Tempio Pausania, Cosa tenere, cosa buttare, a parte i proclami di Pigliaru.

Tempio Pausania, 31 dic. 2017-

A leggere le dichiarazioni di fine anno del governatore Pigliaru, ci sarebbe da essere almeno speranzosi. Ecco cosa dichiara su facebook il Presidente-.

“Nell’anno che ci lasciamo alle spalle iniziamo a vedere con chiarezza i primi segnali di ripresa, e a raccogliere i frutti del lavoro lungo che portiamo avanti con impegno sin dal primo giorno”. Il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, affida a Facebook il suo personale bilancio di fine 2017. Un anno “non semplice”, ammette, ma pieno di passi avanti. “L’economia sarda – spiega – ha ricominciato a crescere, ce lo dicono numeri: la disoccupazione è passata dal 19% del 2014 a poco meno del 15% a fine 2017 …siamo consapevoli che sono livelli ancora troppo alti, e non possiamo accontentarci perché per troppe persone questi cambiamenti ancora non producono alcun beneficio”. Ecco perché, assicura, “continuiamo a lavorare per accelerare l’uscita dalla lunga crisi, così da raggiungere chi ne ha maggiormente bisogno”. Pigliaru cita i progressi fatti, quelli “per salvare centinaia di posti di lavoro nel Sulcis, l’avvio di un grande cantiere di bonifica a Furtei, la sottoscrizione di un accordo con la Difesa che creerà posti di lavoro nella ricerca duale, lo sblocco dell’ex Arsenale a La Maddalena per rilanciare sviluppo e lavoro anche in quella parte della Sardegna”.

Di quel che dichiara la politica, qualsiasi partito essa rappresenti, siamo oramai avvezzi a prenderne buono appena il 5%, ma certo è che occorre ottimismo a rivendicare dei successi di questi anni di mandato dopo aver visto, vissuto e subito, ogni possibile conseguenza dell’inadeguatezza delle scelte ed aver solo assistito ad una ossessiva decrescita economica, alla chiusura di aziende, licenziamenti, e livelli di povertà che oggi toccano livelli paurosi. I dati sulla disoccupazione, quelli che il presidente sbandiera non sono reali, perché tengono conto di lavori da schiavi e contratti a tempo determinato che non sono una soluzione ma un semplice rimedio. La disoccupazione giovanile è oltre il 57 %, tra le ultime 3 in Italia, i giovani vanno via o se restano incrementano giorno per giorno la già enorme cifra degli inoccupati. Lavoro non se ne crea, il sogno della grande industria  da segnali sempre più tendenti allo zero. In Sardegna, per quanto Pigliaru e la sua giunta dicano altro, sta crollando tutto.

Tempio: è stato un altro anno di sofferenza, inutile nasconderselo. Nessuna amministrazione può colmare il grave fabbisogno di finanziamenti se non supplire con le elemosine europee o cercando in casa delle soluzioni. E’ stato l’anno della durissima lotta per mantenere il nostro ospedale, sottoposto alla forbice distruttrice imposta da Bruxelles, e non da Cagliari (cercate una buona volta di capire che le cose stanno così), ma con i nostri politici ancora una volta proni ad obbedire agli ordini. Abbiamo tenuto il tribunale, non sappiamo sino a quando questo ci verrà lasciato, ma il continuo martellante lavaggio operato in sede ministeriale da quel di Olbia, ha ancora una volta mostrato come le due città capoluogo della ex provincia, siano concordi per battaglie comuni e separate quando si tratta di  ragionare “pro domo mea”. Intanto. sono passati 4 anni e ancora la strada interrotta a Monte Pinu, versa nelle medesime condizioni di quattro anni fa. Forse il 2018 sarà l’anno del Signore! Tempio, sta giocando le sue carte con l’Albergo diffuso, decisamente la sola buona occasione per l’inizio di un riscatto. Bisogna crederci e puntarci. Per il resto, non la vedo molto bene. Di positivo c’è anche il grosso supporto dato dalla Unione dei Comuni Alta Gallura, dimostratasi una struttura cooperante di valido ausilio agli interessi dei comuni che vi appartengono. Dinamiche attive che hanno dato soluzioni e manifestato sempre un grande impegno a favore del territorio.

Butterei, l’ascesa imponente della delinquenza degli ultimi anni, fenomeni che non si conoscevano e che hanno reso anche la nostra città una preda facile per piccole bande di vandali che non hanno trovato di meglio da fare che distruggere per dare un senso alla loro vita. Butto via volentieri anche la folle tendenza alla omologazione del pensiero, anche questo un segno della mancanza di radici solide dove prima crescevano opinioni diverse e sana discussione. La consistenza del substrato dove c’è intelligenza, è data anche dalla diversità. Nulla è migliore di qualcosa per cui tutti vediamo con occhi diversi. “Comunque sia, alla fine della fiera, se esistiamo fatevene una ragione, che al mondo non abbiamo tutti una unica compagnia telefonica e perciò non tutto gira attorno a noi”, scrive Nick Fenu in un post di auguri per il 2018. Credo che questa sintesi, racchiuda il tutto del pensare sempre in massima libertà ed agire di conseguenza.

Per quanto limitata sia questa sintesi di fine anno, vi sono comprese alcune  delle cose importanti accadute. L’augurio, per certi versi banale, è che arrivi un bel giorno qualche tsunami di consapevolezza che vi inviti a ragionare sulla vera ragione di questo stato deplorevole che sta interessando ogni settore economico e sociale.

Non ha nemmeno senso augurarvi un buon 2018, perché peggio di come è andato il 2017, non è possibile.

Come disse un maestro di tennis ad un allievo poco predisposto ad apprendere alcuni passaggi di impostazione, “A questo punto puoi solo migliorare”. Non fu un complimento, ma lui lo prese per tale.

Antonio Masoni

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