Tempio Pausania, la diga sul rio Pagghjolu, una risorsa, un tesoro prezioso ancora inutilizzato. E’ l’unico sistema per i problemi di approvvigionamento idrico in Alta Gallura.

Tempio Pausania, 21 settembre 2014-

Sono circa dieci ettari di estensione, incastonati in un paesaggio mozzafiato, oltre 4 milioni di metri cubi di invaso. Acqua oligominerale che raccoglie i corsi di acqua del Limbara e li tiene contenuti in una struttura di cemento armato costata miliardi di lire (15 milioni di euro) dall’inizio della sua costruzione (anni ’90). Basta una condotta, un semplice sistema di filtri e quest’acqua allagherebbe di preziosa acqua potabile tutta la zona industriale e i paesi che sono limitrofi ad essa, Tempio, Luras, Calangianus. Mancano le condutture di adduzione ai centri abitati mentre la zona industriale è già praticamente asservita, visto che le tubazioni arrivano ai suoi confini. Polemiche a non finire da vari gruppi politici contro l’Ente di gestione, l’Enas. da cui dipende la gestione delle dighe. Il problema c’era e ancora ci sarà. Il Sindaco Frediani, qualche tempo fa, dichiarava che comunque non ci si potrà affrancare da Abbanoa, il gestore unico dell’acqua. Intanto però alla diga nessuno più pensa, l’amministrazione comunale nemmeno adesso che la Giunta Regionale è “amica” si sta battendo per sbloccare questa che è solo l’ennesima pastoia burocratica, data in omaggio a cittadini sempre più arrabbiati per Abbanoa, per i suoi continui disservizi, per la la poco certa salubrità dell’acqua nei rubinetti e per l’arroganza con cui evita di rispondere alle continue sollecitazioni.

Recentemente, attraverso l’assessore Roberto Cossu, a cui va dato atto di essere stato il solo a pensare ad un esposto alla Procura per denunciare quanto sta accadendo, si è passati ad azioni legali. Forse l’unica cosa da fare già da anni, da quando le carenze, le perdite continue, le insufficienti spiegazioni addotte, l’assoluta incapacità di essere risolutivi nelle riparazioni della condotta, obsoleta e carente, si sono rivelate le sole cose che nel servizio abbiamo notato. Il colore e l’odore insopportabile, in alcune zone della città, hanno poi completato il quadro devastante che ci ha condotto ai giorni nostri.

Solo in questo sito, ogni giorno si ascrivono lamentele e disagi, famiglie lasciate senza un preavviso da giorni senz’acqua, quartieri all’asciutto o con acqua razionata durante il giorno, problemi anche di carattere sanitario. Ieri una nostra lettrice ci diceva delle sue enormi difficoltà  avendo in casa  un marito disabile, che necessita di pulizia continua e di attenzioni particolari. Senza l’acqua, o con un filino che esce dai suoi rubinetti, ci ha detto “non ce la posso fare…!”.

A giorni partirà anche una petizione, una raccolta firme in città per denunciare anche attraverso il solo strumento popolare a disposizione questa gravissima situazione, indegna per una città che dell’acqua ha fatto una delle sue migliori risorse (anche questo è un ricordo ormai!). La petizione, associata all’azione legale intrapresa, dovrebbe  dare qualche risultato speriamo nel breve termine. La rabbia è tanta, la gente non ne può più di questo disagio e si sono già create delle spontanee associazioni di cittadini che, oltre a preparare la raccolta firme, martelleranno ogni giorno per provare a risolvere questa incredibile vicenda. E non vengano a dirci che l’acqua non c’è, che siamo in riserva, perché nessuno può credere a questa balla. E non ci dicano che un giorno si e l’altro pure c’è un problema al sistema di pompaggio, o che entro due giorni il problema è risolto. Non succede e non succederà mai che oltre al danno ci facciano passare anche la beffa della presa per i fondelli.

Non crediamo che le norme esistenti sull’utilizzo dell’acqua della diga siano correttamente interpretate, come a suo tempo si diceva. Tempio e l’Alta Gallura vogliono quell’acqua e tutto il territorio rivendica questa stortura perpetrata ai nostri danni. Una diga e un’acqua preziosa, sufficiente a risolvere i nostri problemi, giacciono inutilizzate mentre la città è all’asciutto. Altra situazione indegna di un paese civile, ennesima deficenza di questa burocrazia figlia di una politica inconcludente, a prescindere dai suoi colori. Siamo davvero stanchi di subire ogni giorno le furbizie di chi alle prossime elezioni verrà a prometterci qualcosa.

Il territorio sta assitendo allo scippo dell’ospedale, al marasma del tribunale sempre nel caos, una spada di Damocle sulle nostre teste, e ora anche alla farsa di una risorsa indispensabile com’è l’acqua, in mano a presunti rappresentanti delle nostre istanze.

Qualche giorno fa si scriveva sulla grande affinità dei tempiesi con il gregge, cioè la facilità con cui ci si scorda di quanto stiamo subendo e siamo pronti a diventare pecore quando pensiamo di salire sul carro dei vincitori.

I sindaci del territorio, tutti assieme, e con le popolazioni unite in questa lotta, devono impugnare l’istanza della diga e far sentire la loro voce. Il territorio vuole certezze e non può continuare a vivere nella precarietà di alzarsi la mattina e non riuscire nemmeno a lavarsi. Pensate a questo quando verranno a chiedervi un sostegno alle elezioni, siano esse amministrative o politiche. “I veri leader devono essere in grado di sacrificare tutto per il bene della loro gente” (Nelson Mandela)

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