Tempio Pausania, I falsi miti e i veri miti. Questione di opinione o di dissuasione forzata?

Tempio Pausania, 4 set. 2016-

I miti si creano attraverso le false informazioni, le prove non provate di atti, gesti e umanità apparenti. I miti si creano perché ce n’è bisogno, la gente ha fame di credere in qualcosa e in qualcuno, sente che un mito soddisfa e appaga ogni piccolo o grande desiderio.

Mi devono spiegare cosa sia una beatificazione, una canonizzazione e il perché queste devono essere importanti e rispecchiare il volere di chi…? Abbiamo bisogno di Santi o Sante? E se la risposta è si, mi si spieghi il perché!

I veri miti sono coloro che piangono in silenzio e agiscono senza riflettori sopra, quelli che sorridono al dolore e hanno la capacità di trasmettere energia senza le telecamere addosso.

I veri miti sono quei poveri che si alzano ogni mattina pensando a cosa mangiare e dar da mangiare ai loro figli. I veri miti non hanno bisogno del consenso della madre di tutte le sofferenze, colei che ha creato il dolore e il senso di colpa per rispondere ad un potere divino che non ha prove ma documenti e, come tali, aggirabili, aggiustabili, adattabili, finanche interpretabili. Creare un mito è facile, difficile è non riconoscerne la veridicità quando per secoli, ma bastano anche solo anni, ce li siamo visti divinizzati e ne abbiamo respirato, famelici e piangenti, la semplicità e la missione.

Mi devono spiegare perché la Santa Madre abbia i tesori nascosti, con cui deve essere davvero ciò che dice da secoli di essere, e perché queste beate non devono dar ragione dei soldi avuti e spesi per creare altra Santa Madre, altre associazioni, altri piccoli e grandi apparati che sono strumentali sempre e solo alla stessa Madre, non a chi dovrebbero essere.

Perché, se hanno avuto in mano la soluzione dei problemi che stavano combattendo non lo hanno fatto? 

I falsi miti, sono necessari – dicevo – sempre e solo a chi legge la storia in libri costruiti ad arte, si informa sempre e solo presso chi dà notizie che si vuole sentire. 

Un vero mito, non ha bisogno di una fiction che ne racconti le gesta e l’opera. Egli sa, che la sua storia non sarà mai raccontata per davvero. Ma si cura poco di questo, va avanti e alle vigliaccherie reagisce col suo indefesso impegno. Appare, giusto talvolta, sotto i riflettori per raccontare esperienze vere, drammi veri, lanciare appelli per sensibilizzare e non per commuovere, per far aprire orecchie e occhi, non portafogli, per far vedere il dramma non per farlo apparire tale.

I veri miti non piangono, sorridono sempre e sanno illuminarti con saggezza e non con banalità e luoghi comuni, con presunzioni e arroganze che stabiliscono il confine tra l’onestà e il finto perbenismo. Un vero mito non si nasconde ma sa vivere senza luci addosso e un giorno morirà, come tutti.

Attorno al suo capezzale non avrà la televisione o i giornali, ma la sua vita, semplice o complessa che sia stata, sarà il solo testamento che lascerà a chi lo vorrà raccogliere per proseguirne l’opera.

Ogni opinione è lecita, ogni arroganza inutile, ogni imposizione dall’alto vive e si nutre della nostra ignoranza.

Antonio Masoni

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