineando che i deputati usciti da Sinistra Italiana sono “la maggioranza del gruppo”. Nel dettaglio si tratta oltre a Scotto e D’Attorre si tratta di Francesco Ferrara,Donatella Duranti, Arcangelo Sannicandro, Carlo Galli, Florian Kronblicher, Lara Ricciatti, Gianni Melilla, Vincenzo Folino,Giovanna Martelli, Franco Bordo, Claudio Fava, Marisa Nicchi,Michele Piras, Filiberto Zaratti, Stefano Quaranta. A questo punto gli ex Si andranno a sommarsi ai deputati che sono usciti dal Pd: al momento dovrebbero essere 18, quindi alla Camera si formerebbe un nuovo gruppo da 35 parlamentari.

Più che dimezzata, invece, la rappresentanza di Sinistra Italiana alla Camera: in meno di una settimana passa da 31 deputati a 14, compresa la presidente Laura Boldrini. Non certo una buona notizia per Fratoianni, eletto segretario con 503 voti (su 680 disponibili) appena domenica scorsa al congresso fondativo di Rimini. Il deputato, però, evita le polemiche,  non replica alla battuta di D’Attorre sulla “copia sbiadita di Rifondazione” e definisce la fuoriuscita di 17 deputati dal partito da lui guidato “un fatto di cronaca minore“. I movimenti a Montecitorio, tra l’altro, non finiscono qui. I 14 deputati rimasti nella formazione guidata da Fratoianni, infatti, stanno dialogando con Possibile di Pippo Civati: l’obiettivo è formare un nuovo gruppo in cui confluirebbero anche i parlamentari di Alternativa Libera di Massimo Artini, ex del Movimento 5 Stelle. Insomma oltre ad una “cosa rossa” – quella formata da ex Pd ed ex Si – alla Camera potrebbe presto spuntare una “cosetta rossa“, con gli esuli di Si e gli ex M5s guidati da Civati.

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