Tempio Pausania, Chi mente? Risposta piccata del Ministro della Salute Grillo alle accuse di Pigliaru sulla bocciatura della riforma ospedaliera.

Tempio Pausania, 16 set. 2018-

Giulia Grillo – immagine archivio google

Le cronache di alcuni organi di stampa, tra cui anche l’Unione Sarda, di vari blog e di altri siti on-line, riportano le dichiarazioni della Ministra della Salute Giulia Grillo alle accuse mosse dall’assessore Arru e dal Governatore Pigliaru, relative alla bocciatura della riforma sarda della rete ospedaliera. Sia l’assessore Arru che il presidente Pigliaru hanno rivendicato la loro riforma accusando il Ministero che la bocciatura ministeriale faceva finire di esistere anche i piccoli ospedali sardi, tra cui anche il Paolo Dettori, finito nella lista dei surplus di cui bisognava sbarazzarsi.

La risposta del Ministro è stata dura e molto decisa, affidata anche ai social e ripresa da diversi giornali, tra cui l?unione Sarda che così ha scritto:

fonte Unione Sarda on line

“Affermazioni che hanno del “paradossale”.

Il governatore della Sardegna Pigliaru

Questo il giudizio del ministro della Salute Giulia Grillo sulle dichiarazioni del governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, nell’ambito delle polemiche innescate dalla “bocciatura” della riforma ospedaliera sarda da parte del governo.

Oggi è arrivata la controreplica del ministro, con un post su Facebook, dove si legge:

Il Ministero della Salute non ha mai chiesto la chiusura di ospedali in Sardegna, né tanto meno di tagliare servizi, al contrario di quanto sostiene il presidente della Regione, Francesco Pigliaru”.

“Quello che in realtà è stato chiesto – aggiunge Grillo – è una rimodulazione tecnica di alcune specialità (come previsto dal Dm 70/2015) per garantire ai cittadini sardi che la rete ospedaliera tuteli al meglio la loro salute. E la rimodulazione richiesta è funzionale proprio a migliorare i servizi”.

Ancora: “So bene che ci sono norme dedicate alla salvaguardia dell’autonomia delle Regioni a statuto speciale che si applicano dunque anche alla Sardegna, ma nel momento in cui la Regione trasmette i documenti al Tavolo del DM 70 è ovvio che sta chiedendo al Ministero di valutare la coerenza fra questi atti e la norma. È dunque paradossale – la chiosa – contestarne gli esiti, benché si tratti di aggiustamenti tecnici che servono a migliorare l’assistenza sanitaria per i cittadini, peraltro tenendo conto delle peculiarità oro-geografiche della Regione”.

