Tempio Pausania, “O dolci baci e languide carezze”, Rinaggju Terra Nullius, al Caffè Gabriel l’esposizione di Franco Pampiro, “nostalgia e degrado”.

Tempio Pausania, 19 nov. 2016-

Caffè gabriel da usare come copertina
Il caffè Gabriel in via Mannu – foto galluranews

“O dolci baci e languide carezze”, cantava Mario Cavaradossi nella Tosca, in quella struggente romanza “E lucevan le stelle”, opera di Puccini che calza a pennello nella mia immaginazione lirica osservando le foto di Franco Pampiro al Caffè Gabriel. Sono foto di Rinaggju, lo stato attuale di alcune fatiscenze della sua Rinaggju Terra Nullius, il viaggio in dodici scatti in bianco e nero di una storica incompiuta della nostra città. Languide carezze datate 50 anni, quando da bambini per noi andare su a Rinaggju era libertà e aria frizzante, svago e semplicità, un panino addentato di fretta prima di respirare quella salubre ed eccitante frescura estiva che il luogo ci dava. Acqua che si diceva miracolosa e curativa, con proprietà che erano simili a quelle famose di Fiuggi, vecchie analisi che ne descrivevano la composizione chimica eccezionale per la calcolosi renale. Quelle foto non ci sono più, e nemmeno quei boccali che stavano appesi sopra le due fontane, come non c’ più quel tempo di quella intimità del luogo, pulito e accessibile a tutti. Se ne aveva rispetto, ricordo, e si sentiva l’obbligo morale anche in noi bambini di usare quei cestini e di rispettare ogni piccola regola di civiltà che era normale, allora.

Rinaggju Terra di nessuno oggi, dove un patrimonio inestimabile è stato abbandonato, ripreso e ancora lasciato al vento, al ci penseremo semmai. In agenda ad ogni tornata amministrativa, mai che si sia visto un esito finale positivo. Oggi non è come ieri, di quell’ieri è rimasto solo la brutalità con cui tutte le vicende politiche di questi 50 anni hanno determinato il suo degrado imperituro.

Oggi, forse, siamo alla svolta, forse si riuscirà a restituire al quel tempo la sua giustizia, forse il vento diventerà “vanto”, un progressivo e efficace recupero di un’area preziosa come l’elemento su cui si è sempre fondata, l’acqua. Oggi, quell’acqua è pure inquinata, quasi una risposta alla sua incapacità ad adattarsi a qualcosa che le sta attorno e che non vuole più. Oggi, Rinaggju è terra di nessuno, e di quelle languide carezze di malinconica semplicità non rimane nulla. 

Ne descrive, con la consueta abilità linguistica il senso Nicola Comerci, di cui vi riporto l’intera  recensione che va letta per dare un’identità a qualcosa che la sua origine l’ha perduta e che giace moribonda, sospesa tra una speranza e una fatale e definitiva sorte,

recensione-comerci

La mostra al Gabriel di Rinaggju Terra Nullius di Franco Pampiro è visitabile sino al 2 dicembre 2016. 

Antonio Masoni

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