Tempio Pausania, Dal 22 novembre, in radio e in tutti i digital stores “Complici”, il quarto estratto dell’album di Roberto Acciaro, il pianista cantautore tempiese.

Tempio Pausania, 17 nov. 2017-

Da mercoledì 22 novembre in rotazione radiofonica e su tutti i digital-stores Complici, quarto estratto dall’album Il patrimonio di un clochard (La Stanza Nascosta Records, 2017), debut-album del cantautore sardo Roberto Acciaro, promosso da Verbatim Ufficio Stampa di Claudia Erba e distribuito dall’etichetta La stanza Nascosta Records, che opera in tutto il territorio nazionale.

Roberto Acciaro è un pianista/cantautore sardo.

Vive di musica da quando ha 16 anni. Scrive musica e testi delle sue canzoni.

Tra le collaborazioni in essere spicca senza dubbio quella con il Maestro Enrico Riccardi, autore della irriverente Alibabà, contenuta ne Il patrimonio di un clochard.

Complici arriva dopo il doppio singolo Come non ho fatto mai-Ho perso le scarpe, dell’ottobre 2016, tributo un po’ nostalgico al “vecchio” 45 giri con la tradizionale distinzione tra Lato A e Lato B, e dopo il singolo estivo “Crema solare”, un inno giocoso all’anticonformismo dall’immediato appeal radiofonico. Quello di Roberto Acciaro è un cantautorato ideologico avec légèreté, un felice connubio di godibile easy listening e storytelling esistenzialista, acuta volontà critica e melodico romanticismo. Complici, che vede Massimo Debidda alla batteria, Gabriele Careddu al basso, Gianvito Carbini alle chitarre, Enrico Sotgiu alle percussioni e Roberto Acciaro al piano e alla voce, è il manifesto di un intimismo riflessivo e raffinato, dalle sonorità ricercate e dalla prosa introspettiva: “Invecchieremo insieme e saremo comici/Forse un po’ stanchi ma sempre complici/Invecchieremo uniti e in ogni sillaba/Risuoneranno i passi fatti insieme”. 

“Mentre suonavo il pianoforte durante uno degli aperitivi estivi in musica, qui in Sardegna-racconta Acciaro- mi accorsi che una coppia di anziani era seduta accanto a me. Ci separava solo la vetrata della hall. Guardavano il mare dandomi le spalle. Ad un tratto al marito è caduta la tartina sulla camicia. La moglie, anziché rimproverarlo per il gesto maldestro, gli ha porto un tovagliolino. Sono scoppiati a ridere. In quei pochi secondi è nata Complici, che racconta di uno step ulteriore rispetto all’immensità dell’amore: la complicità”.

Sul canale dell’artista sarà visibile dal 22 il videoclip ufficiale, per la regia di Stacco 12.

Una parte del videoclip è girata in Costa Paradiso, autentica perla del Nord Sardegna, tra Li Cossi, Li Baietti, Cala Antonioni (nota anche come Antonioni’s Bay)-in prossimità della cupola che per anni fu la residenza del regista- e la vicina Baia delle mimose. La regista Irene Franchi è rimasta affascinata dalla splendida natura di Li Cossi, teatro di alcune tra le scene più suggestive di The Black Stallion, prodotto nel ‘79 da Francis Ford Coppola. Altre scene di Complici sono state girate tra Li cuncheddi, l’ex base USAF sita nel Monte Limbara e Tempio Pausania.

“Il video di Complici –spiega la regista Irene Franchi-descrive un amore in potenza, che potrebbe essere ma allo stato attuale non è, un amore sospeso in un alveo di aleatorietà quasi onirica. Più che un amore reale, calato in una dimensione diacronica, il videoclip racconta un desiderio profondo, un’aspirazione, una tensione che è presente in ciascuno di noi e che si traduce nella ricerca continua dell’amore, in un percorso nel quale una parte importante è giocata dal sogno e dall’immaginazione. Ho voluto creare uno stacco visivo tra la figura femminile e quella maschile del video: la ragazza si muove in un’ambientazione paradisiaca; il protagonista maschile invece si perde letteralmente in uno scenario suggestivo ma dal sapore decadente, che evoca una condizione esistenziale di disagio, propria di chi cerca in maniera inesausta senza purtroppo trovare un approdo appagante. Le scene interne sono girate in un salone molto bello, dal gusto quasi barocco, dominato da un pianoforte a coda che ho sfruttato per la realizzazione di una molteplicità di inquadrature che vanno dall’interno del pianoforte verso la rappresentazione del suonato e del cantato dell’artista. Nel videoclip si intrecciano dunque tre differenti ambientazioni, in un gioco di evocazioni introspettive.”

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