******************************************

Molto gravi appaiono sia le accuse del governatore e dell’assessore al Ministro che la risposta da parte della Grillo nella quale il Ministro smentisce duramente.
Chi mente? Lo sta facendo un ministro che ha sicuramente valutato le sue parole che non credo siano prive di fondamento e siano solo finalizzate a buttare un po’ di fumo sui sardi per poi impugnare lo scettro del potere e dare ragione a quanto hanno in questi giorni espresso i referenti isolani o mentono Pigliaru e Arru che hanno toccato con mano l’inadeguatezza della riforma che non ha messo d’accordo nessuno ed ha aggravato la già precaria situazione della sanità sarda e giocano a scaricabarile?
Ricordo solo che l’assessore Arru era venuto per insegnarci un modello di sanità moderna ma si era guardato bene dal dirci che bisognava ridurre i servizi a ambulatori, che era necessario un taglio dei posti letto, accorpare reparti da 25/26  posti ad un unico reparto (otorino e chirurgia),  privare dei primari i reparti che lo avevano sempre avuto, che bisognava chiudere la Terapia del dolore (ricordo che era il 2° centro sardo per numero di assistiti, un record!), privarci del Punto Nascite, ridurre la chirurgia ad una Day Surgery, spogliandola degli interventi di media ed elevata complessità, far mancare farmaci, macchinari idonei, aghi, garze, cerotti, personale in ogni reparto, costringerci a file infinite per una visita specialistica, trasferire, di fatto, tutte le competenze verso Olbia e, la butto lì anche perché succede regolarmente, costringere i pazienti a farsi curare dopo aver comprato medicinali di tasca propria nelle farmacie. E mentre a Tempio si organizzavano missioni politiche a Cagliari per rivendicare giustizia per un ospedale che serviva una popolazione di circa 50.000 persone, o si facevano cortei, l’ultima con 9.000 persone in piazza (18/07/2017), loro iniziavano a privarci di tutto,  come mi faceva notare un addetto ai lavori:
Forse sono confusi anche loro. Il processo di cambiamento doveva avvenire con queste priorità: 1. Emergenza urgenza  2. Territorio  ed infine, 3. Rete ospedaliera. Loro hanno iniziato a vestirsi dal cappello. Non tutto subito, senza percorsi di cambiamento ( es attrezzare bene il territorio prima di tagliare i posti letto in ospedale!). Uno sfacelo. Nessuna formazione. Nessuna informazione. Tagli con la falce, qualche martellata a chi gli stava sulle p…e, ed il gran casino finale!”
Verissimo quanto afferma l’operatore sanitario, si è partiti dall’emergenza (elisoccorso come indispensabile sistema) quindi dal punto che sarebbe dovuto essere il completamento di una riforma seria e oculata. Come si può impoverire di un ospedale un territorio cosi poco omogeneo e vario, privo di collegamenti stradali dignitosi, vasto e poco urbanizzato, con distanze importanti dai centri specializzati. Se non si tiene conto della morfologia di un determinato territorio, com’è possibile privare quello stesso territorio degli ospedali che colà sono facilmente raggiungibili? Due sono le cose, o ci si attrezza per bene quel territorio, ed è noto con quanta lungimiranza venga affrontato questo strategico argomento (sigh!!) o si lascia com’è l’ospedale di riferimento cercando, semmai, di potenziarlo. Un ospedale territoriale, viene raggiunto in poco tempo dai centri limitrofi (il raggio non supera i 50 Km).
Invece, la prima offesa è stata recata alla rete ospedaliera che ha seguito un iter, come ben ha precisato l’operatore sanitario, confuso, volto solo a tagliare, sforbiciare qui e là o sradicare del tutto come avvenuto al Paolo Merlo e al Dettori. 
L’aggravio dell’utenza ha appesantito i servizi del Dea di riferimento, ossia Olbia, che ha vissuto una drammatica ed ingestibile affluenza dall’intera ex provincia alla disperata ricerca di una visita, di un figlio che doveva nascere o di un infartuato che negli altri due ospedali della Assl non era più possibile trattare.
Se Tempio e La Maddalena non hanno esultato per quella che verrà ricordata come la peggiore stagione della sanità pubblica sarda, in altri centri isolani si vivono più o meno le medesime criticità, caratterizzate, per quanto riguarda l’utenza, che ovunque è la parte più colpita ed anche la più importante, da un viavai, su e giù. da spostamenti e viaggi in altri territori sardi che non stanno molto meglio del nostro.
Per concludere, personalmente non ho creduto mai alle promesse dell’assessore anche se, dopo il 18 luglio dello scorso anno, sarei stato disposto a firmare quanto ci era stato garantito, e mi terrei prudente sulle affermazioni del ministro aspettando quale sarà la decisione finale.

Tuttavia, un finale ci deve essere in tutte le cose. Per scrivere la parola fine, mi auguro che prima di tutto si pensi ai pazienti, alle persone, e aspetto le prossime elezioni per capire quale sarà la sorte dei sardi e quale la valutazione di questo quinquennio della peggiore gestione della sanità pubblica isolana.

Antonio Masoni

Related Articles