Tempio Pausania, Humira: Il farmaco introvabile in Sardegna

Una lettrice ci scrive su un presidio indispensabile per l’artrite reumatoide.

“Da una settimana circa il farmaco che ha funzionato benissimo sulla patologia invalidante di mio marito, artrite reumatoide, non viene più erogato gratuitamente. La settimana scorsa hanno infatti telefonato dalla Reumatologia dell’ospedale di Sassari, dove mio marito viene curato, perché avevano necessità di parlare con lui. La comunicazione urgente del centro sanitario sassarese, verteva su una data, quella dello scorso 31 dicembre, data ultima dalla quale questo farmaco salvavita di mio marito non sarebbe stato più reso disponibile gratuitamente dalla Regione Sardegna. Può immaginare – continua la lettera – quale sia stato il contraccolpo nostro a questa notizia. Tenga presente che con questo farmaco, mio marito era rinato, aveva migliorato la sua condizione fisica, riusciva ad avere una certa autonomia personale. La Regione non lo avrebbe più acquistato e quindi, qualora un paziente ne avesse avuto necessità, lo avrebbe acquistato in in farmacia al 10% del suo costo, ossia se il farmaco costa 1.736 , a nostre spese, mensilmente, dovremo sborsare 170 euro circa, sapendo che questo presidio non è di facile acquisto e risulta difficile reperirlo in loco. Il farmaco che dovrebbe sostituire questo di cui mio marito si stava giovando, potrebbe avere anche delle conseguenze negative, così come ci ha detto il centro di Sassari, si possono avere problemi per cui è necessario recarsi al Pronto Soccorso, come sa gli effetti collaterali di un farmaco esistono . Dico, ma i sardi che devono fare per curarsi e avere i farmaci elettivi per le patologie di cui soffrono, devono per forza scappare via dalla Sardegna per vedersi tutelati nei diritti?

Questo farmaco funzionava e lo si capisce che aveva costi elevati, ma se un diritto si chiama tale, perché dobbiamo rinunciare ad usarlo quando sono altrove gli sprechi della sanità? Possibile, mi chiedo, che quando si riesce a trovare una soluzione a problemi di invalidità come quelli di mio marito, ecco che ci s trova ancora una volta sballottati e con la sola possibilità di segnalare queste storture o di denunciarle? Il farmaco, che si chiama Humira, è in fiale e si tratta di una iniezione ogni 15 giorni, specifico per l’artrite reumatoide.

Per questo mese siamo coperti perché siamo riusciti ad averne una scatola ma da febbraio saremo col problema di reperirlo e di pagarcelo 170 euro per una malattia per cui prima la Regione Sarda provvedeva alla sua erogazione gratuita.

La ringrazio del suo interessamento e della possibilità che mi concede di diffondere questa notizia che riguarda tanti altri pazienti come mio marito che si troveranno da questo mese nelle medesime difficoltà”

(lettera firmata)

Ecco rappresentata un’altra delle conseguenze di quella che il nostro assessore ha definito la buona sanità, che ha sostenuto e sostiene sino alla fine, che non tiene conto di nulla che sia vicino a quella umanità dispersa e abbandonata in nome di un becero pareggio di bilancio del settore. Il problema segnalatomi, fa il paio con altre storie simili che già in passato abbiamo documentato. Sono vicende che danno la misura precisa di quella che da tempo è diventata la sanità sarda che insegue la lotta agli sprechi e che lascia per strada centinaia o migliaia di casi come questo. Già troppo abbiamo detto e altrettanto scritto sulla nuova sanità alternativa in cui si erogano profitti a manager senza badare a spese e dall’altro lato si riducono o si tagliano i pochi benefici che spetterebbero alla popolazione in sofferenza.

Andate via, scomparite dalla politica che si piega al profitto in cambio dell’annientamento dei bisogni reali. Con quale faccia vi ripresentate agli elettori?

Vergognarsi non basta, dovete proprio annullarvi.

Antonio Masoni

 

 

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