Tempio Pausania, Dal Comune: L’albero di Natale che non ti aspetti, dal messaggio che sorprende.

Tempio Pausania, 18 dic. 2017-

Una nota dal sito del comune di Tempio sugli addobbi natalisi:

” Una foresta addormentata, incantata e magica. Dai tronchi e le radici secche, del color della neve. Pronta a svegliarsi e tornare in vita, a pulsare e irradiare la luce della speranza al tocco e alla carezza dei 100.000 fiori, bianchi e rossi che si dipanano dalla cattedrale lungo le vie cittadine illuminando il cuore della città di pietra, regalando luce e colori, che esaltano il fascino antico delle costruzioni in granito. Così si presenta la cittadina tempiese in occasione di questo Natale. Con una veste originale e alternativa all’interno di un programma ricco di appuntamenti, un mix di giochi, animazioni, musica, arte, ma anche teatro e degustazioni, gastronomia e artigianato dedicato ai bambini, ai giovani e agli anziani.

Ottomila ore di lavoro . L’enorme manodopera garantita fin dal mese di Ottobre con ritmi al limite del possibile. Senza fare differenza tra il giorno e la notte. In quest’ultimo periodo anche al freddo e sotto la pioggia. Un fiume di fiori bianchi e rossi , colore natalizio per eccellenza, realizzati a mano , con gli scarti delle capsule delle bottiglie fornite da aziende del territorio. In tutto 600 kg di polilaminato e 400 kg di filo di ferro colorato a lambire 25 ceppi riarsi , reperiti nell’invaso del fiume Liscia. 

Questi i numeri ed il tempo servito ai volontari dell’ associazione Color Art, che ha curato gli allestimenti, per realizzare un sogno fantastico ed un progetto ambizioso: regalare alla propria città un Natale magico e speciale. Un Natale che non si compra ma si costruisce insieme, con amore e fatica, senza abbattere ma riciclando. Un Natale all’insegna della condivisione, dell’ecosostenibilità e del risparmio per la collettività. Una rivoluzione culturale con un messaggio simbolico dirompente che si è materializzato trasformando la città di Tempio in un presepe a cielo aperto, innovativo e creativo, ben ancorato al granito della sua storia e al messaggio biblico di speranza che l’ha ispirato. 

Cuore pulsante degli allestimenti e degli appuntamenti sarà il centro storico. Così l’albero che non ti aspetti, domina piazza Gallura, illuminando ed esaltando la sua bellezza, accentuata dalla magia del granito.

“Guarda verso l’alto. Perde foglie ma ha i fiori . Il gusto della speranza di un albero, che era morto ed è tornato in vita. Le mani operose, la gioia, la libertà, la pace, fanno brillare la vita, se ognuno è capace di metterci un fiore”.Ecco il significato di una quercia da oltre 25 quintali, ormai secca, demolita e ricostruita in piazza a dar vita ad un albero di Natale non tradizionale che simboleggia la rinascita. 

Come un virgulto sul tronco di Iesse ” è il titolo ed il tema simbolico scelto per gli allestimenti di quest’anno ed il messaggio curato dal parroco della cattedrale Don Antonio Tamponi: “ La speranza” racconta il sacerdote “può rinverdire da un tronco che sembrava non germogliare più. La speranza non piove, germoglia se irrigata”.

Abbiamo la sensazione che il rinascimento di Tempio sia iniziato” ha affermato il Sindaco di Tempio Andrea Biancareddu . “Una nuova pagina di un libro che sembrava chiuso per sempre e quasi per magia si è riaperto riaccendendo nei nostri cuori un nuovo entusiasmo. Adesso” ha concluso il primo cittadino “dobbiamo solo crederci e lavorare uniti”.

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Una nota dal sito del comune che giunge a proposito, forse con lo scopo di stemperare le polemiche sorte all’indomani della scelta sui lavori effettuati dai volontari della Color Art. Dubbi sui costi, si sono alternati a opinioni che non sono solo indicative di gusti diversi, la qual cosa è ovviamente accettata sempre, ma verso tutt’altro, sugli ideatori accusati di aversi intascato chissà quali somme, all’amministrazione civica che sembra non vedere altri che le stesse persone. Tutto, lo ripeto con la consueta libera opinione che mi vanto di avere, ha il sapore della gratuità, del malcelato rancore e delle antipatie personali di cui questa città sembra non fare mai a meno. Ci sta, e lo ridico, che non possa piacere, non sono imposizioni ma scelte, derivate dalle esperienze positive precedenti, vedi il corso e via Roma colorate per alcuni eventi estivi (anche queste contrassegnate dalla stessa vis polemica). Ci si scopre tutti architetti, tutti esperti di tutto, tutti capaci di fare mirabilie, e tanti, decisamente troppi, a riempire i social di illazioni o, peggio, ad accusare di aver buttato via i soldi. Questa è Tempio, e queste sono le teste pensanti che dovrebbero ringraziare e basta il  lavoro, come dice la nota, “immane” che è andato sotto traccia per mesi e mesi sino a questi giorni. Un lavoro silenzioso di chi opera senza clamori e sa che ci sarà sempre qualcuno a disprezzare. Ho parlato qualche giorno fa con Manuel Marotto, coordinatore di Color Art e artefice dei lavori con tutti i collaboratori della Color Art. Si è detto dispiaciuto, e non è la prima volta, perché è sembrato che si sia messo in tasca chissà quali cifre.

” Abbiamo avuto un budget ristretto e quasi tutto il materiale è arrivato gratuitamente. Ogni fiore dei 100.000 è dal mese di ottobre che lo stiamo costruendo. Se guardi il lavoro della posa in opera della tela bianca e del polistirolo, bene, anche quello è opera gratuita di una ditta che si è prestata a farla senza compensi. Alla fine, ci sta che possa non piacere, ma non ci stanno le accuse nei miei confronti e  verso altri collaboratori, che ci stiamo mettendo in tasca soldi. Non è così, Fare qualcosa a Tempio è faticoso perché nessuno ha pensato che, per fare questo, io devo lasciare il lavoro in studio, quello che mi fa vivere. Si, sono orgoglioso che a Tempio ci sia stata la voglia di cambiare e di dare qualcosa che, a conti fatti, e se fosse stata finanziata per quanto vale, nessuno griderebbe allo scandalo se fosse costata 200.000 euro e non 7.000 circa che è andata alla Color Art. Credimi, una somma esigua. Ma siamo riusciti a farcela bastare e i risultati sono quelli che vedi”

Normalmente non aggredisco le persone che lavorano e Manuel sa anche che non ha mai avuti miei voti. Io credo alla sua buona fede e alle cifre peraltro confutabili, e soprattutto ho visto il lavoro che ci sta sotto, degno forse di altre piazze e non di questa città rosa da invidie e personalismi e sempre più proiettata verso un cannibalismo mediatico che sui social ha degni rappresentanti. Nessuno può scrivere una cosa che arriva il boia di turno ad infangare, tutti martiri e tutti carnefici. Un bell’esempio per quella che un tempo era la capitale della cultura gallurese.

Antonio Masoni

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