Tempio Pausania, E allora? Se le pesa così tanto questa tempiesità “beona” e “fedifraga” perché non lascia il castello?

Tempio Pausania, 22 apr. 2018-

Se ne leggono tante, forse troppe, addirittura esaltanti eccessi di qualcuna che venne a Tempio “quel dì” per presentare faraonici progetti del nulla, copiati e anche male da chi il sughero lo conosceva assai meglio di lei, ivi comprese le potenzialità che non avevamo certo bisogno di lei per scoprirle.

Ha diritto, egregia signora, e ci mancherebbe altro, di non approvare la tempiesità che sembra le dolga più di un macigno sullo stomaco ma, da quel che scrive, deduco che i conti in tasca a suo tempo se l’era fatti bene.

Questo territorio, questa città, di cui dimostra di conoscere solo gli aspetti goderecci, nei quali a quanto dice il suo curriculum trascorso, sembra le abbiano anche fruttato moneta, le crea disturbi? La lasci, ritorni al suo capoluogo che l’ha vista nascere e pensi alle tribolazioni che ci stanno altrove. Per mia natura sono un attento osservatore e, per sua sfortuna, ho seguito sin dagli esordi la sua “sapienza” le sue mosse in questa landa di ubriaconi cornificatori, come ama etichettarci. Le vengo incontro, per una volta, dato che io e lei mal ci tolleriamo per una trascorsa sfilata di bambini nella quale ha anche improvvisato pessima comunicazione ostacolando il naturale svolgersi di un evento che non era, né sarà mai, come lei ha pensato, una parata militare.

Sa, dalle nostre parti, dove amiamo anche prenderci in giro, “le feste” di cui parla le abbiamo sempre vissute come la nostra indole ci ha suggerito, mica come militari devoti al generale. No, egregia dottoressa, qui siamo a casa nostra, non siamo chiusi a riccio come alcuni sardi dove probabilmente avrebbe durato meno di 1 ora, tempo limite per capire di che pasta è fatta e l’avrebbero rispedita al mittente. Le vorrei anche rammentare che dalle nostre parti  anelli al naso non ne abbiamo più da qualche annetto, forse anche prima che lei ci facesse l’onore della sua illuminata presenza a Tempio. Supponenza e arroganza la sua che pensa di stimolare chissà chi attraverso parole che farebbe meglio a rimangiarsi, non perché pesino più di altre, ma per via del fatto che qui è stata accolta, super premiata per doti discutibili e anche pagata fior di quattrini per la sua presunta capacità comunicativa e di organizzazione. 

Da quelli che dovrebbero essere i suoi scopi, anche in considerazione che chiunque ha facoltà di opinare sulle persone e sui fatti, credo che tacciare i tempiesi di essere dediti esclusivamente ai bagordi,  ci passi tanta sostanza, per non chiamarla “strada”. Abbiamo il diritto, se permette, di difendere la nostra natura che era sembrato le piacesse fino a che….già sino ad un certo punto, dopo ha prevalso la sua presunzione di sapere, conoscere, e di sentirsi autorizzata a sparare qualsiasi inverecondia nei nostri confronti. Senza parlare dell’opinione che ha delle donne di questa città, prese di mira a guisa di donne da strada, definite false e mangia uomini come se fossero discendenti di una stirpe forse a lei nota ma che qui – sa siamo arretrati noi altri- non mi era mai sembrato di scorgere né di conoscere. Per quanto riguarda i tradimenti, le consiglierei prima un sano e lungo respiro di meditazione prima di affermare simili offese o  di flagellarsi la lingua visto che non è certo per i motivi che lei adduce che il tradimento arriva quasi “obbligatorio”. O devo dedurre che, oltre alle sue competenze di cui ancora dovrei capire il valore, lei abbia anche tali conoscenze della psiche umana femminile locale che la induce ad affibbiare etichette ovunque?

La lascio ricordandole che siamo tutti di passaggio in questa vita e lei, non certo per augurarle del male, è ancor più di passaggio visto il lavoro che ha svolto in questi anni e che in tanti le hanno amorevolmente assegnato ma che potrebbe anche non avere  più. Siamo  pieni di consulenti e consulenze di ogni tipo, che vuole che sia perdere la sua? O pensa di essere stata indispensabile? Mah, forse utile, perché di indispensabile in questa città, come altrove, non c’è proprio nessuno.

Se tanto le pesa questa tempiesità che siamo i primi a discutere quando eccede, se tanto la infastidiscono uomini e donne dal bicchiere facile e dalle mutande senza elastico, lasci pure il castello e corra all’inseguimento della prossima amministrazione che le presterà ascolto. Considerate le sue qualità, non avrà problemi a ritrovarne una. Si adegui presto però, perché non lo so se altrove avranno la stessa pazienza che abbiamo avuto noi con lei.

Cordialmente,

Antonio Masoni

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